BENIN (VI, p. 643)
Il nome dell'antico regno africano è stato ufficialmente assunto, con decreto dell'11 novembre 1975, dalla repubblica del Dahomey (XII, p. 227; App. III,1, p. 462). Entro i confini attuali, il B. ha una superficie di 112.600 km2; gli abitanti, che nel 1961 ammontavano a 2.106.000, nel 1973 erano saliti a 2.912.000. Con una media di 26 ab. per km2 il B. è uno dei paesi più popolati dell'Africa occidentale, e, in alcuni dipartimenti meridionali, la media supera i 100 ab. per km2. Nella costa si localizzano le due città principali: Cotonou, la capitale economica, e Porto Novo, la capitale politica (50.000 ab. ciascuna nel 1955; 120.000 ab. e 77.000 ab. rispettivamente nel 1967); gli altri centri maggiori sono: Ouidah, sulla costa (21.000 ab.), Abomey (31.000 ab.) e Parakou (20.000 ab.) lungo la linea ferroviaria con Cotonou. La popolazione è in maggioranza animista (cattolici 400.000, protestanti 200.000); lingua ufficiale è il francese; il tasso di scolarità è ancora basso e solo dal 1965 funziona a Porto Novo un istituto di tipo universitario.
L'accentuato divario economico tra la costa e l'interno rappresenta il problema cruciale di un paese estremamente povero (90 dollari di reddito pro-capite nel 1973); i piani di sviluppo degli ultimi anni hanno intensificato gli sforzi in campo agricolo, puntando sulla diversificazione delle colture alimentari e sul miglioramento delle piantagioni, e hanno tentato di porre le basi di una prima industrializzazione grazie agli aiuti internazionali, soprattutto francesi.
L'agricoltura impiega quasi il 90% della popolazione attiva, ma ancor oggi più del 60% della superficie territoriale è improduttivo; tra le colture alimentari, generalmente sufficienti al consumo interno, si ricorda il mais; mentre manioca, miglio, sorgo, batata vanno perdendo importanza e stazionari appaiono riso e banana. Tra le coltivazioni da esportazione spicca sempre la palma. Ancora scarse, anche se in aumento, sono le produzioni di copra, arachide, tabacco, caffè e cotone. L'allevamento è abbastanza diffuso, ma non è in grado di soddisfare il mercato interno e il B. importa bestiame da Niger e Alto Volta. Importante è invece la pesca nelle acque interne, che, pur praticata con mezzi rudimentali, è più che sufficiente al fabbisogno, mentre ancora scarsa è quella marittima.
Il B. è decisamente povero di risorse minerarie (modeste quantità di ferro e fosfati) e l'industria estrattiva si riduce a cave di calcare, marna e marmo; dal 1968 l'Union Oil of California compie, con qualche risultato, ricerche petrolifere al largo delle coste.
La produzione di energia permane assai carente e rappresenta un grave ostacolo per l'avvio dell'industrializzazione, ancora modesta e basata sulla trasformazione dei prodotti agricoli: cinque oleifici, sei impianti di sgranatura per cotone e arachidi, pastifici, birrifici, conservifici. A Cotonou si trovano anche piccole fabbriche di ceramica, sigarette, fiammiferi, sapone, ciclomotori; più importante è il cementificio di Onigbolo, attivo dal 1967 con una produzione annua di 80.000 t, pari al 40% della sua potenzialità.
La bilancia commerciale, cronicamente deficitaria, ha visto negli ultimi anni un aumento del passivo, che nel 1972 ha sfiorato i 60 milioni di dollari; si commercia soprattutto con i paesi della CEE e dell'Africa occidentale. Lo sviluppo della rete stradale (6200 km; solo un migliaio asfaltati) e di quella ferroviaria (579 km divisi in 3 linee) è ancora scarso; il fulcro delle comunicazioni è Cotonou, dotato di un aeroporto internazionale e del maggior porto del B.
Bibl.: R. Cornevin, Le Dahomey, Parigi 1965; A. Seck, A. Mondjannagni, L'Afrique occidentale, ivi 1966; H. P. Whie, Dahomey, the geographical basis of an African State, in Tijdschr. Voor. Econom. en Sociale Geografie, (1966), n. 2.
Storia. - La vita politica del B. è stata segnata dopo l'indipendenza (1° agosto 1960) da un'eccezionale instabilità, soprattutto per le gravi difficoltà economiche del paese e la presenza - causa uno sviluppo relativamente elevato dell'istruzione, sin dall'epoca coloniale - di una élite che non trova soddisfacente collocazione e nella quale sorgono perciò sentimenti di frustrazione e di scontento; si aggiungono la profonda differenza e i contrasti fra la regione settentrionale e quelle meridionali del paese.
Il presidente H. Maga - eletto nel 1961 dopo essere stato primo ministro dal 1959 - non riuscì a fronteggiare la disoccupazione urbana e, in seguito a disordini e scioperi, fu destituito nell'ottobre 1963 da un colpo di stato militare, guidato dal col. Soglo che fece adottare una nuova costituzione - approvata da un referendum il 5 gennaio 1964 - in base alla quale s'instaurava un "esecutivo bicefalo", al quale erano eletti lo stesso Maga e Sourou-Migan Apithy (già a capo del governo prima dell'indipendenza). Per il fallimento della cooperazione fra i due leaders e il riaccendersi di disordini a seguito della riduzione degli stipendi pubblici, il col. Soglo nel dicembre 1965 intervenne di nuovo assumendo la presidenza e formando un governo di militari e civili, che cercò di risolvere i problemi del paese imponendo sacrifici e contando sull'aiuto francese. A sua volta nel dicembre 1967 (poco dopo il ritorno da una visita ufficiale in Francia) Soglo fu spodestato da un altro gruppo di militari; si ebbe così una fase transitoria conclusa con l'introduzione di una forma di accentuato presidenzialismo (costituzione approvata con referendum del 31 marzo 1968). Contestate le elezioni dai vecchi leaders, i militari le annullarono e portarono alla presidenza l'autorevole economista Emil Zinsou, che diede al B. un breve periodo di stabilità. Un nuovo colpo di stato militare intervenne infatti nel dicembre 1969, promosso dal col. Kouandété; la situazione evolse sino all'introduzione di una legge fondamentale (16 maggio 1970), che prevedeva un Consiglio presidenziale di tre membri, ciascuno dei quali avrebbe esercitato la presidenza per un biennio. Il periodo di presidenza di Maga trascorse ordinatamente sino all'avvicinarsi della successione ad Ahomadegbe, quando si ebbero tensioni ed episodi sospetti. Pur funzionando formalmente il nuovo sistema non risultò adeguato ai sempre più gravi problemi del paese; il 26 ottobre 1972 il col. M. Kerekou destituì il Consiglio presidenziale, arrestandone i tre autorevoli membri, senza peraltro suscitare opposizione nel paese; venne formato un governo di militari originari delle varie regioni. Il governo Kerekou sembra aver consolidato la sua posizione, nonostante tentativi eversivi falliti nel febbraio 1973 e nel gennaio 1975, seguiti da numerose condanne. Nel novembre 1975 è stato fondato il Partito rivoluzionario del popolo del B. (PRPB), presieduto dallo stesso Kerokou; il nome del paese è mutato da Dahomey in Repubblica popolare del Benin. Per le difficoltà interne il B., peraltro piccolo ed economicamente debole, ha esercitato scarso peso politico internazionale; dal 1959 fa parte del Consiglio d'intesa e dal 1965 della OCAM, come già delle precedenti organizzazioni francofone; negli ultimi anni il B. ha allentato i rapporti con la Francia e con i paesi africani francofoni mentre ha stretto più intense relazioni con la vicina Nigeria.
Bibl.: R. Cornevin, Histoire du Dahomey, Parigi 1962; id., Le Dahomey, ivi 1965; S. Decalo, The Politics of Instability in Dahomey, in Genève-Afrique, VII (1968), pp. 5-32; M. A. Glélé, Naissance d'un état noir, Parigi 1969; S. Decalo, Dahomey, 1968-1971. Return to Origins, in Genève-Afrique, X (1971), pp. 76-91; id., Regionalism, Politics and the Military in Dahomey, in Journal of Development Areas, 1973, pp. 449-77.