Camera dei comuni (House of commons)
(House of commons) Camera bassa del Parlamento britannico, il cui nome allude alle origini dell’istituto definendosi in contrasto con la Camera alta, la Camera dei lord. La sua storia è connessa con le lotte politiche tra nobiltà, clero e sovrano risalenti al sec. 13°, che hanno una compiuta espressione già nella concessione della Magna charta (1215). Sotto Edoardo III i Comuni erano composti da country gentlemen e deputati dei borghi; e al 1344 si fa risalire la costituzione di una Camera parlamentare indipendente. Nei secc. 14° e 15° la struttura dei Comuni si venne consolidando, mentre con l’alleanza sempre più stretta della Corona con nobiltà e clero si chiariva la loro funzione politica, che si affermava con Elisabetta nei conflitti tra la regina e i Comuni. Travolti dalla guerra civile, cui la loro opposizione aveva contribuito, i Comuni furono ricostituiti dopo la Restaurazione. Sotto Giorgio III i Comuni furono protagonisti del Reform act del 1832, che abolì vecchi privilegi feudali offrendo un campo più vasto all’azione popolare: in questo modo i Comuni acquistavano quel carattere di potere indipendente che definisce la vita parlamentare dell’Inghilterra moderna. I successivi Reform acts del 1867-68 e del 1884-1885 contribuirono a una demolizione progressiva di residui privilegi, favorendo l’avanzata della borghesia industriale e ponendo le basi di quella egemonia dei Comuni rispetto alla Camera dei lord, affermatasi chiaramente nel 20° secolo. Oggi infatti al potere esecutivo è sufficiente la sola maggioranza ai Comuni.