Opera poetica, di carattere narrativo o didascalico, di notevole estensione e di vasto respiro, che può avere vario tono e argomento. Il verso adottato è normalmente l’esametro nella poesia classica, l’endecasillabo nella poesia italiana. Secondo la materia, si distinguono: poema epico (o eroico o mitico), come i poemi di Omero e di Virgilio; poema storico, come la Farsaglia di Lucano; poema cavalleresco, come l’Orlando furioso di L. Ariosto; poema eroicomico, che costituisce una parodia dei poemi epico e cavalleresco, come La secchia rapita di A. Tassoni; poema didascalico, come le Georgiche di Virgilio, Il Giorno di G. Parini ecc.
Il termine è stato usato anche per brevi composizioni, spesso di tono lirico, come titolo di raccolte; per es., i poemi conviviali, i poemi italici, i poemi del Risorgimento di G. Pascoli (sempre come titolo di una raccolta, il poema paradisiaco di G. D’Annunzio, che intendeva però la parola nel suo valore tradizionale). Tale uso, che riprende il senso generico della parola in latino e in greco, o che si ispira a quello ugualmente generico che ha tutt’oggi poem in inglese, è stato anche più seguito in Francia (Poèmes antiques, Poèmes barbares, Poèmes tragiques di C.-M.-R. Leconte de Lisle).
Per il poema in musica ➔ poema sinfonico.