BRASILE (VII, p. 700; App. I, p. 309)
Esplorazioni (VII, p. 701). - Un'importante spedizione, compiuta nel 1942 sotto la direzione di Gilvandro Simas Pereira, nella regione di Jalapão posta nel B. centrale, ha stabilito che la zona non è il punto di incontro dei confini dei 4 stati di Bahia, Goyaz, Piauhy, Maranhão, come generalmente si riteneva e che il Veredão, descritto precedentemente come una vasta laguna, è semplicemente un territorio soggetto a frequenti allagamenti, posto presso lo spartiacque dei bacini del S. Francisco e delle Amazzoni.
Popolazione (VII, p. 714 e App. I, p. 309). - La popolazione dello stato (censim. 1940,) è di 41.236.315 unità, di cui 39.822.487 Brasiliani, 122.735 naturalizzati - dei quali circa 26.000 italiani per nascita - 1.282.833 stranieri - dei quali 285.000 italiani - 7260 individui di nazionalità non dichiarata. Dal 1920, data del precedente censimento (30.635.605 ab.), l'aumento assoluto è stato di 10.600.710 unità e quello medio percentuale annuo, dell'1,73%. Questo cospicuo aumento è derivato solo in piccola parte dall'eccedenza degli immigrati sugli emigrati, essendo stato invece determinato in parte preponderante dall'eccedenza dei nati sui morti. L'altissima natalità dell'ordine di 45 per 1000 ab., ha reso possibile un così rapido incremento naturale, nonostante il persistere di un alto indice di mortalità dell'ordine di 22 per 1000 ab.
In conseguenza di questo aumento, la densità è salita da 3,60 ab. a 4,9 ab. per kmq. Anche le valutazioni degli anni successivi registrano un continuo incremento in tutto lo stato che nel 1946 avrebbe raggiunto i 46.726.000 ab. circa. Dal 1940 al 1946 l'aumento numerico sarebbe stato di 5.490.000 unità, pari al 2,2% annuo.
Due sole città superano finora il milione di abitanti: in base a censimenti eseguiti alla fine del 1947, Rio de Janeiro aveva 2.053.000 ab. e San Paolo 1.543.000 ab.
Il censimento del 1940 fornisce anche importanti dati sulla composizione etnologica del Brasile. Della popolazione complessiva i Bianchi rappresentavano, a quella data, il 63,5%; i Negri, il 14,6%; gli Asiatici, il 0,6%. Il 21,1% della popolazione era dato da mulatti; 41.983 individui (0,1%) erano di altre razze.
Quanto alla nascita, risultarono: Brasiliani, di nascita: 39.822.487, naturalizzati: 123.735, Portoghesi: 354.311, Italiani: 285.029, Spagnoli: 147.897, Giapponesi: 140.602, Tedeschi: 88.939, Siriani: 45.784.
Queste sei nazionalità dànno l'80,3%, della popolazione straniera che in totale ammonta a 1.282.833 e forma il 3,1% della popolazione complessiva.
Quanto alle confessioni religiose i cattolici erano 39.177.880, protestanti 1.074.857, i greco-ortodossi 37.953, i buddisti 123.353 gli ebrei 55.666, i mussulmani 5.053, gli shintoisti 2.358.
Nel 1940 sapevano leggere e scrivere 13.292.605 persone.
Immigrazione (VII, p. 716 e App. I, p. 310). - Dal 1937 al 1941 sono entrati nel paese 105.070 individui, con una media annua di 21.014; il fenomeno, negli anni dell'ultima guerra, ha subìto naturalmente una contrazione ma va riprendendo ora il suo andamento normale; infatti, nel 1942, le unità entrate sono state 12.333; nel 1943, 12.290; nel 1944, 15.004; nel 1945, 22.349.
Agricoltura (VII, p. 728 e App. I, p. 310). - L'agricoltura e l'allevamento del bestiame costituiscono le attività economiche più largamente praticate. L'agricoltura è esercitata, per lo più, con metodi primitivi e con scarso aiuto di mezzi meccanici (nel 1940 furono censite 3.840 trattrici) e con limitatissime concimazioni (nel 1947 furono usate meno di 200.000 t. di concimi chimici, quasi tutti importati). I rendimenti medî unitarî sono bassi.
L'area totale coltivata era di 10 milioni di ettari nel 1930, di 13,8. milioni nel 1939, ed è attualmente (1948) di circa 15 milioni di ettari. Di questi: 4,1 milioni a mais, 2,8 a cotone, 2,3 a caffè, 1,4 a riso, 1,3 a fagioli, 0,8 a manioca, 0,7 a canna da zucchero ed il resto ad ananas, avena, banane, patate, cacao, orzo, segale, cocco, tabacco, agrumi (specialmente aranci), ricino, grano e vite.
Come valore, il prodotto principale è tuttora il caffè, la cui produzione si aggira sulle 900.000 tonnellate annue.
La crisi del 1929-30 ha colpito duramente il caffè, di cui il B. produceva allora circa 1.600.000 t. all'anno ed ha provocato i provvedimenti di "difesa del caffè" per effetto dei quali, dal 1930 al 1943, furono bruciate 4.680.000 t. di codesto prodotto, allo scopo di ridurre l'offerta e sostenere i prezzi. Questa politica ha stimolato la concorrenza di altri paesi, e soprattutto della Colombia, che hanno occupato posizioni sempre più importanti nel mercato internazionale, facendo così limitare, e in certe zone quasi abbandonare, la coltivazione e il rinnovamento delle piantagioni brasiliane. Durante la guerra, i prezzi del caffè sono aumentati, da 135 cruzeiros al sacco di 60 kg., nel 1939, a 300 cruzeiros nel 1945, e sono saliti ancora a 415 cruzeiros nel 1946 e a 523 cruzeiros nel 1947. L'esportazione del caffè è stata di 850.000 t. nel 1945, 930.000 nel 1946 e 890.000 nel 1947 (di cui 585.000 per gli S. U.). Per molto tempo il caffè costituì l'elemento preponderante dell'esportazione brasiliana; ancora nel 1933 contribuiva per 73% al suo valore totale. La crisi del mercato di questo prodotto e lo sviluppo di altre correnti d'esportazione hanno fatto scendere tale quota a 40% nel 1939 e a 37% nel 1947.
È stata sviluppata, durante gli ultimi quindici anni, la produzione del cotone che da poco più di 100.000 t. nel 1930-31, è salita fino ad un massimo di 610.000 t. nel 1944 per poi ricadere a 362.000 t. nel 1947. L'esportazione di cotone greggio che, prima della guerra, nel quinquennio 1935-39, era ascesa a 233.500 t. annue (principalmente diretta verso la Germania ed il Giappone), si è ridotta a 170.400 nel quinquennio 1940-44 e a 164.500 t. nel 1945; dopo la fine della guerra è risalita a 352.800 t. nel 1946 ed a 285.500 nel 1947.
Il cacao è coltivato specialmente per l'esportazione: la produzione non è molto aumentata dal 1940 in avanti, oscillando tra 100.000 e 150.000 t. annue. L'esportazione (diretta in gran parte verso gli Stati Uniti) è stata di 83.000 t. nel 1945, 130.000 nel 1946 e 99.000 nel 1947. Il prezzo all'esportazione, è salito da 3 cruzeiros per kg. nel 1942 a 10,50 nel 1947.
Si producono circa 10 milioni di t. di manioca, da 5 a 6 milioni di t. di granoturco, da 2 a 2,5 milioni di riso, da 1 a 1,2 milioni di fagioli e da o,5 a 0,6 milioni di patate. La produzione del grano (da 0,2 a 0,3 milioni di t.) soddisfa una piccola frazione del fabbisogno interno; s'importa, in media, un po' più di 1 milione di t. all'anno. Lo zucchero di canna è prodotto in quantità variabili da 1,4 a 1,6 milioni di t. annue. Dalla canna si estraggono anche da 100 a 120 milioni di litri di alcool all'anno. È grande la produzione delle frutta, per il mercato interno e per l'esportazione (banane, aranci, ananas, ecc.). S'importano discrete quantità di frutta, specialmente dall'Argentina (pere, mele, pesche, uva, ecc.). Il tabacco è prodotto nella quantità annua di circa 100.000 t.; circa un terzo della produzione viene esportato. Sono prodotte grandi quantità di semi e frutti oleosi: ricino (200.000 t.), cotone, (in quantità variabile da 0,8 a1,1 milioni di t.), arachide (da 120 a 170.000 t.), babassù, oiticica, cocco, ecc. La produzione totale annua di olî vegetali ascende sulle 130-150.000 t.
La produzione della birra ha raggiunto 3,5 milioni di hl. all'anno; quella del vino, circa 1 milione di hl.
Durante l'ultima guerra è stata intensificata la produzione della gomma, principale prodotto dell'industria estrattiva vegetale che, negli anni precedenti, era decaduta, non potendo far fronte alla concorrenza asiatica. Nel 1939 la produzione era stata di 16.400 t.; durante la guerra, con intenso sforzo, si poté ricondurla sino a 30-35.000 t. annue (di cui 18-20.000 si esportavano negli Stati Uniti). Si è sviluppata, negli ultimi anni, la fabbricazione delle camere d'aria e dei pneumatici (150.000 unità prodotte, nel 1939;1.270.000, nel 1947).
Fra gli altri prodotti delle industrie estrattive vegetali ha assunto importanza, negli ultimi anni, la cera di carnaùba, la cui esportazione, diretta quasi tutta agli Stati Uniti, è salita a 10.000 t. nel 1946 e a 8.400 t. nel 1947. La produzione del mate è abbondante; l'esportazione di questo prodotto, diretta per la maggior parte alle repubbliche del Plata, è ascesa a 49.200 t., nel 1946 e a 55.400, nel 1947.
La produzione di legna da ardere e di legname d'opera è elevata; la legna è il principale combustibile locale nella maggior parte del paese, e vi è anche una discreta produzione di carbone vegetale. L'esportazione di legname (specialmente pino del Paranà) si aggirava sulle 400.000 t. nell'anteguerra; durante il periodo 1940-45 è scesa ad una media di 350.000; nel 1946 è risalita a 572.000 e nel 1947 a 624.000.
Durante la guerra è stata sviluppata attivamente, nello stato di San Paolo, la produzione della seta naturale che, da meno di 80 t. annue nel 1939-40, è passata a 470 t. nel 1946. Con la ripresa della concorrenza estera i prezzi sono caduti e la produzione è stata ridotta a meno di 200 t. annue.
Allevamento (VII, p. 732 e App. I, p. 311). - L'allevamento del bestiame è largamente praticato in quasi tutte le regioni del Brasile, per lo più con metodi arretrati. Il patrimonio zootecnico, secondo il censimento del 1940, si componeva di 34,4 milioni di bovini; 6,8 milioni di equini (cavalli 4,7, asini e muli 2,1 milioni); 16,8 milioni di suini; 9,3 milioni di ovini e 6,5 milioni di caprini. La produzione della carne è relativamente bassa, in confronto alla quantità del bestiame; il consumo interno varia da 25 a 30 kg. annui per abitante. La produzione della lana, concentrata nel Rio Grande do Sul, ascende a circa 15.000 t. annue. L'esportazione di cuoi e pelli è importante: prima della guerra era di circa 60.000 t. annue; dopo un periodo di riduzione forzata, è risalita a 36.000 t. nel 1946 e 74.000 nel 1947.
La pesca è poco sviluppata, malgrado l'enorme estensione costiera; si calcola che il prodotto non oltrepassi le 100.000 t. annue.
Prodotti minerali (VII, p. 733). - Il B. è ricco di giacimenti minerali, ancora poco sfruttati, per deficienza di mezzi tecnici e finanziarî, e spesso di comunicazioni o mezzi di trasporto. La produzione del carbon fossile. di qualità piuttosto scadente, è stata aumentata, per sostituire l'importazione resa difficile dalla guerra, da circa 1 milione di t., nel 1939, a 2 milioni, nel 1943; si è mantenuta, poi, intorno a codesto livello sino al 1947. Gli stati produttori sono: Rio Grande do Sul, santa Catharina e Paraná. Il carbone di Santa Catharina è usato negli altiforni di Volta Redonda, dell'impresa siderurgica parastatale, recentemente entrata in attività, la quale, nel 1947, ha prodotto 176.000 t. di ghisa, 145.000 t. di acciaio e 90.000 t. di laminati. La produzione totale della siderurgia, nel 1947, è ascesa a 481.000 t. di ghisa, 388.000 t. di acciaio e 316.000 t. di laminati: quantità triple di quelle del 1939, ma insufficienti per il consumo interno.
Le riserve di minerali di ferro d'alto tenore sono enormi (Minas Gerais), ma poco sfruttate; sono abbastanza importanti anche quelle di manganese; l'esportazione annua di ognuno dei due tipi di minerali si mantiene sulle 150-200.000 t. con punte più elevate nel periodo bellico. Una modesta produzione di alluminio, tratta da ottime bauxiti (Poços de Caldas), è stata iniziata negli stati di Minas Gerais e San Paolo. La maggior miniera d'oro (Morro Velho; stato di Minas Gerais) produce da 4.500 a 5.000 kg. d'oro all'anno. Esistono giacimenti di quarzo e mica (sfruttati intensamente durante la guerra), di berillo, titanio, grafite, cromo, nichelio, zirconio, stagno, wolframio, ecc. La produzione di pietre preziose e semipreziose (acquamarine, ecc.) è considerevole; si esportano diamanti per uso industriale (circa 50 kg. all'anno, durante il periodo 1940-44). Vi sono cementifici che hanno prodotto, nel 1947, 914.000 t. di cemento; inoltre s'importarono, nel periodo 1945-47, circa 300.000 t. annue di cemento. In tutti gli stati esistono fabbriche di laterizî e di calce.
Industrie (VII, p. 734 e App. I, p. 312). - Dopo le industrie alimentari, le industrie tessili costituiscono il gruppo di maggior importanza: prima tra esse è l'industria cotoniera (420 fabbriche, tra filature e tessiture, con capitale superiore a 6 miliardi di cruzeiros, e con 300.000 operai), concentrata nello stato di San Paolo (32% dei telai e 36% dei fusi), nel Distretto Federale e in Minas Gerais (30% dei telai e dei fusi). In complesso dispone di 3,1 milioni di fusi e di circa 95.000 telai. La produzione dei filati, nel periodo 1942-46, è stata di 150.000 t. annue, e quella dei tessuti di 1,1 a 1,2 miliardi di metri all'anno.
Qualitativamente, la produzione ha anche progredito e si è avuta una forte esportazione di tessuti specialmenteverso i paesi dell'America del Sud e dell'Africa, durante il periodo 1942-45 (circa 25.000 t. annue). Nel 1947 l'esportazione è stata di 16.700 t., per il valore di circa 1.250 milioni di cruzeiros. L'esportazione di filati è stata di 4.500 t. annue nel 1942-45, ed è scesa a meno di 800 t. nel 1946 ed a meno di 500 nel 1947.
La produzione di rayon, ancora piccolissima nel 1930 (272 t.), era già salita a 5.270 t. nel 1938 ed ha raggiunto poi anche le 11.300 t. nel 1946 (di cui 750 di fiocco), e le 12.000 t. nel 1947. La produzione annua di tessuti di rayon è di circa 100 milioni di metri. L'industria laniera si è sviluppata molto (San Paolo, Rio Grande do Sul) e la produzione dei tessuti (7-8 milioni di metri nell'anteguerra) è stata portata a 13-14 milioni negli ultimi anni; quest'industria conta 86 filature e tessiture (120.000 fusi, di cui 65% per lana cardata) e 3.500 telai. Notevole anche l'industria della iuta (33 stabilimenti, 55.000 fusi, prod.: 60 milioni di sacchi).
Tra le altre industrie trasformatrici devono menzionarsi quelle del mobilio; delle costruzioni meccaniche, metallurgiche, elettrotecniche; del materiale ferroviario; concerie e fabbriche di scarpe; chimiche e farmaceutiche; cartarie, ceramiche; vetrarie; delle tinte e vernici; degli artefatti di gomma e di materie plastiche, ecc. Il valore della produzione industriale è stimato (1948) sui 40 miliardi di cruzeiros; il numero totale degli stabilimenti è di circa 50.000, con circa 1,5 milioni di operai.
Commercio e Comunicazioni (VII, p. 735 e App. I, p. 312). - Il commercio estero è fondamentale per l'economia brasiliana. Si esportano principalmente prodotti tropicali e materie prime e s'importano carburanti, combustibili, macchine e manufatti.
Il valore dell'esportazione (5.616 milioni di cruzeiros nel 1939) è salito a milioni: 7.500 (1942), 8.729 (1943), 10.727 (1944), 12.197 (1945), 18.230 (1946) e 21.179 (1947). Il valore dell'importazione (4.984 milioni nel 1939) è passato a milioni: 4.693 (1942), 6.162 (1943), 7.997 (1944), 8.617 (1945), 13.029 (1946) e 22.789 (1947). Le principali esportazioni, nel periodo 1939-47, sono state: caffè, cotone, tessuti di cotone, cuoi e pelli, cacao, legname di pino, semi di ricino, cera di carnaùba, tabacco, carni, gomma, frutta. Le importazioni sono state costituite principalmente dai seguenti prodotti: grano e farina di grano, macchine e utensili, autoveicoli e accessorî, ferro e acciaio, carbon fossile, benzina, carta, nafta, frutta (mele, pere e uva), veicoli ferroviarî, vini e liquori, prodotti chimici (soda caustica, carbonato di soda), apparecchi fisici, latta, prodotti farmaceutici, lubrificanti, rame, cemento, tubi di ferro, pasta di legno e cellulosa, lana greggia, rotaie, piombo, iuta, zolfo. L'America del Nord (Stati Uniti), del Sud (Argentina, Uruguay, Venezuela) e l'Europa (Inghilterra, Francia, Italia, Portogallo, Belgio, Olanda, Svezia) sono i principali compratori e fornitori del Brasile.
Il movimento dei porti brasiliani era giunto sino a 51,3 milioni di t. di stazza lorda di navi entrate nel 1938; durante la guerra è diminuito molto fortemente (nel 1940:34.710 navi entrate e 34.704 uscite; nel 1943:28.255 navi entrate e 28.235 uscite), ma nel 1947 è di nuovo risalito a circa 24 milioni di t.
I due porti principali, che rappresentano poco meno della metà del movimento totale, sono Rio de Janeiro (4.085 navi entrate, con 7,7 milioni di t. nel 1947), e Santos (3.640 navi entrate, con 5,7 milioni di t. nel 1947). Il Brasile ha una flotta mercantile di circa 500 mila t. di stazza (flotta che è stata rinnovata con le confische di navi appartenenti a paesi nemici e con l'acquisto di nuove unità negli Stati Uniti, Canada e Inghilterra). La principale impresa è il Lloyd Brazileiro, azienda di stato.
La rete ferroviaria è stata poco sviluppata negli ultimi anni, essendo passata da 34.200 km., nel 1939, a 35.300, nel 1947. Appena per il 3% della sua lunghezza è elettrificata. La maggior parte delle linee è di scartamento di 1 m. (32.000 km.); il resto di m. 1,60 (2.200 km.) e da m. 0,60 a m. 0,76 (1.100 km.): in complesso, nel 1944, le ferrovie avevano 3.775 locomotive e automotrici, 4.605 vetture per passeggeri e 50.811 carri per merci. Furono trasportati in quell'anno 41,2 milioni di t. di merci; 3,9 milioni di capi di bestiame e 270 milioni di passeggeri. In 29 città esistono servizî tranviarî urbani. Le strade del Brasile, tranne quelle poste vicino ai grandi centri, sono ancora primitive e non sempre transitabili. Tuttavia. dove non giungono le linee ferroviarie, si effettuano trasporti importanti per mezzo di autocarri. Il numero di veicoli in traffico (1948) è di 125.000 automobili, 111.000 autocarri e 7.900 autobus. Le linee aeree hanno avuto un grande sviluppo negli ultimi anni: le linee in esercizio sono aumentate, dal 1941 al 1946, da 62.830 km. a 107.542 km.; il numero dei passeggeri è passato da 100.000 a 539.000, e la quantità delle merci da 1.068 a 7.152 t. Gli aeroporti di maggior movimento sono quelli di San Paolo e Rio de Janeiro; da quest'ultimo partono anche le linee internazionali per l'Europa, gli Stati Uniti ed altri paesi americani.
Le linee telegrafiche sono in parte esercitate dallo stato e in parte da compagnie straniere. Nel 1945 le linee telegrafiche statali avevano un'estensione di 65.658 km. Nello stesso anno erano in funzione 4.440 uffici postali. Nel 1944 esistevano 106 stazioni radio-trasmittenti. Gli aoparecchi radio-riceventi sono circa un milione.
Economia e finanze (VII, p. 749 e App. I, p. 313). - Malgrado la grande ricchezza potenziale del paese, il rendimento dell'attività produttiva è basso, in conseguenza dell'insufficiente cultura generale e tecnica, della grande diffusione di malattie croniche, dell'inadeguata alimentazione, e anche per difetti di organizzazione aziendale e nazionale, tra i quali meritano rilievo la deficienza dei mezzi di comunicazione e di trasporto, la persistenza di metodi primitivi e inefficaci nell'agricoltura, l'antiquato attrezzamento nelle industrie. Il clima, tropicale o semitropicale in buona parte del territorio, contribuisce a ridurre il rendimento del lavoro.
Negli ultimi anni, l'impulso dato dalle condizioni speciali del periodo bellico allo sviluppo di nuove attività e all'espansione di una parte di quelle già esistenti ha suscitato un notevole progresso delle industrie trasformatrici, di alcuni rami dell'industria estrattiva e di qualche settore agricolo, progresso facilitato inizialmente dalla larghezza del credito, premessa dell'inflazione monetaria.
L'organizzazione delle attività economiche private risente della mancanza di capitali; anche aziende del tipo società anonima sono spesso controllate da piccoli gruppi o famiglie. Da ciò derivano: uno scarso sviluppo del mercato dei titoli, una prevalenza di capitali stranieri negli investimenti in servizî di pubblica utilità e un tasso medio d'interesse elevato (il tasso massimo legale è del 12% all'anno). I capitali esistenti tendono a confluire verso impieghi più rimunerativi con grande facilità, e si nota perciò un aspetto speculativo molto accentuato degli investimenti e poca continuità. Negli ultimi anni si è avuta una concentrazione di finanziamenti nel settore edilizio che ha portato un'intensificazione nel ritmo delle costruzioni nei principali centri urbani.
Dal 1939 il governo ha stabilito livelli di salarî minimi per ogni regione e città (che non si estendono ai lavoratori rurali); questi minimi sono stati poi elevati, durante la seconda Guerra mondiale, per adeguarli all'aumento del costo di vita. Attualmente il livello dei salarî industriali è di circa quattro volte superiore all'anteguerra.
S; riportano qui di seguito le cifre dei bilanci, dal 1938 al 1948, in milioni di cruzeiros:
Al 31 dicembre 1947 il debito pubblico interno ammontava a 11 miliardi e quello esterno, costituito da obbligazioni in dollari, a 7,4 miliardi.
Durante la guerra il Brasile ha tratto vantaggio dalla sua favorevole posizione di paese esportatore di prodotti alimentari e materie prime industriali per costituirsi ampie disponibilità di divise, che ha potuto in parte utilizzare, al termine del conflitto, per ridurre il debito pubblico estero, riscattare il capitale di alcune aziende in mano britannica e importare, in specie dagli Stati Uniti, macchinarî e attrezzature per l'industrializzazione del paese e il miglioramento del sistema dei trasporti. Nel corso del 1947, tuttavia, l'esaurimento delle riserve in dollari, a seguito di un disavanzo gradualmente crescente della bilancia commerciale con gli Stati Uniti, e il perdurare dell'impossibilità dell'utilizzo dei forti saldi bloccati in sterline hanno costretto il governo ad accentuare (giugno 1947) il controllo dei cambî, che era stato pressoché abolito al termine della guerra, e ad applicare sulle cessioni di divisa per alcuni tipi di operazioni un'imposta che dal 1° gennaio 1948 è del 5%. Alla fine di maggio 1948 le riserve auree a disposizione del tesoro ammontavano a circa 6,5 miliardi e le divise estere presso il Banco do Brasil raggiungevano 7,5 miliardi, costituiti in prevalenza da conti bloccati in sterline.
Il milreis, che nel settembre 1939 era stato ancorato al dollaro sulla base di 16,50 milreis per 1 dollaro, è stato sostituito dal 1° novembre 1942 con una nuova moneta, di valore identico ma divisa in 100 centavos, il cruzeiro (dalla "Croce del Sud"), che ha conservato inalterato il sopraccennato rapporto rispetto al dollaro fino al 22 luglio 1946. A partire da questa data, la quotazione ufficiale è stata sospesa e sono stati fissati con decreto due tassi di vendita e di acquisto delle divise, nella misura, rispettivamente, di 18,72 e 18,38 cruzeiros per dollaro. Nel luglio 1948 il Brasile ha comunicato al Fondo monetario internazionale; al quale partecipa con una quota di 150 milioni di dollari, la parità aurea del cruzeiro di gr. 0,0480363 di fino, corrispondente a un cambio di 18,5 cruzeiros per dollaro.
Alla fine di gennaio 1948 la circolazione ammontava a 17,2 miliardi (dicembre 1939 = 4 miliardi) e i depositi presso le banche ascendevano a 41,9 miliardi, di cui 27,2 a vista o a breve termine.
OPrdinamento.
Ordinamento politico e amministrativo (VII, p. 746 e App. I, p. 313). - La nuova costituzione promulgata il 18 settembre 1946 sostituisce quella del 1937, dettata dal presidente Vargas. Il Brasile costituisce una repubblica federale di 20 stati, il distretto federale, oltre i territorî federali; l'impronta federativa è viva nella costituzione del 1946 in contrasto con la più forte tendenza unitaria della costituzione del 1937, sebbene nei confronti sia della costituzione, sia della situazione - giuridica e di fatto - tenuta presente nella costituzione del 1891, i vincoli unitarî si siano rafforzati per la maggiore intensità e facilità di rapporti tra i varî stati, ed anche pel carattere nazionale ormai assunto da tutta la legislazione. Appartiene sostanzialmente all'Unione tutto quanto concerne la politica estera, militare, monetaria e del credito, la legislazione generale in materia di diritto privato e pubblico, le imposte sull'importazione, il consumo e il reddito.
Ogni stato è retto da una sua costituzione, rispettando i criterî dettati dalla costituzione federale, che prevede la elezione di un presidente e di una camera, e legifera nelle materie di sua competenza. L'Unione può in casi determinati intervenire nello stato con la nomina di un "interventore" in vece del governatore.
Il territorio di ogni stato si divide in municipî retti, a loro volta, da un consiglio municipale (elettivo) e da un sindaco (preferito). La città di Rio de Janeiro forma il Distretto federale il cui sindaco è nominato dal presidente della repubblica.
La costituzione brasiliana del 1946 rispetta la classica divisione dei poteri ed è ispirata al cosiddetto sistema presidenziale, potendo essere avvicinata alla costituzione e alla tradizione costituzionale degli Stati Uniti che ha largamente influenzato la tradizione costituzionale di tutti gli stati dell'America latina.
Il potere esecutivo è affidato al presidente della repubblica scelto con suffragio diretto da tutti i cittadini, essendo elettori gli uomini e le donne, oltre i 21 anni, che sappiano leggere e scrivere; egli nomina e revoca i propiî ministri segretarî di stato e si dirige al potere legislativo per mezzo di messaggi. Il potere legislativo è affidato alle due camere; la camera dei deputati composta di 286 deputati, scelti per suffragio diretto e col criterio della rappresentanza proporzionale dei varî partiti nei varî stati a ciascuno dei quali è attribuito un numero di deputati proporzionale alla sua popolazione; il Senato composto di 63 senatori scelti per suffragio diretto: tre per ogni stato (legge elettorale n. 7586 del z8 maggio 1945).
Le candidature del presidente della repubblica, dei deputati e dei senatori devono essere proposte da uno o più partiti; i partiti devono essere nazionali ed acquistano esistenza giuridica mediante il registro presso il tribunale elettorale.
Il potere giudiziario fa capo in prima istanza ai giudici singoli; in seconda, ai tribunali istituiti nei varî stati; in terza istanza al tribunale federale dei ricorsi, mentre il supremo tribunale federale ha ora competenza originaria (p. es. nei conflitti tra stati o tra l'Unione e uno stato), ora in grado di ricorso ordinario (p. es. in tema di habeas corpus) o straordinario (p. es. quando venga allegata la incostituzionalità di una legge).
La costituzione contiene un ampio titolo dedicato alla dichiarazione dei diritti che limita i poteri delle autorità ed è ispirato alla ideologia liberale. Nel titolo sull'ordinamento economico e sociale si esprime un prudente intervenzionismo statale.
La divisione in 20 stati, un Distretto federale ed un territorio, ha subìto una prima modifica nel febbraio 1942 con la creazione del territorio Fernando de Noronha, gruppo di isole che fino a quell'anno aveva fatto parte dello stato di Pernambuco. A spese di altri stati federali, nel settembre 1943, sono stati creati 5 territorî direttamente amministrati dalle autorità centrali: Amapá, Rio Branco, Guaporé, Ponta Porã, Iguaçú (v. in questa App.). La costituzione del settembre 1946, la quale ha lasciato immutata la divisione della repubblica in 28 unità federali, ha stabilito lo spostamento della capitale sull'altipiano centrale del paese.
Storia (VII, p. 751 e App. I. p. 313).
L'insurrezione delle "camicie verdi" integraliste, l'11 maggio 1938, era avvenuta dopo una serie di atti ritenuti contrarî all'ideologia e agli interessi degli stati totalitarî; leggi: sulla cittadinanza, dell'aprile, che, ribadendo il principio dell'ius soli, faceva brasiliani i figli di stranieri; sull'immigrazione, del 4 maggio, che introduceva la quota del 2% di ogni nazionalità, sugli entrati nel periodo 1884-1933; e soprattutto le misure prese direttamente contro le organizzazioni fasciste e nazionalsocialiste, la stampa e le scuole straniere. Dopo la repressione (cui fecero riscontro le condanne, nell'agosto, dei rivoltosi comunisti di Pernambuco), le accuse del Vargas alla propaganda straniera irritarono l'Italia e la Germania.
La crisi si aggravò quando il ministro degli esteri O. Aranha (richiamato al potere nel marzo e rappresentante della tendenza "democratica" o di "sinistra" nel circolo del presidente) ritirò, nell'ottobre, la qualifica di "persona grata" all'ambasciatore Karl Ritter, provocando la ritorsione tedesca. Intanto il Vargas, che nell'aprile aveva decretato la nazionalizzazione dell'industria - ancora modestissima - del petrolio, cominciò ad abolire i dazî interni, riducendo così ancora l'autonomia finanziaria degli stati, già scossa dal novembre 1937, quando, non essendo riuscito a far accettare dagli altri paesi produttori un sistema di quote, il Brasile, stanco di "fare da Befana", aveva ridotto il dazio d'esportazione sul caffè (il cui reddito andava in gran parte agli stati) determinando il crollo dei prezzi. Continuò altresì la politica di "buon vicinato" con gli Stati Uniti e gli altri paesi americani, nella Conferenza interamericana di Lima, con la visita dell'Aranha a Washington nel febbraio 1939, e con gli accordi del marzo per la concessione di prestiti specialmente per lo sviluppo, con l'aiuto anche tecnico degli Stati Uniti, dell'industria siderurgica e metallurgica (nichelio) e della produzione della gomma, nonché per opere pubbliche; inoltre, con gli accordi con l'Olanda e il Venezuela (del dicembre 1938, con la prima, per la delimitazione dei confini del Surinam, e col secondo, per la soluzione pacifica delle controversie); con il trattato commerciale con l'Uruguay e le trattative con questo, il Paraguay e l'Argentina, circa questioni doganali e commerciali. E continuò la vigilanza sugli stranieri. Ma i traffici con la Germania furono ripresi fin dal novembre 1938; s'interpose, migliorare i rapporti, l'Italia.
Allo scoppio della seconda Guerra mondiale, il Brasile dichiarò, il 6 settembre 1939, la propria neutralità e nel 1940, mentre Rio diventava la sede del Comitato interamericano di neutralità creato dalla conferenza di Panamá e nonostante che l'Inghilterra facesse importanti acquisti sul mercato brasiliano, il modo in cui essa applicava il blocco, provocò la protesta del Brasile. Questo atteggiamerito fermo e l'intensificarsi della propaganda favorevole all'"Asse" in seguito alle vittorie tedesche, indussero molti a interpretare come una manifestazione di solidarietà con i paesi totalitarî il discorso - in più d'un punto riecheggiante luoghi comuni della retorica nazifascista - tenuto dal presidente Vargas l'11 giugno. Ma subito vennero spiegazioni; e il 29 il Vargas pronunciò un altro discorso, tutto in favore della solidarietà panamericana. In concreto, il Brasile si preparava a trarre il massimo profitto dalle circostanze, che, isolando i mercati americani dall'Europa, li aprivano a quei paesi del continente cui riuscisse di sviluppare l'industria manifatturiera. Un accordo con l'Argentina, nell'ottobre, stabilì un sistema reciproco di apertura di crediti e di esenzioni doganali per le merci ancora non prodotte nei due paesi; circa le esportazioni in Inghilterra si venne ad un accordo speciale per i pagamenti; i progetti per lo sviluppo dell'industria pesante si avviavano alla realizzazione; fu raggiunto l'accordo interamericano per il caffè (novembre 1940), permettendo così di regolare la produzione; e, tolte le restrizioni all'immigrazione dei Portoghesi, si autorizzarono a rimanere e lavorare i rifugiati anche entrati irregolarmente e che, secondo certi calcoli, avrebbero importato capitali per un totale di 25 milioni di dollari. Nel 1940, il governo (marzo e luglio) espropriò compagnie ferroviarie belghe, francesi e inglesi e si preparò a riprendere il servizio dei debiti esteri. Un tentativo di insurrezione a San Paolo, nel marzo, venne attribuito a comunisti e produsse numerose condanne a lavori forzati. Ma i cambiamenti costituzionali di cui si parlava non vennero ancora; il 1° maggio 1941, il Vargas inaugurò i tribunali del lavoro, in applicazione della costituzione del 1937 e di una legge del 1939; nel settembre, si vietò il lavoro dei ragazzi al disotto del 14 anni; un decreto dell'aprile, per la protezione della famiglia, stabilì misure di protezione della infanzia, la visita medica prenuziale e l'imposta sui celibi. Nel maggio si iniziarono le relazioni diplomatiche, e nell'ottobre si concluse un accordo commerciale, col Canada; nell'aprile un nuovo accordo con l'Argentina. L'obbligo per le banche di aver capitali brasiliani venne sospeso nei riguardi delle banche americane, come si faceva eccezione per gli Stati Uniti per i divieti d'esportazione di materie prime. L'amicizia tra i due paesi si manifestava con l'appoggio dato dal Brasile alla dichiarazione Roosevelt che le Azzorre dovevano rimanere in mani portoghesi; con la partecipazione del Brasile all'accordo per cui forze di questo paese si associavano alle statunitensi per la protezione delle miniere di bauxite della Guiana Olandese; con l'accordo per la cessione di materiali in "affitto e prestito"; mentre si sviluppavano i cantieri navali per la costruzione di piccole unità, si costruivano basi navali e aeree d'accordo con gli Stati Uniti; e il 7 settembre, celebrando il 119° anniversario della indipendenza, il Vargas parlò della necessità per il Brasile di armarsi per la difesa comune del continente americano.
Così, nonostante la presenza di colonie italiane, tedesche e giapponesi, il Brasile era pronto a dimostrare la sua solidarietà agli Stati Uniti, dopo l'assalto giapponese a Pearl Harbour.
La Conferenza di Rio de Janeiro, in cui O. Aranha ebbe una parte importante, si coucluse con l'accordo (la cui esecuzione da parte del Brasile e altre repubbliche fu annunciata nella seduta finale, il 28 gennaio 1942) per la rottura delle relazioni tra gli stati americani e le potenze del "tripartito". La solidarietà con gli Stati Uniti si attuò, concedendo loro il trattamento di non-belligerante, previsto dal diritto internazionale inter-americano; con gli accordi per intensificare la produzione della gomma; l'estensione delle concessioni in "affitto e prestito"; le misure contro i cittadini dell'Asse, mediante il "congelamento" dei crediti bancarî, la requisizione di piroscafi italiani e tedeschi e con l'intensificata sorveglianza. Fin dal febbraio erano cominciati gli affondamenti di navi brasiliane, per cui il Brasile protestò a Berlino; e continuando gli affondamenti, nel marzo decise di rivalersi dei danni subìti sulle proprietà dei sudditi tedeschi e italiani; nell'aprile fece armare i piroscafi mercantili e nell'agosto, congiungere i suoi aerei ai nordamericani nel pattugliamento contro i somergibili; infine il 22 agosto dichiarò la guerra, confiscando definitivamente le navi. Si costituì subito un ufficio misto brasiliano-statunitense di difesa e si presero nuove misure di carattere economico, richieste dallo stato di guerra. Mentre si ritiravano alcuni ministri - tra cui quello della giustizia, Francisco Campos, simpatizzante con gl'integralisti e autore della Costituzione del 1937 - il governo attuò una vera e propria mobilitazione economica, agli ordini di un coordinatore con pieni poteri, introducendo il controllo dei prezzi, autorizzando l'aumento delle ore lavorative, razionando la benzina e, nonostante l'aumento della produzione dei cereali e della carne, varî altri generi; fu stabilito il "blocco" dei fitti; e le città costiere rimasero parzialmente oscurate fino al maggio 1944. Notevole fu però l'aumento della produzione mineraria, e quello dei manufatti, che cominciarono, specie i tessuti, ad essere largamente esportati. La bilancia commerciale tornò ad essere attiva nel 1941; ma all'aumento dei prezzi faceva riscontro una diminuzione delle quantità: gli Stati Uniti, assorbendo il 59,9% delle esportazioni e fornendo il 60,3% delle importazioni brasiliane, (invece del 42,6 e del 51,8, rispettivamente, per il 1940) e, in misura assai minore l'Argentina e altri stati americani, compensavano quasi totalmente la perdita dei mercati europei.
Concessa anche al Brasile, dagli altri stati americani e dal Portogallo, la qualità di "non-belligerante", rotte già nel marzo e nel maggio 1942 le relazioni con la Romania e l'Ungheria, il ministro Aranha visitò nel novembre il Chile e l'Argentina, concludendo accordi per scambî culturali e commerciali; nello stesso mese, una incursione della polizia tedesca nella sede dell'Ambasciata brasiliana a Vichy, provocò la rottura anche con quel governo. Nel febbraio 1943 il Brasile aderì alla Carta Atlantica e alla dichiarazione di non riconoscimento dei trapassi di proprietà nei territorî occupati dalla Germania; nell'agosto rinunciò anch'esso ai diritti di extraterritorialità in Cina. Nell'ottobre del 1944 riconosceva come governo provvisorio della Francia quello del generale De Gaulle; nell'aprile 1945, stabiliva relazioni diplomatiche con l'Unione Sovietica e nel giugno dichiarava la guerra al Giappone.
Varie di queste misure furono discusse nell'incontro di Natal, il 28 gennaio 1943, tra i presidenti Vargas e F.D. Roosevelt, di ritorno dalla conferenza di Casablanca. Dopo di esso, la partecipazione del Brasile alla guerra fu intensificata anche con l'invio di aviatori sui teatri delle operazioni (il primo contingente partì nel gennaio 1944), sia finalmente con un corpo di spedizione, il cui primo nucleo sbarcò a Napoli il 16 luglio 1944.
Nel frattempo, si pensava al dopoguerra. Il Brasile si sentiva il principale paese dell'America Latina ed era l'unico che avesse partecipato all'"invasione dell'Europa". Si preparava perciò a sviluppare sempre più le sue ricchezze, e a prendere il primo posto fra le nazioni dell'America Meridionale. Se non si manifestava in forma diretta la vecchia rivalità con l'Argentina - nei riguardi della quale durante la crisi del 1944-45 assunse un atteggiamento piuttosto conciliativo - il Brasile tendeva a primeggiare, accanto al Messico, nelle conferenze interamericane e intanto spingeva innanzi i progetti, formulati da anni, per attirare, con la costruzione di strade e ferrovie verso Santa Cruz e Concepción, il traffico della Bolivia e del Paraguay verso il porto di Santos, mediante la concessione di una "zona franca". E formulava grandiosi progetti per lo sviluppo dell'immigrazione, per la costruzione di centrali elettriche, lo sviluppo dell'agricoltura per la produzione di alimenti e quello dell'industria manifatturiera e dei trasporti.
Ma la politica interna rivelava già con le dimissioni (agosto 1944) del "coordinatore" João Lins de Barros e del ministro degli Esteri Aranha (sostituito da P. Leão Velloso, senza alterazioni nella politica estera) un certo profondo disagio. Troppo si era parlato di libertà e democrazia; il Vargas aveva dovuto promettere, fin dall'aprile 1944, elezioni libere e governo rappresentativo per il dopoguerra; se il regime poliziesco si giustificava per la necessità di reprimere ancora le attività sovversive nazi-giapponesi, non mancavano ragioni di malcontento, anche di natura economica, in un paese dal tenore di vita medio e dai redditi reali ancora alquanto bassi. Al rincaro della vita si aggiungevano privazioni per deficienze di prodotti alimentari; né si ottenne che gli Stati Uniti elevassero il prezzo del caffè, pure aumentando la quota brasiliana.
Al principio del 1945 il Vargas annunciò le elezioni, federali per il dicembre 1945, e statali per il maggio 1946. Intanto si diede una certa libertà alla stampa e si concesse un'amnistia.
La presentazione di due candidature, del generale dell'aviazione Eduardo Gomes, sostenuto dalla Unión nacional democratica contraria al governo, e quella del ministro della guerra E.C. Dutra, sostenuto dallo Stato di Matto Grosso e dal partito socialdemocratico, fece sospettare che il Vargas volesse dividere l'esercito, per provocare un urto e presentarsi poi come il pacificatore necessario. Ma quando, nell'ottobre, la Suprema corte elettorale decise che l'assemblea da eleggere sarebbe stata costituente e legislativa insieme, contro i piani dei democratici, e il Vargas anticipò la data delle elezioni statali al 2 dicembre ponendo (il 29) a capo della polizia suo fratello Beniamino, si temé che preparasse un colpo di stato. Nella notte le truppe di Rio, favorevoli al Gomes, circondarono il palazzo; ma il Vargas acconsentì a ritirarsi e lasciò il potere, secondo la costituzione, al presidente della Corte suprema, José Linhares.
Questi formò un nuovo governo per preparare le elezioni mentre il Vargas costituì il Partito del lavoro (trabalhista) per appoggiare il Dutra; il quale il 2 dicembre riuscì eletto con forte maggioranza. Ma due fatti furono degni di nota: l'elezione del Vargas (nonostante avesse dichiarato di ritirarsi a vita privata) a senatore del nativo Rio Grande do Sul, e i suffragi (circa il 9,4 dei voti validi) ottenuta dal candidato comunista Yeddo Fiuza.
Il Dutra assunse il potere il 31 gennaio 1946 nominando un ministero del suo partito, oltre il gen. Goes, alla guerra, e il laburista Otacilio Negrão da Lima, al Lavoro; l'Assemblea costituente, riunitasi nel febbraio, elaborò la nuova costituzione, approvata il 17 settembre e promulgata il giorno seguente.
Nel campo internazionale, il Brasile fu eletto nel 1946 a un seggio biennale nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e partecipò - come firmatario dell'armistizio con la Germania - alla Conferenza della pace di Parigi; diede nel maggio 1946 il proprio riconoscimento al governo austriaco. Esso ospitò in Petropolis la Conferenza interamericana di difesa (agosto 1947) e così in questa come nella successiva conferenza di Bogotá (marzo-aprile 1948) si è mostrato sollecito di dare efficacia e concretezza al "sistema americano". Ma anche più, forse, si è preoccupato d'intensificare le relazioni commerciali. Così, concluse un accordo con il Belgio (maggio 1946) e uno, dopo una serie di attriti economici e anche politici, con l'Argentina, che cede al Brasile grano in cambio di gomma, pneumatici per autoveicoli e tessuti di cotone. I rapporti con l'Argentina apparivano migliorati ancora, dopo l'incontro tra i presidenti Dutra e Perón, al ponte internazionale sul fiume Uruguay il 12 maggio 1947; il Dutra incontrò il giorno dopo il presidente Berreta dell'Uruguay. Nel luglio visitò Rio il presidente del Chile Gonzáles Videla, e firmò un trattato di commercio per lo scambio di riso, zucchero, caffè, cotone, gomma e manufatti contro nitrati e rame cileni. Le trattative con la Gran Bretagna per il regolamento dei crediti brasiliani in sterline e l'incremento del commercio hanno portato agli accordi dell'aprile 1947 e del 31 maggio 1948, che prevede l'impiego dei crediti per il riscatto del debito estero brasiliano, dei servizî pubblici e delle ferrovie di proprietà britannica (già in corso) e scambî per 68 milioni e mezzo di sterline. Il Brasile ha concluso accordi per servizî aerei e ottenuto nel 1946 un prestito, per l'acquisto di materiale ferroviario, dagli Stati Uniti. I quali, ritirando nel 1946 le loro truppe, hanno fatto cessare molte critiche, così che le relazioni tra i due paesi si sono mantenute cordiali.
Il partito comunista aveva rafforzato la propria organizzazione e accresciuto ancora il numero dei seguaci, conquistando buon numero di seggi e mettendo insieme - si disse - circa 800.000 voti, nelle elezioni statali del gennaio 1946. In esse prevalsero considerazioni di politica locale ma i risultati (in complesso più favorevoli all'opposizione che al governo) parvero segnare l'inizio di un nuovo orientamento dei partiti. Dall'Unione democratica si sono staccati gruppi che fondarono i partiti Repubblicano e di "Sinistra democratica". Ma il 23 maggio un comizio comunista diede luogo a un conflitto sanguinoso con la polizia. Di qui le prime misure di repressione e la scissione della Confederazione generale dei lavoratori. Tentativi d'intesa tra l'Unione democratica e i partiti governativi negli ultimi mesi del 1946, non riuscirono. Intanto ritornò dall'esilio il capo integralista Plinio Salgado. La lotta contro il comunismo si è quindi intensificata, parallelamente a quanto è avvenuto in altri paesi sudamericani. I principali episodî sono: il procedimento, iniziato nello stesso mese, per far dichiarare anticostituzionale il partito comunista e decaduti i mandati parlamentari, come fece il Congresso con legge promulgata nel gennaio 1948; l'accordo dello stesso mese tra i partiti socialdemocratico, repubblicano e d'unione democratica, per sostenere il governo; la legge sulla sicurezza nazionale, presentata al Congresso nel luglio, che sostituendo quella del 1938 (abolita dalla nuova costituzione) punisce i delitti politici antidemocratici proibiti dalla costituzione; nel campo internazionale, la rottura delle relazioni diplomatiche con l'URSS dopo uno scambio di comunicati polemici del governo brasiliano e dell'agenzia-Tass (21-22 ottobre 1947); e l'essersi il Brasile, con gli Stati Uniti e il Perù, associato al Chile nel presentare la mozione contro il comunismo alla Conferenza interamericana di Bogotá (30 aprile 1948). Il piano quinquennale SALTE (saude, alimentação, transporte, energia), fatto conoscere nel giugno, prevede spese per opere pubbliche per 19.700 milioni di cruzeiros.
Bibl.: A.J. Sampajo, Phytogeographia do Brasil, Rio de Janeiro 1931; E.L. Du Fonseca Costa, Richesses minérales et houille blanche au Brésil, Parigi 1932; O. Maull, Die geomorphologischen Grundzüge Mittel-Brasiliens, in Zeitschrift d. Ges. für Erdkunde, 1934; J.F. Normano, Brasil: a study of economic Types, Chapel Hill 1935; E.P. James, The coffee lands of Southeastern Brasil, in Geogr. Rev., 1932; P. Diffortaines, Pays et paysages de l'Etat de Saint-Paul (Brésil): première esquisse de division régionale, in Annales de Géographie, 1936; E. Malesani, Il Brasile, in Geografia universale, vol. VII, Torino 1938; R. Platt, Latin America; countrysides and united regions, New York-Londra 1942, pp. 398-484; Pontes de Miranda, Comentario à Constituiçao de 1946, Rio de Janeiro 1947; J. Duarte, A Constituição brasileira de 1946, Rio de Janeiro 1947; Revista Brasileira de Geografia (Instituto brasileiro de geografia e estatistica, Rio de Janeiro).
Letteratura (p. 766).
Gli ultimi venti anni di letteratura brasiliana offrono un quadro assai variato e ricco. Le generazioni intellettuali del moderno Brasile sembrano ciascuna scoprire la realtà della propria terra e della propria tradizione ex novo. Ma il rigoglio culturale e artistico degli ultimi anni e la concezione più severa dell'unità nazionale e della sua verità popolare autorizzano oggi una visione chiara e precisa del movimento artistico e letterario del Brasile. La stessa tradizione romantica è stata rivalutata secondo questo criterio. Le figure più rappresentative del movimento romantico della moderna letteratura brasiliana sono: da una parte Castro Alves, il poeta della lotta sociale ai suoi inizî e, dall'altra, Machado de Assis, scopritore - con Aluizio Azevedo, José de Alençar, Raul Pompeia, Lima Barreto - "di una lingua brasiliana", di un vero linguaggio espressivo. Partendo da queste considerazioni si possono valutare i momenti più recenti della letteratura. Il movimento "modernista", sorto intorno al 1922, sotto l'influenza dei diversi "ismi" europei (surrealismo, futurismo, cubismo, dadaismo, ecc.), servì a distruggere tutti i concetti accademici sulla poesia e la prosa. La lingua dei "modernisti" espressione di una letteratura d'avanguardia, di piccole élites privilegiate e attente per snobismo alle cose europee, era una lingua inventata che non corrispondeva né al portoghese del Portogallo (che è scritto solo dagli accademici d'ogni tempo), né alla lingua mista che parla il popolo brasiliano.
Il primo movimento modernista si suddivise poi in due correnti, l'una detta pau-Brasil (il cui manifesto venne redatto da Oswald de Andrade) che rivendicava una specie di primitivismo in opposizione all'altra (la Verde-Arela) il cui manifesto fu redatto da Menotti del Picchia con un accento coscientemente nazionale. Nel 1927 si contrapponeva alla corrente modernista l'altra, chiamata "spiritualista" da Tristão de Athayde, il cui organo era la rivista Festa redatta a Rio de Janeiro. D'altra parte a Minas Geraes veniva lanciata nel 1925, la Revista con la quale entrava nella scena letteraria la nuova voce di Drummond de Andrade. Più nitidamente reagiva alla corrente modernista Augusto Frederico Schmidt, che, dopo essere passato per quella corrente, si opponeva ad ogni tendenza aneddotica o pittoresca, con un tono di profonda e disperata serietà.
I più importanti "modernisti" oltre i già ricordati sono: Mario de Andrade, Raul Bopp, Sergio Milliet, Antonio de Alcantara Machado, Cassiano Ricardo, Manuel Bandeira, Jorge de Lima, Murilo Mendes, Anibal Machado, Plinio Salgado. Le opere narrative più indicative di questo movimento sono quelle di Mario de Andrade, con Macunaima, 1928, e Raul Bopp, con Cobra Norato, 1931. Tra i lirici migliori: Jorge de Lima (Poemas Escolhidos, 1933), Manuel Bandeira (Poesias, 1924), Murilo Mendes (Poemas, 1930), ecc. Un posto a parte, in questo periodo, ha il felicissimo narratore Monteiro Lobato (n. 1886), che continua la tradizione "nativista".
Dal 1922 fin dopo il 1930, il Brasile attraversò un periodo denso di rivolgimenti sociali profondi. Fu nel 1930 che sorse la cosiddetta letteratura moderna del Brasile, movimento che si affermò soprattutto nel romanzo e nella saggistica sociologica e storica. Questi nuovi scrittori (i cosiddetti "realisti-romantici") conquistarono un grande pubblico, in Brasile e in tutta l'America spagnola, crearono la professione dello scrittore prima inesistente e diedero carattere universale alla letteratura brasiliana proprio perché realizzarono nelle loro opere una specie di ritratto intimo del Brasile. Tale rinnovamento si estese anche alla lingua, che si fece più fedele al linguaggio parlato.
Il primo libro di questo ciclo letterario è stato A Bagaceira, 1928, di José Americo de Almeida. Ad esso seguirono: O Quinze, 1930, di Raquel de Queiroz; Cacau, 1933, di Jorge Amado, e Menino de Engenho, 1932, di José Lins do Rêgo. Queste opere ruppero la tradizione falsa del romanzo rurale brasiliano, la quale presentava la vita dei campi in modo idillico e felice ed entrarono nella vita reale delle campagne e delle città. Oggi, questi ed altri narratori hanno superato la fase eccessivamente documentaria del racconto risolvendo con modi originali le proprie emozioni e osservazioni. Notevoli, su tale linea: Graciliano Ramos, Vidas secas, 1938; Jorge Amado, Seara Vermelha, 1945; Érico Veríssimo, O resto è silencio, 1944; José Geraldo Vieira, A Tunica e os Dados; Dionelio Machado, Passos perdidos; João Cordeiro (morto nel 1938), Corja; Amando Fontes, Rua do Siriri, 1935; Cordeiro de Andrade (morto nel 1943), Cassacos; ecc. In opposizione a questo movimento "realista" si profila e si determina un tipo di narrazione psicologica. Le figure più importanti di questa tendenza sono: Octavio de Faria, che ha pubblicato, alla maniera di Jules Romains, un ciclo di romanzi (6 volumi, fino al 1948) col titolo A tragedia burgueza; e Lucio Cardoso, autore di Salgueiro, 1935.
La poesia, a differenza della prosa, è rimasta legata alla più recente tradizione impressionista. Alcuni hanno parlato anche di crisi della lirica. Tra i poeti principali, oltre i modernisti già citati, si ricordano: Augusto Frederico Schmidt, Cecilia Meireles, Gilka Machado, Olegario Mariano, ecc. Tra i saggisti, da sottolineare: Caio Prado Junior (A Formação historica do Brasil; Evolução economica do Brasil); Gilberto Freyre (Nordeste; Ordem e Progresso); Artur Ramos (O negro brasileiro) e Eloy Pontes (Vida inquieta de Raul Pompeia), oltre ai due già ben noti critici: Tristão de Athayde e Agripino Grieco. Tra gli scrittori di teatro: G. Joracy Camargo, Nelson Rodrigues, Claudio de Souza e Christovão de Camargo.
Bibl.: T. de Athayde, Estudos, Rio de Janeiro 1927-33; A. Peixoto, Noções de historia da litertura brasileira, ivi 1941; A. Grieco, Evolução da poesia brasileira, ivi 1932; id., Evolução da prosa brasileira, ivi 1933; id., Gente nova do Brasil, ivi 1935; Andrade Muricy, A nova literatura brasileira, Porto Alegre 1936; R. de Carvalho, Pequena historia da literatura brasileira, 6ª ed., Rio de Janeiro 1937; Prosatori brasiliani, scelta di racconti (trad. it.: Osimo 1939); H. Perdigão, Dicionario Universal de Literatura, Porto 1940; M. Bandeira, Noções de historia das literaturas, 3ª ed., San Paolo 1946, pp. 309-387.
Arti figurative (p. 770).
Negli ultimi venti anni l'arte figurativa brasiliana si è andata inserendo sempre più nel quadro delle moderne esperienze tecniche, formali e spirituali dell'Europa, e specialmente della "scuola di Parigi", nel tentativo di assimilare quelle suggestioni e quegli insegnamenti che potessero sollecitare la formazione di un'arte propriamente nazionale. Gli sviluppi della cultura figurativa sono stati infatti determinati da due fattori operanti in una concomitanza più o meno stretta: da una parte la scoperta della realtà brasiliana, paesaggio, vita, umanità, sentimenti, concezioni, non senza la riesumazione di contenuti etnografici; dall'altra la scoperta delle nuove formule europee in cui i pittori han tentato di inserire una visione moderna del Brasile. Una parte del pubblico rimane tuttavia orientata verso la vecchia produzione accademica e naturalistica, giunta oramai ai più insopportabili limiti di convenzionalità e di retorica. Ma l'interesse suscitato dai nuovi artisti, e la stima di cui questi godono anche nelle sfere ufficiali, lasciano credere che la cultura figurativa brasiliana sia in grado di affermarsi non solo come dato polemico e informativo, ma anche come fatto formativo. Tra i pittori, per esempio, un'azione eccellente, in senso rivoluzionario ha esplicato l'arte di Tarsila Do Amaral; nata a San Paolo, educata a Parigi, dal 1920, e influenzata dal Léger, dal Gleizes, oltre che dal "doganiere" Rousseau. Altri precursori sono considerati Anita Malfatti e il russo-brasiliano Lazar Segall. L'influenza del Segall nella scoperta di valori tipicamente brasiliani è stata fondamentale e attorno a lui è sorto il movimento della "scuola di San Paolo". San Paolo costituisce ancora oggi il centro vivo d'irradiazione delle più audaci esperienze. Di San Paolo sono Candido Portinari, il più famoso dei pittori moderni, e José Pancetti, nato nel 1902 da genitori italiani, che rielabora in modi personalissimi concezioni postimpressioniste particolarmente cézanniane. Di Rio de Janeiro è Heitor Dos Prazeres, nato nel 1902, considerato il "doganiere Rousseau" del Brasile. Del Pernambuco è Cicero Dias (nato nel 1907), che ha subìto l'influsso dei surrealisti e di altri pittori della "scuola di Parigi", nonché di Picasso. Di Rio è Alberto da Veiga Guignard (nato nel 1896), paesaggista vigoroso, che ha subìto l'influsso dell'espressionismo. Nuove forze sono rappresentate da Burle-Max (nato nel 1909 a San Paolo), Quirino da Silva (pure di San Paolo), Urbano De Macedo (nato nel 1912 a San Paolo), Lucy Citti Ferreira (di San Paolo), Graciano Clovis (nato nel 1907 a San Paolo), Carlos Prado (nato nel 1908 a San Paolo). Altre figure importanti sono: Inez Correia Da Costa (nata nel 1907), Flavio De Carvalho (nato nel 1899 a Rio de Janeiro), Emiliano Di Cavalcanti (nato nel 1897 a Rio de Janeiro).
Nel campo della scultura i risultati sono inferiori a quelli raggiunti nella pittura. Accanto agli accademismi varî, accanto alle riesumazioni colte, ispirate magari alle deformazioni barocche di un Aleijadinho, si delineano più moderni tentativi d'inserire l'attività brasiliana nel complesso delle esigenze culturali moderne.
Attività culturale.
La fondazione, nel 1928, di una Facoltà di filosofia a S. Paolo nella quale sono stati largamente chiamati professori stranieri (specie francesi e italiani) ha dato grande impulso alle ricerche scientifiche. Hanno acquistato particolare importanza: l'Istituto di fisica ove per opera del prof. Gleb Vattaghin e con la lunga collaborazione del prof. Giuseppe Occhialini si sono formati fisici valorosi, alcuni - come Cesare Lattes - di fama internazionale, e compiute ricerche notevoli specie nel campo dei raggi cosmici; gli studî di matematica e meccanica (per opera dapprima dei professori italiani Fantappiè e Albanese, e ora del professore brasiliano Mario Schönberg); quelli di genetica sotto la direzione del prof. André Dreyfus.
Nell'Escola Livre de Sociologia e Politica fondata a San Paolo nello stesso periodo si coltivano con serietà di ricerca studî sociologici ed economici. Nel campo degli studî sociali spetta un posto particolare a Gilberto Freyre che, nelle sue numerose opere (principali tra queste: Casa Grande e Senzala), è venuto studiando le condizioni sociali del Brasile nell'epoca col0niale individuandone i tratti fondamentali. Gli studî sociologici hanno avuto naturale impulso anche attraverso i contatti culturali con l'America del Nord; uno di questi studiosi, Donald Pierson, ha particolarmente esaminato il problema dei Neri in Brasile; Oliveira Viana i problemi delle popolazioni del Brasile meridionale. Nel campo della storia economica Roberto Simonsen e Caio Prado hanno dato contributi di alto valore con le loro storie economiche del Brasile e i loro saggi sull'argomento.