BRASILE (VII, p. 700; App. I, p. 309; II, 1, p. 444; III, 1, p. 257)
Dal 26 aprile 1960, trasferita la capitale a Brasília, il distretto federale di Rio de Janeiro (creato nel 1808) è diventato uno degli stati brasiliani col nome di Guanabara (dalla baia omonima), ma successivamente è stato riunito allo stato di Rio de Janeiro; inoltre dal 15 giugno 1962 il Territorio di Acre è diventato stato federale. Dal 1966 il Territorio di Rio Branco si chiama Roraima.
Le conoscenze sulla struttura geologica del paese si sono andate accrescendo attraverso prospezioni predisposte dallo stato, che in alcuni casi hanno rilevato la presenza nel sottosuolo di minerali utili. Una sintesi delle conoscenze attuali si può desumere dall'opera di K. Beurlen, mentre una chiara esposizione degli aspetti fisicomorfologici si deve a J. Demangeot. Per il Rio delle Amazzoni recenti ricerche hanno potuto determinare che le portate medie sono superiori a quanto si riteneva (157.000 m3 al secondo), come pure quelle dei suoi principali affluenti (Rio Negro: 35.000 m3 al sec). Da segnalare la creazione di due laghi artificiali di grandi dimensioni, quello di Três Marias (1100 km2) sul San Francisco (1961) e di Furnas (1350 km2: il maggiore dell'America Meridionale) nello stato di Minas Gerais (1965), ottenuto sbarrando il Rio Grande (affluente del Paraná) presso Belo Horizonte.
Popolazione. - Il censimento eseguito nel settembre 1970 ha contato nel B. 93.215.301 ab. (v. tab.1), con un aumento di oltre 23 milioni rispetto a quello del 1960 (70.992.343). Tenuto conto che l'accrescimento annuo è del 2,9%, il B. ha superato i 100 milioni di ab. (1975), ponendosi al settimo posto, dopo Cina, India, Unione Sovietica, Stati Uniti, Indonesia, Giappone. In mancanza di statistiche ufficiali si stima che i bianchi siano il 61,7%, i meticci (incroci diversi: pardos) il 26,5%, i negri l'11%, gli asiatici (soprattutto giapponesi) 0,6%, mentre trascurabile (50.000) è il numero degli amerindi rimasti puri. L'unità nazionale non risulta incrinata da queste differenze razziali, anche se il livello di vita e le abitudini dei diversi gruppi risultano diversi. A differenza che nel passato, esiguo è ora il movimento migratorio verso il B. (10-15.000 individui all'anno, per un terzo Portoghesi), per cui l'altissimo aumento deriva quasi esclusivamente dall'elevata natalità, superiore al 40‰ (tra le più alte del mondo), mentre la mortalità è andata gradualmente diminuendo per abbassarsi sul 15‰. Ne deriva un'eccessiva pressione demografica sulle risorse e una popolazione con salari bassi, livello di vita misero, priva d'istruzione (gli analfabeti si valutano in B. il 39%), con squilibri notevoli tra le zone interne e gli stati del Nord e del Nord-Est, privi di industrie, e le metropoli del B. di Sud-Est. Ne scaturiscono ingenti spostamenti di persone in cerca di lavoro ora definitivi, ora temporanei (in caso di cataclismi, siccità, ecc.) soprattutto verso le maggiori città, dove i nuovi venuti si adattano per lo più a vivere alla periferia in modo precario; si calcola che ora il 56% della popolazione viva nelle città (1940: 36%). Tenuto conto della elevata natalità, la popolazione del B. è composta per la massima parte da giovani (il 53% risulta avere meno di 20 anni); il 28% è tra 20 e 40 anni; il 14% tra 40 e 60 anni (l'età media risulta sui 44 anni) e appena il 5% è di età superiore a 60 anni.
La densità di popolazione, che è in media di 10,9 ab. per km2, mostra un notevole contrasto tra zone ben popolate, come in genere quelle costiere rivolte all'Atlantico dall'Amazzonia alla frontiera uruguaiana (con valori più elevati nel Nordeste e soprattutto in corrispondenza a Rio de Janeiro, San Paolo e Porto Alegre), e le regioni interne, dove si scende a 2-10 ab. per km2 nelle regioni deforestate a economia pastorale (sertão) e ad appena un abitante per km2 nell'Amazzonia e nel Mato Grosso. Cinque città (1970) superano il milione di ab.: San Paolo, 5.924.615 (ma oltre 8 milioni nell'agglomerazione urbana); Rio de Janeiro, 4.251.918; Belo Horizonte, 1.235.030; Salvador, 1.007.195 e Recife, 1.060.701. Brasilia ne conta 272.002 (537.492 nel distretto federale, di 5814 km2). Il processo di urbanizzazione non è limitato alle grandi metropoli; infatti numerose città di oltre 10.000 ab. sono sorte nelle regioni meridionali interne, stimolate dalle migliori comunicazioni, dallo sviluppo industriale e dal più elevato tenore di vita. Di contro nelle regioni di Nord-Est alcuni territori agricoli ad alta natalità hanno visto diminuire i loro abitanti.
Economia. - Allo scopo di potenziare le industrie, a partire dal 1963 è stato introdotto un sistema di incentivi fiscali, in base al quale metà delle imposte sul reddito delle persone giuridiche può essere depositata nelle banche per finanziare progetti di utilità pubblica, com'è già avvenuto a S di Recife e ad O di Salvador (zona di Arata).
Nel 1975 ha avuto inizio il secondo piano di sviluppo, che riguarda diversi rami dell'economia brasiliana: ricerca di giacimenti di petrolio nella piattaforma continentale (nel 1971 le acque territoriali sono state estese a 200 miglia), sviluppo della rete stradale, sfruttamento di nuove miniere di ferro (Carajas) e di bauxite (Amazzonia). Per il futuro il B. si propone pure di creare una flotta mercantile in grado di esportare i prodotti brasiliani (ora possiede soltanto 469 navi con una stazza lorda di 2,1 milioni di t); di diffondere la meccanizzazione nel campo agricolo, di migliorare l'allevamento bovino.
Agricoltura e allevamento. - Il settore agricolo, anche se danneggiato più dell'industria dall'inflazione, conserva la sua importanza, come mostra il fatto che il 44% della popolazione attiva è addetta all'agricoltura (1970).
I terreni arativi e le colture arborescenti (come il caffè) si estendono sul 3,5% del territorio, prati e pascoli sul 12,6%, boschi sul 60,8%, mentre il resto è incolto o improduttivo. Nel dicembre 1964 si è avuto un tentativo di riforma agraria con l'approvazione di uno "statuto della terra", che prevede di dare assistenza tecnica ai produttori, crediti per i miglioramenti, garanzia di ottenere prezzi rimunerativi, incoraggiamento a diventare proprietari di terreni pubblici e minaccia di espropriazione per quei proprietari che non si curino di coltivare le terre. Poiché continuavano a esistere notevoli squilibri (il 47% delle terre spetta a proprietari di oltre 1000 ha), nel luglio 1970 è stato creato l'Istituto Nazionale della Colonizzazione e Riforma Agraria (INCRA) che ha predisposto un piano sia nazionale che regionale per potenziare le colture e soprattutto quella del grano, la cui produzione è insufficiente, che (col mais) è alla base dell'alimentazione del popolo brasiliano. Tra i progetti d'irrigazione è stato effettuato quello del fiume Corrente (Bahia), che riguarda un comprensorio di 215 mila ha.
La coltura del caffè si è andata sviluppando sempre più nelle parti settentrionale e occidentale dello stato di Paraná (che fornisce ora il 58% della produzione, contro il 28% dello stato di S. Paolo e il 6% del Minas Gerais), dato che la pianta soffre meno le ondate di freddo; inoltre la rodovia do café, costruita verso il 1960 nel Paraná, agevola lo smercio verso Curitiba e il porto di Paranaguá.
L'allevamento bovino, che si pratica in modo diverso, con prevalenza di forme estensive, ha superato i 100 milioni di capi. Esso è andato assumendo importanza notevole soprattutto nel B. centro-occidentale, favorito dalle nuove arterie stradali che collegano le zone d'allevamento ai centri di consumo di carne della fascia costiera atlantica. La pesca non ha avuto modificazioni di rilievo (527.000 t nel 1974) e resta modesta, con possibilità di sviluppo data la presenza di 7400 km di coste marittime.
Miniere e fonti di energia. - Importanza sempre maggiore sono andate assumendo le miniere di ferro, localizzate per la massima parte nel quadrilatero ferrifero (zona di Itabira nel Minas Gerais); il minerale si trova in una fascia lunga 100 km e larga 75 in tasche di ematite (ora compatta, ora pulverolenta) e viene estratto a cielo aperto. L'esportazione (35.400.000 t di ferro nel 1973) è stata facilitata in seguito all'apertura del porto di Tubarão presso Vitoria (a 440 km dalle miniere). Per lo sfruttamento del giacimento di Aguas Claras, presso Belo Horizonte, è stata costruita una ferrovia che mette capo al nuovo porto di Sepetiba presso Rio. Sta inoltre per essere iniziato lo sfruttamento del giacimento della Serra dos Carajás nell'Amazzonia. Per il manganese importanza sempre maggiore sono andati assumendo i giacimenti di Macapá nell'Amapá (Serra do Navio). Per il nickel nel 1974 è stata iniziata l'estrazione del deposito di Niquêlandia (Goiás). Nuovi giacimenti di uranio sono stati individuati a Poços de Caldas (associati a bauxite) e Serra da Moeda (nel Minas Gerais). In aumento è la produzione di petrolio (1974: 8.267.000 t), in seguito al ritrovamento di nuovi pozzi nello stato di Alagoas (1966). Nel maggio 1966 è stato inaugurato l'oleodotto che collega Rio de Janeiro a Belo Horizonte (365 km) e nell'aprile 1969 quello (120 km) tra la raffineria di Cubatao e São Sebastião presso Santos. Inoltre nel 1973 è entrata in funzione la raffineria di Paulinìa nel Planalto Paulista.
Le fonti di energia hanno tratto profitto dall'entrata in funzione di tutta una serie di impianti idroelettrici. Tra i maggiori vanno ricordati quelli di Urubupungà sul Paraná (in parte dovuti a un'impresa italiana: Imprigilo) con le centrali di Jupiá e dell'isola Solteira (completate nel 1973-74), di Fumas (maggio 1965), di Estreito sul Rio Grande (luglio 1970), di Xavantes sul Parapanema (gennaio 1971). Si è anche provveduto a ingrandire gl'impianti già esistenti di Paulo Afonso e Sobradinho sul San Francisco. In complesso la potenza idrica installata è di 13.490.000 kW e la produzione di 47 miliardi di kWh. Un impianto nucleare è in costruzione ad Angre presso Rio.
Industrie. - In questo settore si sono fatti notevoli progressi, spesso ricorrendo a capitali stranieri e utilizzando i fondi erogati dallo stato. Nei tessili accanto alle fibre naturali si è sviluppata l'industria delle fibre artificiali e sintetiche. Tra le industrie alimentari, disperse per tutto il paese, progrediscono lo zuccherificio e l'industria delle carni congelate e refrigerate. Nel campo chimico condizioni favorevoli si presentano all'industria della gomma (sia naturale che sintetica) e soprattutto all'industria petrolchimica, concentrata in complessi di grandi dimensioni; l'impianto di Capuava, inaugurato nel giugno 1972 nello stato di San Paolo, in prossimità di una raffineria di petrolio, è tra i maggiori del mondo, con produzione di materie plastiche (polietilene e polistirene), tessili sintetici, insetticidi, ecc. di minori dimensioni sono gl'impianti di Guaíba (Rio Grande do Sul) e Aratú (Bahia). In progresso anche l'industria della carta (nel 1971 è stata aperta una cartiera a Goiana, Pernambuco), del cemento (nuovo impianto di Irajá nello Stato di Rio de Janeiro), del vetro, dei prodotti farmaceutici, del materiale elettrico, dell'alluminio (1970: nuovo impianto di Poços de Calda), dell'automobile (costruiti ora in B., soprattutto a São Bernardo do Campo presso San Paolo), dei trattori (in parte esportati verso altri stati sudamericani). I prodotti delle industrie sono ora al primo posto come valore delle esportazioni (28,2% nel 1972), seguiti da caffè (23,4%), zucchero (7,2%), cotone (6,7%), minerale dì ferro (5,7%). Principali acquirenti sono gli stati del MEC (28%), gli Stati Uniti (22,5%) e il Giappone (4,4%).
Vie di comunicazione. - Nell'ultimo quindicennio e soprattutto dal marzo 1964 la rete stradale, alla quale sovraintende il Departamento Nacional de Estradas de Rodagem, ha fatto notevoli progressi e le autostrade sono passate da 36.400 km (di cui 11.400 asfaltati) nel 1964 a 73.000 (di cui 57.000 asfaltati) nel 1973, mentre le strade ordinarie, nello stesso periodo, sono più che raddoppiate (1.217.725 km nel 1973). Su di esse circolano 4,6 milioni di autoveicoli.
Tra le strade più importanti va segnalata la Brasilia-Belém, aperta nel 1962 (lunga 2.000 km). Parte da Anapolis (presso Brasilia), segue lo spartiacque tra Tocantins e Araguaia (evitando la foresta a galleria), traversa il Tocantins e penetra nella foresta amazzonica per sboccare a Belém; essa costituisce un asse importante d'attrazione per agricoltori (riso, cotone) e allevatori di bestiame; e in pari tempo ha raggiunto lo scopo d'incorporare l'Amazzonia, che finora aveva costituito un mondo a parte, al resto del paese. Contribuirà a questo scopo anche la Transamazzonica, in corso di costruzione, che unirà João Pessoa (Paraíba, vicino a Cabo Branco, punto più orientale del B.), a Cruzeiro do Sul (Acre) e al confine col Perù (in tutto 5419 km), tagliando i grandi affluenti di destra del Rio delle Amazzoni; già è in corso di colonizzazione la zona di Altamira da parte di agricoltori provenienti dal Nordeste. Si affianca ad essa la Parimetral Norte (Puerto Grande-Caracaraí), come pure i collegamenti Manaus-Porto Velho e Manaus-Boa vista. Lo stato si è riservato in molti casi la disponibilità di una fascia ai due lati delle strade per la colonizzazione interna. La Rodovia Translitorânea, lunga 4000 km, da Natal ai dintorni di Porto Alegre, collega tra loro nuove capitali di stati brasiliani.
Da ricordare anche la costruzione di alcuni ponti, come quello (lungo 13,9 km, dei quali 8,2 sul mare) che collega Rio de Janeiro a Niteròi (1973), quello sul fiume Chuy presso Santa Vitória do Palmar sul confine tra B. e Uruguay (1971) e il Ponte de Amizade tra B. e Paraguay presso Foz de Igaçu (1970), che viene raggiunto da una strada proveniente da Paranaguá (750 km).
Sono stati costruiti anche diversi tronchi ferroviari; del marzo 1967 è il collegamento di San Paolo con Brasilia. Nel 1962 è stata completata la linea Central do Paraná, collegando Ponta Grossa ad Apucarana. La rete ferroviaria è ora lunga 31.379 km (dei quali 2671 elettrificati).
Nel campo dei trasporti marittimi va ricordata l'apertura (aprile 1966) del porto di Tubarão (12 km a N di Vitória), appositamente attrezzato per l'esportazione del minerale di ferro. Un altro terminale per l'esportazione del ferro è in funzione dal 1970 a Sepetiba presso Rio. Dal 1973 è entrato in funzione nello stato di Bahia il porto di Malhado.
Bibl.: Autori vari, Brasil, a Terra e o Homem. vol. I: As bases físicas (a cura di A. De Azevedo), San Paolo 1964; Atlas Nacional do Brasil, Rio de Janeiro 1966 (45 carte); K. Beurlen, Geologie von Brasilien, Berlino 1970; G. E. Schuh, The agricultural developemnt of Brazil, new York 1970; Autori vari, La régionalisation de l'espace du Brésil, Parigi 1971; J. Demangeot, Le continent brésilien, ivi 1972; Henshall-Momsen, A geography of Brazilian development, Londra 1974; B. Bret, Données et réflexions sur l'agriculture brésilienne, in Annales de géographie, 84° (1975), pp. 557-88. Vedi tav. f. t.
Economia. - Storicamente il B. ha una tradizione d'inflazione "cronica"; essa infatti è stata di circa l'11% all'anno nell'immediato dopo guerra, ha raggiunto quindi il 17% tra il 1958 e il 1968, con punte di oltre il 30% tra il 1959 e il 1963, arrivando a più dell'80% nel 1963 fino a toccare più del 100% nel primo quadrimestre del 1964.
Dato l'aspetto psicologico che derivava dall'inflazione cronica brasiliana e la conseguente deformazione dell'assetto strutturale delle industrie, un'azione brusca avrebbe comportato il rischio di una grave disoccupazione, senza peraltro riuscire a correggere, nel breve periodo, le distorsioni dei prezzi. Tra il 1964 e il 1967 si è perciò studiata una politica economica volta a rimuovere le cause dell'inflazione senza effetti recessivi, attraverso il tentativo di eliminare gli effetti di distorsione nell'impiego delle risorse che fino ad allora si erano prodotti.
Tale politica, sintetizzatasi nella formula brasiliana della correzione monetaria (v. indicizzazione), fu applicata dal 1967. Le sue componenti essenziali sono:1) indicizzazione generalizzata di tutte le forme di risparmio. Questa misura ha avuto un effetto salutare sul mercato finanziario, e sulla formazione del risparmio, promuovendo un'elevata domanda di buoni del Tesoro, e permettendo al governo di raccogliere moneta non inflazionata da utilizzare per lo sviluppo dei piani economici prefissati.
2) Il meccanismo d'indicizzazione del salario, che, decretato con legge, dispone che gli aggiornamenti salariali vengano fatti annualmente. La scala mobile salariale prende in esame tre parametri: aggiornamento del valore medio reale del salario, un coefficiente di produttività stimato dallo stato, che rappresenta l'aumento medio della produttività nell'economia, e infine un coefficiente che rappresenta l'inflazione residuale.
La formula del salario è certamente la componente più complessa del sistema d'indicizzazione, ma è anche quella che ha permesso al B., negli ultimi anni, di far coesistere un'inflazione decrescente con un elevato sviluppo. Essa infatti è riuscita ad attenuare la competitività nelle dispute salariali e la "spinta salariale" come fattore autonomo dell'inflazione.
3) La riforma del sistema di tassazione dei profitti, sulla base del metodo di calcolo delle imposte, e il deprezzamento del potere d'acquisto sui valori capitali, rivalutandoli in accordo con gl'indici ufficiali di correzione monetaria. Tale principio, che è stato applicato anche per l'esenzione delle imposte ai gruppi di reddito più bassi, ha reso poco convenienti i pagamenti dilazionati.
4) La svalutazione periodica del tasso di cambio, attuata a intervalli non determinati e con piccole variazioni, per evitare la speculazione sul cambio, grazie anche al fatto che le variazioni sono sempre mantenute al di sotto del tasso d'interesse del mercato.
I risultati dell'esperimento brasiliano d'indicizzazione sembrano significativi. Il tasso d'inflazione si è abbassato gradualmente dal 100% e oltre nel 1964, intorno al 40% nel 1965-66, divenendo del 20-25% dal 1967 al 1969 e restando intorno al 15-20% nel 1972-73.
Attraverso la formula dell'indicizzazione l'economia brasiliana ha quindi potuto registrare fino al 1974 una crescita rapida e prolungata, con tassi d'incremento del reddito nazionale lordo spesso superiori al 10%, in termini reali.
Nel 1974 il "modello" brasiliano è però entrato in crisi. Infatti, anche se il reddito nazionale è ancora aumentato del 10% circa, si è manifestata una nuova ondata inflazionistica; l'aumento dei prezzi nel 1974 è stato stimato intorno al 35% e contemporaneamente si è evidenziato un drastico peggioramento dei conti con l'estero.
Nel corso del 1974 il governo, in conseguenza di ciò, ha varato un nuovo piano quinquennale (1974-79); esso prevede una spesa complessiva per investimenti di 1200 miliardi di cruzeiros, che dovrebbe consentire un tasso medio di crescita del prodotto nazionale lordo del 10% in termini reali.
I conti con l'estero del B. sono pesantemente passivi, anche se il deficit va decrescendo. Le cause del deficit sono da attribuirsi sia all'andamento negativo delle esportazioni che all'incremento delle importazioni. Specificamente le esportazioni di caffè e di soya sono risultate inferiori al previsto, mentre il peso delle importazioni di petrolio si è grandemente accresciuto, il che ha spinto il governo a introdurre una serie di misure protezionistiche, aumentando i dazi su circa duemila prodotti.
Storia. - Quadros, insediato alla presidenza nel genn. 1961, trovò il paese dissestato, oberato dai debiti e in preda a un'inflazione inarrestabile. Si accusava il precedente governo di Kubitschek di avere speso somme ingenti, specie per la costruzione di Brasilia, e di aver consentito scandalosi arricchimenti illeciti. Il nuovo presidente affrontò la situazione con un programma di energiche riforme: attaccando gli arricchiti, imponendo un regime di austerità cui il paese non era avvezzo, apportando profondi tagli nelle spese, eliminando sovvenzioni, frenando gli aumenti di salari e sospendendo coraggiosamente l'acquisto da parte del governo dei surplus di caffè meno pregiato da bruciare. Intendeva anche far adottare la riforma agraria e quella fiscale. Il Congresso, dominato dai socialdemocratici di Kubitschek e dai trabalhistas del vicepresidente João Goulart, intimidito dall'impeto riformista di Quadros, si irrigidì negandogli ogni appoggio. In politica estera Quadros fu altrettanto dinamico: si dichiarò fautore di una politica indipendente fra Oriente e Occidente; non lesinò dimostrazioni di simpatia alla Cina popolare, al blocco comunista e al castrismo; insignì E. Guevara della più alta onorificenza brasiliana. Tale linea di condotta non era invero la più indicata per attirarsi la fiducia degli SUA, prodighi in passato di aiuti finanziari al Brasile. Nel giro di pochi mesi Quadros si trovò isolato da una crescente opposizione e rassegnò improvvisamente le dimissioni (25 agosto) per non soggiacere a "pressioni interne ed esterne" nell'esercizio del suo mandato.
La successione di Quadros spettava al giovane vicepresidente João Goulart, familiarmente chiamato "Jango", erede di Vargas alla direzione del PTB (Partido Trabalhista Brasileiro), noto per i suoi atteggiamenti di sinistra. Goulart, al momento delle dimissioni del presidente, si trovava in visita a Pechino, reduce da Mosca. Il suo insediamento fu assai contrastato dai militari e da una parte degli organi di stampa che si mostrarono allarmati: esso poté aver luogo soltanto dopo che un emendamento costituzionale ebbe trasformato il regime presidenziale vigente in B. in regime parlamentare. Il 7 settembre 1961 Goulart assunse la carica, affiancato dal primo ministro Tancredo Neves. La strenua difesa dei diritti del nuovo presidente fu assunta da suo cognato L. Brizola, governatore dello stato di Rio Grande do Sul e fondatore di un "Fronte di liberazione nazionale" che propugnava radicali riforme e che decretò nel suo stato, uno dei più prosperi del B., una serie di espropriazioni di fazendas in favore dei contadini e di nazionalizzazioni di grosse compagnie nordamericane di elettricità, telegrafi e telefoni (febbraio 1962). Gl'investimenti esteri diminuirono sensibilmente e si registrò una massiccia fuga di capitali; i rapporti con gli SUA si deteriorarono, ma la reazione fu blanda per merito precipuo di Kennedy, che probabilmente volle evitare gli errori commessi in passato in America Latina (l'ultimo dei quali a Cuba). Frattanto, nella zona più depressa del B., il Nord-Est, definito da J. de Castro "zona esplosiva", si sviluppò un movimento, condotto dal deputato F. Julião, considerato castrista o maoista, che promuoveva "leghe contadine" e procedeva all'occupazione e alla distribuzione di terre. Il governo federale intervenne per arginare il movimento, ricorrendo alle forze armate.
Goulart, nell'intento di governare con maggiore autorità, fece indire un referendum (6 gennaio 1963) con il quale ripristinò il regime presidenziale. Quindi furono prese misure per fronteggiare la difficile situazione economica: inasprite le tasse, ridotte le spese governative, aumentati i salari, contratti nuovi debiti e stampata molta carta moneta. All'inizio del 1964, Goulart, nonostante i crediti ottenuti dagli SUA, aveva perduto fiducia e autorità, mentre cresceva l'opposizione. Egli pensò di ricorrere a rimedi estremi, convocando il popolo a un grande comizio (13 marzo) per annunziare la riforma agraria e la nazionalizzazione delle raffinerie di petrolio. Due giorni dopo chiese al Congresso riforme costituzionali: estensione del voto agli analfabeti e ai militari, pagamento delle espropriazioni mediante titoli di stato, riconoscimento di tutti i partiti (compreso quello comunista dichiarato fuori legge fin dal 1947), rafforzamento del potere esecutivo, possibilità di rielezione del presidente della repubblica. Goulart credette anche di scavalcare le gerarchie militari, appellandosi direttamente al popolo, ai sottufficiali e alla truppa. Il 26 marzo si ribellarono ai loro comandanti 1500 fucilieri navali, che presto ottennero un'amnistia. L'opinione pubblica si trovò disorientata: conservatori, moderati, gruppi economici, alti gradi militari si schierarono compatti contro il. presidente. A São Paulo, 500 mila persone manifestarono in "difesa della famiglia e di Dio"; per contro, i sindacati, favorevoli a Goulart, minacciavano di scendere in piazza. Si giunse sull'orlo dell'anarchia e della guerra civile. Il 31 marzo, l'esercito, rompendo gl'indugi, si ribellò all'autorità del presidente della Repubblica: la rivolta, scoppiata contemporaneamente nei punti principali del paese, dimostrò che gli ufficiali tenevano saldamente in pugno la situazione. Goulart, temendo l'arresto, lasciò Brasilia e si rifugiò nel suo feudo di Rio Grande do Sul, trasferendosi successivamente nel vicino Uruguay. Alla fine del suo governo, il costo della vita era aumentato del 300%, il cruzeiro svalutato dell'83%, cresciuto a dismisura il debito estero e arrestati gl'investimenti di capitale straniero. L'evidente tentativo d'imporre una dittatura personale sembrava destinato a sfociare in un regime analogo a quello cubano. Non è privo di significato il fatto che le prime congratulazioni al nuovo governo, mentre Goulart era ancora in B., siano pervenute dal presidente Johnson.
Fuggito il presidente, in seguito a una rivoluzione incruenta, si ebbe la costituzione e l'istaurazione di un ferreo regime militare. Con procedura d'urgenza le Camere approvarono il 9 aprile un "atto istituzionale" (strumento mirante a conciliare la normalità democratica con gli obiettivi politici del colpo di stato), grazie al quale l'elezione 'presidenziale, fino allora a suffragio diretto, diventava prerogativa del Congresso: fu possibile in tal modo portare alla presidenza della Repubblica il capo di stato maggiore maresciallo H. Castello Branco, insediato il 15 aprile.
Le prime misure di sicurezza del nuovo governo, che si attribuì il diritto di procedere ad arresti per attività sovversive, provocarono in B. una gigantesca epurazione. Migliaia di persone, più o meno legate ai precedenti regimi, furono gettate in carcere; fra le personalità politiche private dei diritti civili figuravano ex governatori, parlamentari, ufficiali, magistrati, intellettuali e alti funzionari. Nelle liste di proscrizione si leggevano i nomi dei tre ex presidenti Kubitschek, Quadros e Goulart, insieme a quelli del sociologo J. de Castro, dell'economista C. Furtado, del leader democristiano P. de Tarso, del governatore di Pernambuco M. Arraes, noto per la sua avversione alla politica di Washington, dell'organizzatore delle "leghe contadine" F. Julião. La drastica purga impressionò gravemente l'opinione pubblica brasiliana e mondiale. L'articolo dell'"atto istituzionale" che prescriveva l'epurazione fu successivamente abrogato (10 ottobre). Castello Branco cercò di restaurare le finanze del paese decretando una serie di misure che, pur dettate da criteri di rigida economia, risultarono particolarmente gravose per i ceti meno abbienti. In politica estera il presidente si allineò con gli SUA: la rottura dei rapporti con Cuba (maggio 1964) e la partecipazione del B. all'intervento nord-americano nella Repubblica Dominicana (aprile 1965) gli procurarono alcune simpatie; all'interno, tuttavia, l'impopolarità del regime fu sottolineata da dimostrazioni studentesche. Le elezioni regionali (per i governatori) dell'ottobre 1965 rivelarono che i candidati governativi non godevano la fiducia del corpo elettorale: in due importanti stati, Minas Gerais e Guanabara, risultarono eletti candidati dell'opposizione. Come ritorsione il governo emanò un secondo "atto istituzionale" (27 ottobre), con cui si scioglievano tutti i partiti politici, sostituiti da un partito governativo, ARENA (Alleanza di Rinnovamento Nazionale) e da un partito d'opposizione "ufficiale" l'MDB (Movimento Democratico Brasiliano). Il provvedimento rappresentava un nuovo colpo alla democrazia ma, a rincarare la dose, un terzo "atto istituzionale" (febbraio 1966) stabilì che le scelte per tutte le cariche governative spettavano al governo. La nuova costituzione (21 gennaio 1967) venne ancora a rafforzare il potere dell'esecutivo.
Il presidente successivo, maresciallo A. da Costa e Silva, nell'assumere il potere (15 aprile 1967) fornì ampie assicurazioni alle classi povere, ai sindacati, agl'intellettuali e agli studenti. Egli si mostrò propenso a scegliere soluzioni empiriche e misure atte a conciliare la simpatia popolare. Riuscì a contenere l'inflazione, bloccando gli aumenti dei prezzi pur migliorando i salari. Tollerò una certa libertà politica, grazie alla quale si realizzò una singolare alleanza fra gli ultimi tre presidenti civili, Kubitschek, Quadros e Goulart, promossa dall'uomo politico e giornalista C. Lacerda, denominata Frente ampla, le cui principali rivendicazioni erano: ritorno alla democrazia costituzionale, elezioni presidenziali, nazionalismo, piano di sviluppo. Ma l'imperversare della guerriglia urbana e di agitazioni studentesche, appoggiate dal clero, provocò per contraccolpo l'interdizione della Frente ampla (5 aprile 1968), reclamata dalla "linea dura" del regime. Alla Camera, due deputati posero sotto accusa i militari, che ne pretesero l'incriminazione: i parlamentari, tuttavia, ottennero dal Congresso, riunito in seduta plenaria, la conferma della loro immunità (12 dicembre). Il giorno successivo un nuovo "atto istituzionale" congedò il Congresso a tempo indeterminato e privò un centinaio di deputati dei loro mandati: la "linea dura" aveva partita vinta in tutti i settori e la vecchia classe politica era completamente soggiogata, mentre naufragavano gli sforzi e le buone intenzioni di A. da Costa e Silva. Questi tentò ancora nel 1969, senza esito, di ricostruire i due partiti politici ARENA e MDB e di far approvare una riforma costituzionale in grado di riportare il paese alla normalità: ma il 31 agosto fu colpito da trombosi e il 17 dicembre cessò di vivere.
Le redini del governo furono assunte allora da un triunvirato militare, che pose in disparte il vicepresidente P. Aleixo e promosse l'elezione di un nuovo presidente. Il Congresso ridotto nei suoi effettivi in seguito all'epurazione, chiamò al vertice dello stato (30 ottobre 1969) il generale E. Garrastazu Medici (30 ottobre 1969; vicepresidente l'ammiraglio Rademaker); nel nuovo governo figuravano alcuni tecnocrati, mentre il ministero degli Esteri venne affidato a un diplomatico di carriera. I militari al potere inaugurarono una nuova politica mirante a risolvere in forma radicale gli squilibri socio-economici del paese. Tuttavia i loro governi incontrarono una forte opposizione che si manifestò in tre modi distinti: contestazione studentesca, azione del clero e lotta armata (guerriglia). In seguito allo scioglimento della loro organizzazione nazionale gli studenti promossero, in tutto il paese, violente agitazioni talvolta sanguinose e furono duramente perseguitati dalla forza pubblica. La Chiesa del paese cattolico più grande del mondo, considerata in passato reazionaria, si schierò, specie sotto l'influsso del Concilio Vaticano II, in favore degli studenti e dei diseredati, propugnando riforme sociali; nei confronti del regime assunse una posizione di indipendenza, via via trasformatasi in aperta contestazione destinata a provocare una serie di attriti. Il clero brasiliano ispirato dall'arcivescovo di Pernambuco H. Câmara aderì al movimento di opposizione "Azione, giustizia e pace" fondato da 32 vescovi. Nel 1967 furono arrestati preti accusati di connivenza con i guerriglieri ed effettuate perquisizioni poliziesche in conventi e case religiose. Il divorzio fra Chiesa e Stato si accentuò nel 1968 e alcuni vescovi furono accusati di sovversione, mentre la tensione si aggravava provocando ripercussioni internazionali. Verso la fine del 1970, tuttavia, dopo che il govermo si fu impegnato a riconoscere certi diritti della Chiesa, il contrasto si attenuò sensibilmente.
La parte più appariscente nel quadro dell'opposizione fu rappresentata dalle bande armate mediante azioni di guerriglia rurale e urbana. La guerriglia rurale fu ben presto debellata da reparti dell'esercito appositamente addestrati, mentre quella urbana diede molto filo da torcere alle autorità; davano vita alla guerriglia gruppi di varie tendenze, alimentati da militari epurati o dissidenti, professionisti e studenti. I colpi di mano contro caserme e prigioni e i sequestri di persone (fra cui l'ambasciatore degli SUA, B. Elbrik, il console generale del Giappone a São Paulo, l'ambasciatore di Germania, Von Holleben, l'ambasciatore svizzero E. Bucher, tutti liberati in cambio di centinaia di detenuti politici) non mancarono d'impressionare l'opinione internazionale, ma suscitarono una dura repressione, l'inasprimento delle pene e l'introduzione della pena di morte. La scomparsa dei principali capi della guerriglia, caduti in azioni contro le forze governative, segnò praticamente la fine dell'opposizione armata al regime (1971), o una pausa di essa.
Il B. in questi ultimi anni ha intensificato i rapporti con tutti i paesi dell'America latina assumendo una posizione di preminenza in tutta l'area. In particolare è stato stipulato un importante accordo (22 maggio 1974) con la Bolivia, che fornirà 7 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno per un periodo di 20 anni attraverso un gasdotto lungo due mila km., mentre il B. fornirà aiuti finanziari e tecnici per la costruzione di un complesso petrolchimico e siderurgico. Notevole anche l'accordo concluso a Buenos Aires (12 giugno 1974) per il potenziamento del bacino del Plata fra B., Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia. Nei confronti dei nuovi paesi africani il B. tende a rafforzare i rapporti di collaborazione in tutti i campi. La posizione raggiunta dal B. nell'America latina - e taluni paesi temono che assuma un carattere di egemonia - mediante una politica di sviluppo ad ogni costo (desarrolho) non ha avuto, finora apprezzabili ripercussioni sul piano sociale.
Il 15 gennaio 1974 un collegio elettorale ha nominato presidente della Repubblica il gen. E. Geisel e vice presidente il gen. A. Pereira, solennemente insediati il 15 marzo dinanzi al Congresso nazionale espressamente convocato. Le elezioni legislative del 15 novembre 1974 hanno alquanto sorpreso registrando l'affermazione del partito d'opposizione MDB (nato per volere del regime). In particolare, nelle votazioni per il Senato l'MDB ha riportato la vittoria in sedici stati (fra i quali quelli più importanti) su ventidue. Un importante accordo nucleare è stato concluso (27 giugno 1975) fra il B. e la Germania occidentale che fornirà, in cambio di uranio, 8 centrali nucleari complete e un impianto per l'arricchimento dell'uranio. L'affare (12 miliardi di marchi), considerato il maggiore finora concluso dall'industria tedesco-occidentale, oltre a presentarsi come un'alternativa ideale per un paese privo di petrolio, potrà mettere il B. in condizioni di costruire ordigni atomici.
Bibl.: R. P. Momsen, Brazil: A giant stirs, Princeton 1968; M. Moreira Alves, Cristo fra i generali, Milano 1969; P. Cannabrava Filho, Militarismo e imperialismo in Brasile, ivi 1969; H. Herring, A history of Latin America from the beginning to the present, New York 1970; C. Furtado, La formazione economica del Brasile, Torino 1970; G. A. Fiechter, Le régime modernizateur du Brésil 1964-1972, Sijthoff 1972; Authoritarian Brazil New Haven, a cura di A. Stepal, Yale Univers. 1973; T. Bruneau, The political transformation of the Brasilian catholic church, Cambridge 1974.
Letteratura. - Il secondo dopoguerra vede la letteratura brasiliana in trasformazione, riflesso della trasformazione di un'intera società. La dittatura di G. Vargas cede il posto al governo costituzionale del generale Dutra, strettamente legato alla politica degli Stati Uniti al tempo della "guerra fredda"; esso mette fuori legge il partito comunista (1946) annullando i mandati dei suoi rappresentanti eletti al parlamento, fra i quali lo scrittore J. Amado che prende la via dell'esilio. Il poeta C. Drummond de Andrade, che durante la partecipazione del B. al conflitto aveva assunto la direzione del quotidiano comunista Tribuna popular, si allontana da qualsiasi partecipazione politica e ripiega su un individualismo pessimista, che sarà la caratteristica dell'ultima fase della sua poesia (Fazendeiro do ar, 1954; Boitempo, 1970). Del resto la nuova generazione non vuol sapere di engagement, rinnega il populismo degli anni Trenta e si concentra su un'angosciosa meditazione metafisica, fortemente influenzata dall'esistenzialismo, o su ricerche formali di stremata musicalità che dànno luogo a una sorta di ermetismo tropicale e, in certo senso, segnano un ritorno della lirica brasiliana alle sue origini simboliste. È la cosiddetta "generazione del 1945" che rinnega il flusso colloquiale e satirico del modemismo, il suo entusiasmo ingenuo per la grande città e per la vita meccanizzata, tornando al confronto con la natura e a temi soggettivi o religiosi, e spesso restaurando anche la metrica tradizionale secondo gli esempi europei di Valéry e di Rilke, o dei portoghesi del gruppo di Presença. Questa generazione presenta alcuni poeti di notevole intensità morale e finezza stilistica, come J. P. Moreira da Fonseca, M. Konder Reis, D. Damasceno, tutti e tre nati nel 1922, D. Carvalho da Silva (nato in Portogallo nel 1915 ma brasilianizzato dall'adolescenza). Il gruppo, che si estende un po' a tutti gli stati del B., si esprime attraverso riviste come Orpheu, Revista branca (Rio de Janeiro), Revista brasileira de poesia (S. Paulo) e svolge anche intensa attività critica: uno dei suoi maggiori rappresentanti, L. Ivo (1924), è infatti anche un eccellente commentatore dell'attualità letteraria e forte polemista. Il nuovo corso porta alla luce poeti che durante il modernismo erano rimasti in secondo piano, come E. Braga (1897), influenzato da Ungaretti e da Pessoa, J. de Lima (1895-1953) che nella sua ultima fase presenta il suo capolavoro, il vasto poema Invenção de Orpheu, e C. Ricardo (1895-1973) che in una serie di libri singolari - Um dia depois do outro, 1947; Poemas murais, 1950; Montanha russa, 1960 - si accosta con patetica ironia ai temi della civiltà atomica e della ricerca spaziale, effettuando una strenua sperimentazione metrica e linguistica. Ma la figura più importante della poesia del dopoguerra rimane J. Cabral de Melo Neto, pernambucano nato nel 1920, che trova una sua forma secca e perentoria, tra la ballata popolare e il più limpido classicismo, nell'evocare le regioni desolate del Nord, il sole a picco che batte su un'umanità miserabile, ricavandone una filosofia stoica e virile fondata sulla dignità della fatica e della pazienza. Con Morte e vida Severina (1960) Cabral tenta anche il teatro, sulla scia degli autos antichi, ricostruendo l'esistenza miserabile di un contadino come se si trattasse della vita di un santo. In Cabral torna a manifestarsi, ma in forme di eletta qualità letteraria, l'impegno sociale e rivoluzionario che del resto riappare anche in altri poeti (E. Carrera Guerra, 1916-1957; M. Félix, nato nel 1921; Ferreira Gullar, nato nel 1930) man mano che la tensione politica si riaggrava in B., col ritorno al potere di Vargas e il suo suicidio, il governo socialdemocratico di Kubitschek, la fondazione di Brasilia, il castrismo di J. Goulart. Ma gli autori citati hanno anche subìto, in parte, l'influenza del "concretismo", movimento fondato a S. Paolo dai fratelli A. e H. de Campos, che tende a una poesia di puri segni, essenzialmente visiva, e che domina il gusto degli anni Sessanta. A questa tecnica d'avanguardia verranno annessi temi di attualità civile da un sottogruppo molto attivo, denominato Poesia-praxis e capitanato da M. Chamie nato nel 1922. Naturalmente i grandi poeti della vecchia generazione continuano a produrre, ed è proprio nell'ultima fase della loro vita che C. Meireles, A. F. Schmidt e M. Mendes - quest'ultimo trasferitosi in Italia dal 1957 - presentano alcune delle loro opere più singolari e importanti. I tre morranno rispettivamente nel 1964, nel 1965 e nel 1975.
Al rinnovamento della critica contribuiscono in modo eminente i due volumi della Formação da literatura brasileira (1959) di A. Cândido, le ricerche sul metodo di A. Coutinho, influenzate dal new criticism nordamericano, attenti cronisti letterari come E. Portela e, più recentemente, una falange di giovani strutturalisti. La letteratura narrativa viceversa conosce un periodo di crisi, con la caduta del realismo regionalista e rivoluzionario degli anni Trenta-Quaranta, che porta a una narrativa fortemente interiorizzata, lirica e simbolica, non sempre facilmente accessibile e troppo spesso preda di furori intellettualistici e di ricerche formali fine a sé stesse. Tuttavia l'ultima fase di L. Cardoso (1913-1974), specialmente con Crônica da casa assassinada, il romanziere cattolico C. Pena (1896-1958) con A menina morta, i diari e i racconti di P. Hecker Filho, nato nel 1929, segnano altrettanti risultati validi. Su tutta quest'area di raffinata prosa spiritualistica si leva, per originalità di temi psicologici e novità di stile, l'opera ormai vasta di una scrittrice, C. Lispector, nata nel 1917, che nel romanzo O lustre e in delicati racconti compie una ricognizione accanita e minuziosa della vita interiore delle donne, in un mondo di alta borghesia intellettuale che ricorda un poco le atmosfere di V. Woolf.
Con gli anni Sessanta assistiamo a una nuova ondata di narratori, caratterizzati dalla crudezza e spesso dalla violenza, e particolarmente influenzati dal vitalismo di H. Miller, anche se con apporti del nouveau roman parigino. Il loro tema essenziale è la vita di città, la civiltà dei consumi, l'alienazione dell'uomo contemporaneo. Alcuni libri assumono anche carattere di protesta contro l'involuzione della politica brasiliana a partire dal 1963, e a ciò si deve anche la fortuna mondiale di romanzi come Quarup di A. Callado (nato nel 1917, anche drammaturgo) e Zero di Maurício Loyola. Un'ossessione del sesso, di origine psicanalitica, appare nelle opere di H. Cony nato nel 1926. Ma senza dubbio i più degni, e meno rumorosi, scrittori di prosa rimangono O. Lins (nato nel 1924), di matrice proustiana, e W. Autran Dourado (nato nel 1926), originalissimo evocatore di atmosfere sospese tra la realtà e l'incubo, in una sorta di magìa trasfiguratrice che illumina i moventi segreti delle azioni umane.
La letteratura drammatica ha conosciuto un notevole sviluppo, parallelo all'evolversi del teatro come spettacolo. Dai drammi neoespressionisti di N. Rodrigues, nato nel 1912, che fu con Vestido de noiva un po' l'iniziatore del nuovo teatro, si passa al brechtismo di A. Boal e di G. Guarnieri, molto noti anche in Italia dove la Revolução na América do Sul del primo e Gimba del secondo hanno avuto pieno successo. Autori tipici del teatro di consumo sono, nel genere drammatico, P. Bloch, nato nel 1914 e, in quello satirico, A. Pereira de Almedia (1906-1974). Ma le più alte creazioni della nuova drammaturgia sono i drammi ciclici di J. Andrade, nato nel 1930, che ricostruiscono attraverso le vicende di una famiglia paulista due secoli di storia brasiliana; ad essi va accostato il teatro poetico e mitico del pernambucano A. Suassuna, nato nel 1927, d'ispirazione popolare e religiosa. S. Sampaio (1914-1973) con la sua Trilogia do herói grotesco fondò un nuovo paradossale tipo di umorismo scenico, contribuendovi con la propria arte di regista e di attore.
Vanno registrate, infine, le ultime opere di coloro che erano stati i maestri del realismo sociale nel suo periodo d'oro. Poco prima di morire, G. Ramos pubblicò le sue eccezionali Memórias do cárcere (1953) e così fece J. Lins do Rego con il romanzo Cangaceiros (1953) mentre R. de Queiroz si dedicava al teatro con Lampião, biografia del famoso bandito nordestino, e con A beata Maria do Egito. A sua volta, J. Amado con Gabriela cravo e canela (1958) inaugurava la sua nuova e fortunatissima fase, fondata sull'umore picaresco e sulla festosa ricostituzione della vita popolare e borghese della Bahia. Infine, va ricordato che il 1967 registrò la scomparsa di G. Rosa, le cui opere maggiori, Corpo de baile e Grande sertão: veredas, ambedue pubblicate nel 1956, segnano l'affermazione più decisa della letteratura brasiliana in Europa, per la complessità dei loro temi filosofici e per la geniale ricchezza del tessuto linguistico, che ha destato l'interesse di traduttori e critici in Francia, Germania, Italia e Spagna, paesi dove l'influsso di G. Rosa si è anche registrato su alcuni giovani narratori.
Bibl.: S. Magaldi, Evolução do teatro brasileiro, S. Paolo 1962; E. Melillo Reali, in Annali dell'Ist. Univ. Orientale, Napoli, passim, dal 1970 in poi; L. Stegagno Picchio, La letteratura brasiliana, Milano-Firenze 1972 (con amplissima bibliografia); R. Jacobbi, Poesia brasiliana del novecento, Ravenna 1973.
Arte figurativa. - Pittura e scultura. - Gli anni Sessanta segnano una grave caduta delle arti figurative in Brasile. Nel 1955 muore lo scultore V. Brecheret (nato nel 1894), nel 1957 il pittore L. Segall (nato nel 1891), nel 1962 il pittore C. Portinari (nato nel 1903). Della generazione dei maestri del Novecento restano soltanto E. Di Cavalcanti, pittore, e M. Martins, scultrice; continuatrice della poetica del costruttivismo è in un certo senso M. Vieira, scultrice, autrice di "polivolumi" che ipotizzano una limpida geometricità dello spazio. Ma la personalità di maggior rilievo emersa dagli anni Sessanta in poi è quella di R. Burle Marx. Dal 1935 Burle Marx aveva assunto una posizione insolita in B., con l'abbandono della pittura da cavalletto per indirizzarsi in una ricerca da lui sentita come arte globale, in quanto destinazione sociale dell'opera d'arte.
Burle Marx adopera così elementi minerali e vegetali in composizioni plastiche che costituiscono sensibili e arditi interventi nel paesaggio, andando assai al di là dei limiti in cui le concezioni gerarchiche occidentali costringono l'architettura da giardino. Malgrado il rapporto con architetti quali L. Costa e O. Niemeyer, gl'interventi di Burle Marx contengono sempre, infatti, un'opposizione fantastica, legata all'insopprimibile totalità della natura, rispetto al contenimento urbano. Oltre che autore di realizzazioni botaniche, Burle Marx ha eseguito arazzi, pitture, sculture. Fattori che hanno contribuito notevolmente all'arte d'avanguardia in B. sono stati l'istituzione della biennale di San Paolo (1951), con il concorso del mecenate Matarasso, e la nuova direzione assunta dal Museo d'arte moderna in Rio de Janeiro. Nel 1960 quest'ultimo ha allestito la mostra del gruppo arte concreta, con un manifesto di W. Cordeiro che costituisce una requisitoria contro il "modernismo", ormai divenuto tradizione, dell'arte brasiliana. Con Cordeiro, parteciparono alla mostra: K. Fejer, di origine ungherese, I. Lauand, M. Nogueira Lima, L. Sacilotto. Molto attivo è anche un atelier d'arte astratta di San Paolo, diretto da S. Flexor, dal quale sono usciti diversi nuovi artisti brasiliani (quali L. Raymo e J. Douchez).
Contro i concretisti, accusati di eccessivo razionalismo, sono intervenuti i "neo-concretisti " (F. Weissmann, A. de Castro, e gli scrittori F. Gullar, R. Jardim, T. Spanerdis). Appellandosi all'estetica dei neo-concretisti, che richiedono una partecipazione dello spettatore per un approccio diretto all'oggetto d'arte, inteso come un reale corpo fisico, L. Clark espone nel 1960 lastre di metallo unite da cerniere che intitola Bestie, invitando il pubblico a maneggiarle. Cinetico è A. Palatnik, astratto lirico A. Bandeira, astratto geometrico C. Dias. Notevole, nella molteplicità di espressione dell'arte astratta brasiliana, la presenza attiva di due artisti di origine giapponese come M. Mabe e F. Shiro. Scultori assai noti anche all'estero e che si sottraggono a una schematica definizione di scuola sono S. de Camargo e F. Krajcberg.
Anche la tendenza a intendere l'operare artistico nei termini di "comportamento" (arte povera, arte concettuale, ecc.) è rappresentata nel panorama artistico brasiliano, in particolare da H. A. Miranda Espinola, S. A. Porto, R. Vater, V. Chaves Barcellos, C. Tozzi. Notevole la reputazione del B. nel campo dell'incisione: tra i maggiori artisti si segnalano I. Pons, M. Bonomi, A. L. Quadros, J. L. Chaves, E. C. Jardim.
Architettura. - Intorno al 1960 si è verificata nell'architettura brasiliana una reazione al predominio assoluto del razionalismo, che negli anni Trenta-Cinquanta raccolse proprio in B. i massimi successi. Brasilia ha rappresentato per gli architetti brasiliani il caso limite di verifica dell'esperienza razionalistica, dopo la quale è stato avvertito come un proposito inconsistente quello di estendere il disegno dal singolo edificio all'intera città, al di fuori di altre considerazioni sociali e ambientali.
Tuttavia la delusione di Brasilia ha suscitato più un disorientamento che il sorgere di nuove sicure tendenze. Tipiche costruzioni del momento sono le centrali idroelettriche sul fiume Chopim (1963), di S. De Souza e M. Magnoli, di una decisa iconografia "fantascientifica", i padiglioni in plastica di W. O. Prochnik, che costituiscono una proposta tecnologica per uscire dalla crisi, il club di San Paolo di D. Libeskind (1961), con forti richiami all'ultimo F. L. Wright. Ma la caduta della tensione creativa nell'architettura, nel momento in cui non operano quasi più i grandi maestri affermatisi intorno al 1930, è ancora più sensibile nel settore urbanistico, dove manca quasi del tutto una legislazione che freni la speculazione edilizia e il crescere disordinato delle città. Vedi tav. f. t.
Bibl.: H. R. Hitchcock, Latin-American architecture since 1945, New York 1955; S. Bracco, L'architettura moderna in Brasile, Bologna 1967; P. M. Bardi, Profile of the new brazilian art, Rio de Janeiro-San Paolo, 1970; M. Ragon, M. Seuphor, L'art abstrait, IV, Parigi 1974, pp. 85-9.