BOLIVIA (VII, p. 304)
Confini (p. 304). - A seguito della soluzione del conflitto col Paraguay per il possesso del Chaco Boreal (v. appresso), una commissione militare internazionale fu incaricata di delimitare una zona neutra tra i due eserciti. La linea di confine provvisoria su 300.000 kmq. di territorio contestato ne ha lasciati 225.000 al Paraguay e 50.000 alla Bolivia; gli altri 25.000 costituiscono la zona neutra.
La superficie della Bolivia, già calcolata a 1.208.500 kmq., può ritenersi ridotta alla cifra, largamente approssimativa, di 1.100.000 kmq. (al quinto posto tra gli stati sudamericani).
Condizioni economiche (p. 308). - L'agricoltura boliviana negli ultimi anni ha fatto notevoli progressi. Nel 1931-32 il mais occupava 350.000 ha. e diede un prodotto di 6,6 milioni di q.; per il frumento i dati sono rispettivamente 50.000 ha. e 400.000 q.; per l'orzo, 98.000 ha. e 980.000 q.; per il riso, 10.000 ha. e 340.000 q. Nella regione delle Yungas ha avuto un forte incremento la coltura del caffè (20.000 ha. nel 1931-32), il cui prodotto (sui 220.000 q. annui) in parte viene esportato. Appena sufficiente alla richiesta interna è invece la produzione del cacao (25.000 q. annui) e del tabacco (meno di 50.000 q.).
Il patrimonio zootecnico nel 1931 era così costituito: 2.064.000 bovini, 390.000 cavalli, 160.000 asini, 264.000 muli, 5.232.000 ovini, 987.000 caprini, 398.000 suini, 1.882.000 lama e alpaca.
Il 1929 fu l'anno di massima produzione dello stagno (47.000 tonn. di metallo); dopo, in conseguenza della crisi economica mondiale, la produzione andò diminuendo, fino a un minimo di 14.700 tonn. nel 1933. Si è verificata poi una ripresa, e nel 1936 si ricavarono 24.500 tonn. di metallo. Nel decennio 1927-36 la produzione massima dell'argento fu di 318.200 kg. nel 1936.
Commercio (p. 311). - Il commercio estero ha subito, dopo il 1929, una contrazione sensibilissima, tanto nelle esportazioni quanto nelle importazioni, segnando una notevole ripresa dal 1933, come può vedersi nella tabella che segue (in milioni di bolivianos):
Ordinamento dello stato (p. 316). - La Bolivia dalla sua creazione come stato ha avuto numerose costituzioni. Dall'anno 1826, in cui fu sanzionata la prima costituzione che affidava il potere legislativo a tre Camere, si sono avute quelle del 1831, del 1834, del 1839, del 1843, del 1851, del 1861, del 1868, del 1871 e del 1878. La costituzione politica boliviana attuale è quella del 17-28 ottobre 1880, emendata l'11 gennaio 1931. Nell'art. 1° la Bolivia adotta la forma repubblicana unitaria; nel 2° "riconosce e sostiene la religione cattolica, permettendo l'esercizio pubblico di ogni altro culto", in conformità della legge del 1906.
Il numero dei deputati è fissato da una legge speciale. I senatori sono ora uno per ogni dipartimento; sono eletti per voto diretto, ma in avvenire dovranno essere eletti dalle assemblee dipartimentali. Sono elettori tutti i cittadini maschi che sappiano leggere e scrivere e posseggano un reddito stabile; se celibi, sopra i 21 anno; se coniugati, sopra i 18. Il presidente della repubblica non è rieleggibile se non siano trascorsi almeno otto anni dallo scadere del primo mandato. Vi sono inoltre due vicepresidenti. I ministri sono responsabili e il loro numero è determinato da una legge speciale (attualmente 7 dicasteri: Affari esteri e Culti; Finanze e Industria, Interni e Giustizia; Guerra e Colonizzazione; Lavori pubblici e Comunicazioni; Educazione nazionale e Agricoltura; Difesa nazionale). Vi è inoltre un Consiglio economico nazionale, composto dei rappresentanti delle varie categorie produttrici, e che esamina gli affari relativi all'economia nazionale; le sue raccomandazioni vengono trasmesse al Congresso.
Organizzazione ecclesiastica (p. 316). - Il 27 gennaio 1930 è stato creato il vicariato apostolico di Chiquitos (residenza in San Ignacio). L'archidiocesi di Sucre ha assunto tal nome nel 1924; tra i suffraganei ha anche il vicariato apostolico del Chaco.
Aeronautica (p. 317). - Il corpo dell'aviazione militare è composto di due gruppi: un gruppo scuola con materiale francese e americano e uno da guerra con apparecchi da caccia, bombardamento e osservazione. In totale una sessantina di velivoli. Gli aeroporti militari sono attualmente tre.
Finanze (p. 317).
Al 31 dicembre 1937 il debito estero ammontava a 1931 milioni e quello interno a 403 (di cui 378 consolidato).
Il boliviano, dopo la riforma monetaria dell'11 luglio 1928 che ne fissò la parità a 13,3 bolivianos = 1 Lst. (contenuto aureo gr. 0,54917) rimase saldo solo per breve tempo; collegato di fatto alla sterlina, risentì poi fortemente della sua caduta, quindi della crisi in genere e da ultimo della guerra del Chaco. Dall'ottobre 1931, sospesa la convertibilità e introdotto il controllo dei cambî, accanto al corso ufficiale prima di 20, poi di 50, quindi di 80 bolivianos = 1 Lst. (a questo tasso furono rivalutate le riserve della Banca al 31 dicembre 1936), c'erano corsi commerciali e bancarî assai più sfavorevoli. Nell'agosto 1937, abolito il controllo dei cambî, il tasso del boliviano fu fissato a 100 per 1 Lst.
Al 31 marzo 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 250 milioni e le riserve a 1,5 in oro e 152,8 in divise estere.
Il Banco Nacional de Bolivia (1871), il Banco Mercantil (1906) e il Banco Alemán Transatlantico (1886: la sola banca straniera) sono i principali istituti di credito, oltre il Banco Central (riorganizzazione del Banco de la Nación del 1911) che cominciò a funzionaie il 1° luglio 1929 e che ha il monopolio dell'emissione.
Bibl.: V. le pubbl. periodiche della Soc. d. Naz., specie l'Annuario.
Storia (p. 317). - Dopo la caduta, in seguito a movimento insurrezionale, del presidente H. Siles nel giugno 1930, la presidenza della repubblica fu assunta, nel 1931, da Daniele Salamanca, che si mantenne al potere sino al 30 novembre 1934. Dimissionario allora, fu sostituito, ad interim, dal vicepresidente L. Tejada Sorzano, che ottenne una proroga del mandato in un primo tempo sino al 6 agosto 1935, e poi sino al 15 agosto 1936. Ma il 17 maggio 1936 un pronunciamento militare della guarnigione di La Paz, allontanava il Tejada dalla presidenza. Presidente della giunta di governo, allora costituita, fu nominato il gen. D. Toro, capo di stato maggiore del comando supremo nella guerra del Chaco. Ma dopo un colpo di stato del gen. Peñaranda, il 13 luglio 1937, il gen. Toro si è dimesso; gli è successo, come presidente provvisorio, il colonnello G. Busch, che il 3 giugno 1938 è stato poi eletto presidente della repubblica.
Al centro della più recente storia boliviana sta la questione del Chaco Boreal e il conflitto che ne è derivato con il Paraguay. Riaccesasi in pieno nel 1932 (v. paraguay, XXVI, p. 291), la guerra (assai cruenta, soprattutto per le disastrose condizioni in cui le truppe dovevano combattere, in una regione come il Chaco, fra epidemie, ecc.) durava fino al 1935 (v. paraguay, App.) volgendo sfavorevolmente per la Bolivia nonostante che, in ultimo, la Società delle nazioni riconoscesse le ragioni della Bolivia, abolendo l'embargo per le spedizioni di armi nei riguardi della Bolivia e mantenendolo, invece, per il Paraguay. Finalmente, con la mediazione del Brasile, degli Stati Uniti, dell'Uruguay, del Chile e dell'Argentina, si giunse ad un armistizio nel giugno 1935, rinnovato col protocollo di Buenos Aires del 21 gennaio 1936.
Nell'aprile 1938 i rapporti tra i due paesi sono nuovamente diventati assai tesi: la Bolivia ha respinto la proposta avanzata dagli stati mediatori (conferenza di Buenos Aires), che la questione del Chaco venisse sistemata mediante trattative dirette fra la Bolivia e il Paraguay, presupponendo una sistemazione basata sulle posizioni tenute dalle truppe dei due paesi. Per ovviare al pericolo d'una ripresa della guerra, si sono riuniti a Buenos Aires (27 maggio 1938) i rappresentanti di tutte le repubbliche americane per cercare di risolvere la vertenza (v. anche paraguay, App.).
Se però si è in tal modo posto fine, almeno temporanea, alle ostilità, la delimitazione precisa dei confini dei due stati nella zona in contestazione non è stata ancora effettuata; la situazione generale dei rapporti fra i due stati è tutt'altro che definitivamente chiarita.