BOLIVIA (VII, p. 304; App. I, p. 287; II, 1, p. 419)
La più recente misurazione cartometrica della B. ha indicato una superficie di 1.098.581 km2.
Popolazione. - Il censimento della popolazione eseguito nel settembre 1950 ha dato 3.019.031 ab., che una valutazione fa salire nel 1959 a 3.400.000 (3 per km2).
Condizioni economiche. - Si sono notevolmente estese (dati del 1954) le colture dell'orzo (62.000 ha), del riso (19.000 ha) e soprattutto quelle delle patate (113.000 ha) e del frumento (84.000). La produzione del frumento è salita a 460.000 q. Diminuita, invece, è la produzione e l'esportazione del caucciù (da 4100 tonn. nel 1945 a 1058 tonn. nel 1957). Nel 1950 è stato eseguito il primo censimento del bestiame, che ha dato i seguenti risultati: bovini, 2.226.600; ovini, 7.223.600; caprini, 1.228.900; suini, 508.800. Tra i minerali prodotti, continua a tenere il primo posto lo stagno, di cui la Bolivia produce normalmente il 15% del totale mondiale ed esporta ingenti quantità (28.240 tonn. di concentrato nel 1957). Nel 1952 alcune compagnie minerarie dei gruppi Patiño, Hochschild e Aramayo, che producono circa il 60% dello stagno boliviano, sono state nazionalizzate. In aumento la produzione del piombo, dello zinco, del rame, del tungsteno e dell'antimonio, di cui nel 1957 si esportarono rispettivamente tonn. 26.300, 19.700, 3900, 2600, 6400 (minerale concentrato); così pure la produzione dell'argento, di cui in tale anno furono esportati 167.180 kg. Il petrolio abbonda nella regione pedemontana, dove secondo alcuni geologi si stenderebbe il giacimento petrolifero potenzialmente più ricco del Sudamerica. La produzione s'iniziò nel 1936 ed è salita nel 1957 a 466.000 tonn. L'aumento maggiore si è avuto dal gennaio 1954, quando fu completato l'oleodotto da Camiri alla raffineria di Cochabamba: ed ora la produzione non solo soddisfa la richiesta interna, ma in parte è pure esportata. Il 1° febbraio 1958 è stata iniziata la costruzione di un altro oleodotto da Cochabamba al porto cileno di Arica.
Comunicazioni. - Nel dicembre 1953 è stata completata la ferrovia Santa Cruz de la Sierra-Corumbá (Brasile), lunga 680 km, e nel dicembre 1957 la ferrovia Santa Cruz de la Sierra-Yacuiba (confine con l'Argentina), di 500 km: cosicché lo sviluppo totale delle ferrovie boliviane all'inizio del 1958 risultò di 3221 km. Pure nel dicembre 1953 è stata aperta al traffico la grande strada (500 km) che da Cochabamba porta a Santa Cruz de la Sierra. Nel 1957 la rete stradale aveva uno sviluppo di 10.547 km; a tale data la Bolivia possedeva 33.250 automezzi. In seguito a negoziati intrapresi nel 1950, il Chile nel 1953 dichiarò Arica porto franco e concesse speciali facilitazioni al commercio boliviano.
Commercio. - Nel quinquennio 1953-57 il valore medio annuo delle importazioni è stato di 76,8 milioni di dollari, e quello delle esportazioni di 107,0 milioni. In queste i prodotti minerarî entrano per il 95% circa (lo stagno rappresenta, da solo, il 60% delle esportazioni e il tungsteno il 15%). Gli Stati Uniti sono al primo posto nel commercio estero boliviano, seguiti a molta distanza dalla Gran Bretagna.
Finanze. - Il ritmo di espansione inflazionistica che ha caratterizzato l'economia del paese nello scorso decennio ha segnato punte vertiginose negli ultimi anni. Il costo della vita è salito nel 1958 a un livello pari a 110 volte quello del 1949. In misura più accentuata sono cresciuti i crediti bancarî a favore del settore privato, ma ancora maggiormente quelli erogati al settore pubblico. Il continuo ricorso del Tesoro alla banca centrale ha portato ad un aumento cospicuo dei mezzi di pagamento all'interno, che in parte è dovuto ai maggiori esborsi per l'acquisizione statale di valute estere che si sono resi necessarî a causa delle continue svalutazioni del boliviano.
La continuità del deficit nella bilancia dei pagamenti con l'estero ha praticamente esaurito le riserve valutarie del paese, che a fine 1958 sono scese ad un livello pressoché irrisorio. Fin dall'inizio del 1954 tutte le esportazioni sono state accentrate da agenzie statali e, in un certo senso, nessun tasso di cambio risultava implicato. In effetti, l'ultima parità dichiarata al Fondo monetario di 190 bolivianos per dollaro S. U. A. non ha avuto applicazione. Gli esportatori erano pagati in bolivianos sulla base del costo dei prodotti più una quota addizionale. Gli importatori potevano ottenere valute al cambio di 190 con l'applicazione di una soprattassa che ha raggiunto persino 15 volte il cambio ufficiale. Malgrado le riforme del dicembre 1956 e dell'ottobre 1958, con cui il sistema di cambî multipli prima vigenti è stato sostituito con un cambio unico fluttuante, la situazione finanziaria rimane una grave minaccia per la vita economica e politica del paese.
Storia. - Nella tormentata vita del paese, un periodo relativamente tranquillo si ebbe sotto la presidenza di Enrique Hertzog che, potenziando l'industria petrolifera, riuscì ad ottenere un miglioramento economico. In tale periodo, tuttavia, il governo fu costretto a dichiarare illegale l'attività del Movimento Nacional Revoluconario (31 maggio 1949) e del partito comunista (11 aprile 1950). Ma nel maggio 1981 il MNR, movimento nazionalista di sinistra, appoggiato dal PIR "partito social-marxista con piena autonomia nazionale", vinse clamorosamente le elezioni portando alla presidenza Víctor Paz Estenssoro che si era rifugiato in Argentina in seguito al linciaggio di G. Villaroel. Il presidente in funzione, M. Urriolagoitía, annullando il risultato delle elezioni, consegnò il potere ad una junta militare capeggiata dal generale H. Ballivián e sostenuta dalle tre grandi famiglie che controllavano la produzione dello stagno, Patiño, Aramayo e Hochschild. L'anormale situazione non durava però a lungo e nell'aprile del 1952 il 114° colpo di Stato portava a La Paz il legittimo presidente Paz Estenssoro il quale iniziò subito le riforme fondamentali che miravano a dare un nuovo volto al paese. Furono suoi principali collaboratori gli organizzatori sindacali Juan Lechin, ministro delle Miniere, e Germán Butrón. Il nuovo governo concedette (21 luglio) il diritto di voto alle donne e agli analfabeti garantendosi per future consultazioni. Il 31 ottobre un decreto presidenziale nazionalizzava le miniere di stagno appartenenti in gran parte ai tre magnati suddetti che da trent'anni dominavano la scena politica boliviana. Il provvedimento, avversato dai potenti gruppi interessati, provocò una serie di problemi: il rimpatrio degli ingegneri e tecnici stranieri, la necessità d'importare nuove attrezzature e di dover raffinare il minerale in Inghilterra e negli Stati Uniti, paesi che si ritenevano danneggiati dall'espropriazione. Inoltre il prezzo dello stagno boliviano aumentò in seguito al miglioramento dei salarî e ciò nel momento in cui sui mercati mondiali il prezzo dello stagno diminuiva; la restrizione delle vendite e l'aumento del costo della vita accentuarono l'inflazione che incominciò a diventare allarmante. Nel 1953 per eliminare alcuni ostacoli nella sua politica estera, il governo dovette transigere e indennizzare alcuni gruppi statunitensi, britannici, svizzeri, francesi e cileni. Il 2 agosto 1953 in B. fu dato inizio alla riforma agraria, che colpiva i latifondi, risparmiando in tutto o in parte la piccola e la media proprietà, e che prevedeva fra l'altro la creazione di comunidades rurali e cooperative agricole, dotate di personalità giuridica e sovvenzionate dallo Stato. La riforma mirava anche al migliore sfruttamento dei fertili territorî orientali scarsamente popolati e privi di comunicazioni. È prevista la costruzione di una vasta rete stradale ma gli indios che vivono negli altipiani occidentali si rifiutano di scendere nelle pianure; si pensa di aggirare la difficoltà mediante l'immigrazione. All'attivo del regime di Paz Estenssoro va segnalato che per la prima volta nella storia boliviana il bilancio del ministero dell'Educazione nazionale supera quello della Difesa. La riforma agraria fu largamente aiutata dagli S. U. A. e dalla FAO. L'attuazione delle riforme, ovviamente, inasprì l'opposizione, che faceva scoppiare una prima ribellione nel gennaio 1953 e un'altra, più vasta, nel mese di novembre. Il moto fu organizzato dalla Falange socialista boliviana, raggruppamento di destra comprendente proprietarî terrieri, industriali, ufficiali e funzionarî epurati. Anche questa ribellione venne soffocata ed i promotori furono arrestati o esiliati. Ma anche l'ala oltranzista e nazionalista del MNR non appariva soddisfatta ed accusò il capo dello Stato di soggezione agli S. U. A. Paz Estenssoro però resistette a tutte le pressioni e il 4 luglio 1954 faceva arrestare parecchi dirigenti comunisti ed esigeva (9 ottobre) le dimissioni dei due ministri, fra i quali Juan Lechin, che rappresentavano la tendenza estremista. Prevaleva quindi la tendenza più moderata impersonata dal vicepresidente Hernán Siles Suazo (capo della rivoluzione del 1952), il quale veniva portato alla massima carica dello Stato nelle elezioni del 17 giugno 1956 e poteva così continuare l'opera iniziata da Paz Estenssoro. Difficile anche per il nuovo presidente trovare il giusto equilibrio fra gli estremisti, fautori di una politica populistica in contrasto con la realtà della B., ed i moderati, propensi ad attuare le riforme gradualmente e con l'assistenza di aiuti esteri. Nei rapporti con l'estero Siles Suazo ha concluso accordi con l'Argentina (dicembre 1957) e col Brasile (27 gennaio 1958) ed ha realizzato il collegamento ferroviario fra Santa Cruz e Yacuiba (confine con l'Argentina) e Corumbá (Brasile). Quest'ultima ferrovia dovrebbe essere pagata con lo sfruttamento da parte del Brasile di una zona petrolifera boliviana. D'altra parte la B. ha concesso vaste aree ad una società statunitense per lo sfruttamento del petrolio. Questo prodotto dovrebbe costituire il fattore principale della ripresa economica boliviana, che va però subordinata ad una certa stabilità politica: negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli scioperi e varî tentativi di ribellione sono stati soffocati nel sangue. Uno dei più gravi è avvenuto il 19 aprile 1959, promosso dalla Falange socialista il cui leader, Oscar Unzaga de la Vega, è morto suicida. Il 5 giugno 1960 si sono svolte le elezioni presidenziali: i candidati del MNR hanno ottenuto una chiara vittoria che ha riportato alla massima carica dello stato Víctor Paz Estenssoro e alla vicepresidenza il segretario generale della Central Obrera Boliviana Juan Lechín.
Bibl.: H. Gutersohn, Ecuador, Peru, Bolivien, Berna 1948; C. Montenegro, Nacionalismo y Coloniaje, La Paz 1953; H. Osborne, Bolivia. A Land divided, New York 1954; C. Fain, Bolivie, Parigi 1955; R. Alexander, The Bolivian national revolution, New Brunswick 1958; J. J. Considine, New horizons in Latin America, New York 1958.