Rivoluzionario e scrittore russo (Vilnius 1879 - Mosca 1925). Membro del partito socialista rivoluzionario dal 1903, fu a capo della sua organizzazione terroristica e durante la prima guerra mondiale combatté nell'esercito francese. Tornato in Russia, dopo la rivoluzione del febbr. 1917 fu viceministro della Guerra, ma fu obbligato alle dimissioni per il suo appoggio al tentativo insurrezionale di L. G. Kornilov (ag. 1917). Successivamente, avverso alla rivoluzione bolscevica, costituì l'Unione per la difesa della patria e della libertà, organizzazione militare segreta, protagonista di una sollevazione a Jaroslavl´ (luglio 1918). Fuggito a Parigi, sostenne l'intervento alleato contro il governo bolscevico che poi combatté, alla testa di un corpo di volontarî russi, a fianco dell'esercito polacco (1920-21). Rientrato in Russia nel 1924, fu arrestato e condannato a dieci anni di carcere; morì in circostanze poco chiare. Come romanziere, dopo Kon´ blednyi (pubbl. nel 1909 con lo pseud. di Viktor Ropšin; trad. it. Il cavallo pallido, 1976), in cui un terrorista s'interroga sul proprio diritto a uccidere, pubblicò Kon´ voronoj (1923; trad. it. Il cavallo nero, 1976), ispirato alle vicende della guerra civile.