Particolare tipologia di poema composto in Italia tra 14° e 15° sec. da verseggiatori popolari, per essere recitato nelle piazze. I c. cominciavano con una invocazione religiosa e un saluto alla «buona gente» che ascoltava. Erano versificazioni o rimaneggiamenti di romanzi, di leggende medievali o anche classiche, e specialmente della materia epico-cavalleresca; talvolta traevano argomento da fatti del giorno. Esempio di tali composizioni, spesso anonime, è il Cantare dei Cantari, poemetto toscano in ottave della fine del 14° sec., in cui è esposto un vastissimo repertorio (storie di Troia, Tebe, Roma, del ciclo bretone e carolingio).
Carattere diverso hanno gli spagnoli cantares de gesta, narrazioni poetiche dell’epopea castigliana, che traggono spunto dalle francesi chansons de geste: ne è pervenuto il solo Cantar de mio Cid (➔ Cid).