Poeta e giornalista svedese (Vänersborg 1885 - Växjö 1929). Valente chitarrista, raccolse l'eredità della poesia musicale di C. M. Bellman e di G. Fröding. Il provincialismo Biedermeier delle sue celebri Fridas visor ("Canzoni di Frida", 1922-29), volutamente goffe e quasi prosastiche nel sistematico accostamento di pathos e ironia, di aulicità e banalità, riappare nel romanzo Kvartetten som sprängdes ("Il quartetto disperso", 1924). All'intento idilliaco e parodistico subentra un angoscioso sentimento del mondo, già presente nella raccolta di liriche Kriser och kransar ("Crisi e corone", 1926), che nelle successive Syntaxsupproret ("La rivolta della sintassi", post., 1955), Fridas tredje bok ("Il terzo libro di Frida", 1956), sfocia in una visionarietà convulsa e apocalittica, destinata a segnare, anche da un punto di vista linguistico, la svolta della poesia svedese verso il surrealismo.