Bolivia
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'America Meridionale. La popolazione ammontava a 8.274.325 ab. secondo il censimento del 2001 e a 9.182.000 secondo stime del 2005, con una crescita sostenuta (2,0% all'anno nel periodo 2000-2005), grazie a un elevato quoziente di fecondità (3,8 figli per donna nel 2003), uno tra i più alti dell'America Latina. Il fenomeno dell'urbanizzazione ha un'incidenza notevole, anche se non così accentuata come in altri Paesi dell'area, e le città accoglievano nel 2003 il 63,4% della popolazione: la rete urbana è dominata da La Paz, capitale amministrativa e sede del governo (la capitale legale è Sucre), con 789.585 ab. al cens. del 2001 (1.476.721 ab. per l'agglomerato urbano secondo una stima del 2005); seguivano Santa Cruz de la Sierra (1.135.526), Cochabamba (517.024) e Potosí (145.057).
La B. rimane uno dei Paesi più poveri dell'America Latina, e le sue prospettive di sviluppo sembrano limitate dai gravi conflitti sociali e dall'eccessiva pressione demografica. L'agricoltura rappresenta un settore importante dell'economia. Tra la fine del 20° e i primi anni del 21° sec. le colture commerciali (in particolare la soia) registravano un consistente sviluppo grazie al concorso di investitori argentini e brasiliani, nonché alle condizioni climatiche, che nella zona di Santa Cruz permettono due raccolti l'anno. La B. produce anche banane, ananas, canna da zucchero, cotone, caffè e, in misura crescente, legname, ma su tutto prevalevano i redditi illegali provenienti dalla coltivazione della coca, di cui il Paese era il terzo produttore mondiale dopo il Perù e la Colombia, mentre i programmi di distruzione delle piante di coca, promossi dal governo con l'assistenza dell'amministrazione statunitense, si scontravano con la mobilitazione dei contadini della regione di Cochabamba e in genere di tutti i lavoratori che, licenziati dal settore pubblico in seguito alla recessione degli anni Ottanta, si sono trovati costretti a emigrare nelle zone rurali e a trasformarsi in cocaleros.
L'attività mineraria, fortemente diversificata, rappresenta uno dei pilastri dell'economia; tuttavia, il calo dei prezzi di alcuni minerali sui mercati internazionali (stagno, argento, antimonio) aveva ridotto in maniera significativa i redditi provenienti dalle esportazioni. Le modeste quantità di petrolio estratto (1,5 milioni di t nel 2003) erano destinate al consumo interno, mentre la produzione di gas naturale raggiungeva valori ben superiori (6,7 miliardi di m3) e alimentava una discreta corrente di esportazione. L'industria è ancora a uno stadio iniziale, e tra tutte prevalgono le attività manifatturiere.
Storia
di Francesca Socrate
Sul finire del 20° sec. la B. si presentava ancora caratterizzata dai forti contrasti e dalle drammatiche tensioni che ne avevano segnato la storia nei decenni precedenti. Il potere militare continuava a svolgere un ruolo preminente nella composizione della classe dirigente; la produzione e il commercio della droga, iniziati negli anni Settanta, costituivano ancora una quota significativa del PIL ed erano fonte di corruzione a tutti i livelli della pubblica amministrazione; la conflittualità sociale investiva diversi settori della popolazione, a cui il potere centrale, mentre ricorreva iterativamente a misure repressive, sembrava incapace di rispondere con iniziative politiche di largo respiro. Tuttavia con i primi anni del 21° sec. assunse un importante rilievo la nuova questione del controllo delle risorse: il movimento che si andò costituendo contro la privatizzazione dell'acqua, prima, e del gas in un momento successivo costituì infatti il principale avversario dei governi in carica.
H. Bánzer Suárez, dittatore della B. tra il 1971 e il 1978 e leader dell'Alianza Democrática Nacionalista (ADN), era stato eletto presidente della Repubblica nell'agosto 1997 con l'appoggio del Movimiento de Izquierda Revolucionaria (MIR) e dei populisti dell'Unión Cívica Solidaridad (UCS) e della Conciencia de Patria (CODEPA); durante il suo mandato dimostrò una sostanziale debolezza politica, e sul fronte del narcotraffico i suoi programmi di sradicamento della coltivazione della coca si scontrarono con un'opposizione violenta. Ondate di scioperi investirono anche altri settori produttivi: nella primavera del 2000 il Paese fu paralizzato da due settimane di proteste contro il rincaro dell'acqua successivo alla sua privatizzazione, cui il governo rispose con la promulgazione dello stato d'emergenza; tra l'autunno 2000 e la primavera 2001 si fermarono gli insegnanti e altri settori della pubblica amministrazione, che chiedevano aumenti di stipendio. Le diverse iniziative governative, compresa la promessa di istituire sette commissioni per esaminare con i rappresentanti dei gruppi di opposizione le varie questioni sul tappeto, non posero fine alle agitazioni. Nell'agosto 2001 Bánzer Suárez si dimetteva e veniva sostituito, fino alle elezioni presidenziali e legislative del giugno 2002, dal vicepresidente J. Quiroga Ramírez. I risultati delle consultazioni presidenziali premiarono G. Sánchez de Lozada, già presidente dal 1993 al 1997 e rappresentante del moderato e liberista Movimiento Nacionalista Revolucionario (MNR), che ottenne il 22,5% dei voti, seguito, con il 20,9%, da E. Morales, dirigente sindacale dei coltivatori di coca e leader del raggruppamento di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS). Nelle consultazioni legislative il MNR ottenne 36 seggi, il MAS 27, il MIR 26 e il partito di centrodestra Nueva Fuerza Republicana (NFR) 25. Il nuovo presidente formò in agosto un governo di coalizione con MNR, MIR, UCS, MBL (Movimiento Bolivia Libre) e ADN che, anche per le pressioni statunitensi, affrontò per prima la questione del narcotraffico: in settembre fu così organizzato un incontro con i coltivatori di coca, guidati da Morales, che non portò tuttavia a risultati significativi, mentre veniva decisa la sospensione temporanea del programma di sradicamento delle coltivazioni nella regione del Chaparé. Il Paese, avviato verso una difficile fase recessiva, continuava a essere attraversato da lacerazioni e scontri durissimi: nel dicembre 2002 scendevano in piazza i pensionati contro le nuove misure che legavano le pensioni all'indice dei prezzi al consumo piuttosto che al dollaro statunitense; un nuovo movimento di contadini senza terra, prevalentemente di origine india, nato l'anno precedente nelle regioni di Santa Cruz e Tarija, reclamava un'assemblea costituente che modificasse il sistema di rappresentanza politica a favore delle popolazioni indigene; nuove e cruente manifestazioni opponevano coltivatori di coca e forze dell'ordine (genn. 2003), e, nel febbraio 2003, dopo la decisione di una nuova tassa adottata per affrontare il grave deficit pubblico, una dura protesta vide scendere in piazza a La Paz, accanto ai ceti medi e piccoli penalizzati dalla nuova imposta, 7000 poliziotti che rivendicavano aumenti salariali. Alle dimissioni del governo (febbr.) succedeva un nuovo gabinetto che annunciava il ritiro delle contestate misure fiscali (marzo) e otteneva nuovi finanziamenti dal Fondo monetario internazionale (luglio).
Ma nel marzo il progetto di costruire un gasdotto dalla regione di Tarija fino al Pacifico, in territorio cileno, provocava un nuovo movimento di protesta in nome della difesa delle risorse nazionali, guidato dal sindacato contadino Confederación Sindical Única de los Trabajadores Campesinos de Bolivia (CSUTCB) e da quello operaio Central Obrera Boliviana (COB): l'intervento dell'esercito e gli scontri che a più riprese si susseguirono, provocando decine di morti, portarono alle dimissioni di Sánchez de Lozada e alla sua sostituzione con il vicepresidente C. Mesa (ott. 2003). Il discredito della classe politica e l'incapacità del nuovo governo di far fronte alla gravi difficoltà del Paese aprirono una crisi profonda nella società boliviana, esplosa infine nel giugno 2005 con nuove manifestazioni che reclamavano la nazionalizzazione del gas e arrivarono a investire drammaticamente la stessa capitale. Il Congresso si spostò a Sucre, la capitale costituzionale, dove i parlamentari designavano il presidente della Corte suprema E. Rodríguez come successore del dimissionario Mesa.
Sul piano internazionale, anche agli inizi del Duemila le relazioni diplomatiche con il Cile, dopo una breve tregua accompagnata da una serie di incontri bilaterali (1999), conobbero nuovamente le tensioni del decennio precedente sulla questione dell'accesso al Pacifico.