(o boiardo; dal russo bojar) Nobile russo. Nell’11° sec. i b. erano essenzialmente capi militari al servizio dei duchi; poi divennero possessori di latifondi e di servi, con l’obbligo di prestare servizio al sovrano, ma con la possibilità di recidere tale legame. Alla metà del 14° sec. i granduchi di Mosca si accaparrarono l’appoggio dei b., facendo del granducato una vasta monarchia. Dai b. provenivano i membri della Duma, il potente Consiglio del sovrano. Verso il 1430 i b. fecero valere per gli uffici di corte e dello Stato i diritti di discendenza nobiliare. Impegnati tra 1450 e 1503 nella lotta con le comunità religiose, persero terreno rispetto all’autocrazia, poi, profittando della minorità di Ivan IV il Terribile (1533-47), tentarono di imporsi, determinando una selvaggia anarchia contro cui, appena assunto direttamente il potere (1547), si pose lo stesso Ivan. Alla sua morte i b. tentarono la riscossa, accettando le direttive della Chiesa e facendo corpo con la nobiltà inferiore, ma le esigenze dello Stato e dell’esercito organizzato all’europea non permettevano più l’osservanza delle precedenze genealogiche. Già alla fine del 17° sec. si progettò di disciplinare il corpo dei ‘servitori dello Stato’, assicurando a tutti i medesimi privilegi iniziali e ponendo eguali condizioni per la carriera. Nel 1861 l’aristocrazia russa perdette la base reale dei suoi privilegi: la servitù della gleba. Nel 1906 essa fu privata degli ultimi vantaggi conferiti dalla nascita e nel 1917 fu annientata dalla Rivoluzione.
Nei Principati di Valacchia e Moldavia i b. costituirono sino all’epoca contemporanea il ceto dirigente. Divisi in varie classi, con titoli diversi derivati da Bisanzio, i più elevati fra tutti erano i b. del divan. Anche in Bulgaria, prima della conquista turca, la classe dirigente era formata dai b., con caratteristiche analoghe a quelle dei b. russi e romeni.