Campania
Regione dell’Italia meridionale. In età storica la C. presenta una fisionomia etnica, politica e culturale estremamente complessa, che la tradizione antica schematizzò nel senso di una successione di invasioni e occupazioni. Sulla fascia costiera del Golfo di Napoli, a partire dall’8° sec. si stanziarono colonie greche (fondazioni di Pithecusa, cioè Ischia, e di Cuma, che a sua volta fonda Napoli). Dal 7° sec. fra il Golfo di Salerno e il retroterra campano si espansero gli etruschi, i cui centri maggiori furono Capua, Nola, Nocera, Pompei. Nel resto del territorio erano insediate le popolazioni indigene, variamente denominate ausoni, opici, osci, sanniti, campani. I sanniti dell’interno dilagarono verso la costa nel 5° sec., impossessandosi di Capua nel 424 e di Cuma nel 421. L’espansione romana iniziò nella seconda metà del 4° sec. (alleanza di Capua e Roma, 340) e si concretizzò dopo le guerre sannitiche con la fondazione di colonie (Cales, Suessa, Sinuessa, Volturno, Literno, Pozzuoli). La sola Napoli conservò ancora a lungo caratteri ellenici. I dati caratteristici dell’età romana emergono con evidenza nei grandi impianti di otium come Capri e Baia, nelle ville della penisola sorrentina e negli abitati della regione vesuviana (Pompei, Ercolano, Stabia). Nella divisione augustea dell’Italia, la C. costituiva, unita col Lazio, la prima regione. Dopo Diocleziano la regione divenne una provincia alle dipendenze del corrector Campaniae.
Dopo la caduta dell’impero romano, la C. conservò la propria unità sotto gli ostrogoti e i bizantini, finché i longobardi non annetterono Capua e gran parte dell’entroterra campano al ducato di Benevento (570 ca.). Salerno subì la stessa sorte, ma nell’846 si staccò da Benevento dando vita a un nuovo principato longobardo, mentre un altro ne sorse a Capua, che nel Novecento s’impadronì anche di Benevento. Nella C. bizantina il ducato di Napoli, dal quale si staccò poi l’altro di Gaeta (899-933), venne svincolandosi sempre più dalla soggezione all’impero. Tale processo fu comune a tutta la regione e soprattutto ad Amalfi, prima soggetta ai longobardi, poi liberatasene (839) e rimasta quasi autonoma durante i secc. 9° e 10°, mentre superava ogni altra città campana per il fiorire della sua economia. Così sconvolta e divisa, la C. fu facile conquista dei normanni, i quali dalla primitiva contea di Aversa estesero il loro dominio al principato di Capua (1062) e alla restante C. settentrionale, mentre il principato di Salerno fu conquistato da Roberto il Guiscardo (1077). Costituitosi saldamente il dominio normanno con Ruggero, anche Napoli si arrese (1139) e da allora la storia della C. si confonde con quella del regno di Sicilia, poi di Napoli e infine delle Due Sicilie: nel 15° sec. passò dal dominio degli Angioini a quello degli Aragonesi; dopo le dispute con la Francia, risoltesi nel 1503, il dominio spagnolo riorganizzò il regno meridionale affidandone il governo a un viceré. Nel 1707 la C. entrò in possesso degli austriaci e, nel 1734, di Carlo di Borbone. Prima Giuseppe Bonaparte (1806), poi Gioacchino Murat (1808) furono nominati re delle Due Sicilie. Tornarono quindi i Borbone, cacciati da Garibaldi (1860).
Riunita al regno d’Italia, la C. attraversò una notevole crisi di ambientamento nel quadro politico, economico e finanziario del nuovo Stato, aggravata da ricorrenti epidemie (soprattutto grave quella colerica del 1884). Nel 1927 fu soppressa la provincia di Caserta (ristabilita solo nel 1945) e il suo territorio attribuito, con criteri non sempre giustificabili, oltre che alla provincia di Napoli, a quella laziale di Frosinone e nel 1932 a quella di Littoria (od. Latina). Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi s’insediarono fin dal 1941 a Napoli e in C. per alimentare le truppe dislocate nell’Italia meridionale, in Sicilia e in Africa settentrionale. Dopo l’armistizio del 1943, iniziarono il disarmo delle forze italiane della regione, senza incontrare altro che sporadiche resistenze; quasi contemporaneamente gli alleati sbarcavano a Salerno, costringendo di lì a poco i tedeschi a ritirarsi sulla linea Gustav; tra i combattimenti di ritirata, particolarissima importanza, anche da un punto di vista politico, ebbero le Quattro giornate di Napoli. Le operazioni ristagnarono sul Garigliano-Sangro, fino alla seconda fase della battaglia di Cassino dell’11 maggio 1944, dopo la quale gli alleati, apertasi allora la via di Roma, per oltre un anno ancora utilizzarono la C. come la loro massima base logistica in Italia.