Accessorio degli indumenti, a forma di disco, di pallina, di oliva ecc., che serve a unire due lembi. Per la fabbricazione sono usate moltissime materie prime: avorio vegetale (semi di piante della famiglia delle palme), legno (acero, faggio, ontano), corno (di bue e di bufalo), ossi (di bovini e di equini), madreperla (conchiglie di madreperla), vetro, porcellana, metalli, cartone rivestito di stoffe, cuoio e soprattutto materie plastiche.
Sconosciuto all’antichità, il b. fa la sua comparsa nel 13° sec. come ornamento, in pietre preziose o metalli di lavorazione pregiata. Si diffuse poi anche a scopi pratici, realizzato in ottone o rame, pur rimanendo una produzione artistica, appannaggio dei gioiellieri. La fabbricazione industriale ebbe inizio in Inghilterra dopo la fine del 18° sec. con centro a Birmingham e si diffuse poi in Francia al tempo della Rivoluzione e di lì in tutta Europa.
Nei Mammiferi placentati, la massa cellulare interna della blastocisti da cui derivano i foglietti embrionali e alcuni degli annessi embrionali (➔ embrione).
B. diaframmatico Punto di incontro tra la linea parasternale destra e una orizzontale tracciata in prolungamento della decima costa.
B. di senso Organi di senso cutanei presenti nella cute di Pesci, Anfibi Urodeli, larve di Anuri.
In botanica b. è il nome volgarmente utilizzato per designare la gemma (➔) o il bocciolo (➔).