Vedi Benin dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Il Benin vanta oggi un buon grado di stabilità, nonostante sia caratterizzato ancora da una situazione di forte sottosviluppo e diffusa povertà. Ottenuta l’indipendenza dalla Francia (1960), il Benin, allora chiamato Dahomey, è stato testimone di un periodo di grandi tensioni cui hanno fatto seguito un colpo di stato e un ventennio di governo di Mathieu Kérékou (1972-91). In questo periodo il Benin aveva adottato ufficialmente l’ideologia marxista-leninista, abbandonata in seguito con la fine della Guerra fredda. Dopo l’introduzione del multipartitismo e una sua prima sconfitta elettorale, Kérékou è tornato a rivestire la carica di presidente dal 1996 al 2006, anno in cui è stato eletto l’attuale presidente Thomas Boni Yayi, riconfermato nel turno elettorale del marzo 2011 con una maggioranza parlamentare superiore a quella del 2007. Nell’ottobre 2012 Boni Yayi è stato vittima di un tentato avvelenamento cui ha fatto seguito, con l’accusa di complotto, l’arresto di tre personalità dell’entourage presidenziale. La vicenda potrebbe essere legata alla decisione di Boni Yayi di porre fine al monopolio di una società con interessi nei principali settori dell’economia del Benin.
Dal punto di vista politico-istituzionale il paese presenta un sistema multipartitico, con un’Assemblea nazionale composta da 83 seggi, i cui membri sono eletti ogni quattro anni a suffragio universale. Quest’ultima bilancia i poteri del presidente, anch’egli eletto direttamente e in carica per cinque anni. La maggior parte della popolazione è concentrata nel sud e, come retaggio dei legami commerciali con i paesi arabi e della colonizzazione e della presenza di missionari europei, vi sono cospicue presenze di musulmani e cristiani.
Una peculiarità del sistema politico e socio-economico del Benin è la forte influenza delle organizzazioni sindacali, soprattutto nei settori dell’insegnamento e della pubblica amministrazione: la capacità di pressione dei sindacati sul governo ha contribuito in maniera decisiva al processo di democratizzazione negli anni ‘90 e, ancora oggi, influenza in parte le decisioni politiche. Nonostante i progressi in campo politico, il paese è ancora affetto da problemi strutturali a livello economico che riflettono una condizione di generale arretratezza. Gli indici di sviluppo mostrano che le risorse dedicate a sanità, istruzione e servizi sociali in genere rimangono inadeguate: tra gli altri, basti considerare che l’alfabetizzazione é ferma al 41,7% della popolazione, cifra che per le donne si abbassa al 23%.
Le difficoltà economiche del paese sono strettamente legate alla forte dipendenza da un unico prodotto, il cotone. Da questa risorsa dipendono circa due milioni di persone e una cospicua porzione del pil e delle esportazioni del paese. I rapporti commerciali regionali, soprattutto con la Nigeria (l’attore più importante della regione), sono vitali per il Benin che, sul piano internazionale, intrattiene buoni rapporti con la Francia e, in misura sempre maggiore, con Cina e India.