Città capitale del Venezuela (2.934.560 ab. nel 2017); maggiore centro economico, politico e culturale del paese. È situata a quasi 1000 m s.l.m., in una valle a pochi km dal mare. La dominano montagne alte più di 2500 m e ha un clima più mite di quel che comporterebbe la sua latitudine (circa 10° N): temperatura media annua 20 °C, modeste escursioni stagionali, 700 mm di pioggia all’anno. Ha attività industriali nei settori automobilistico, tessile, chimico, alimentare, del vetro, della gomma, del cemento, del cuoio, del tabacco.
Il distretto federale della capitale (433 km2) comprende le città di Maiquetía (aeroporto) e La Guaira (porto marittimo, distrutto dal nubifragio del 1999).
Fu fondata dallo spagnolo Diego de Losada nel 1567 con il nome di Santiago de León de Caracas, sul luogo occupato da un villaggio d’indiani Caracas, tribù probabilmente caribica. Venne attaccata nel 1595 dal corsaro inglese F. Drake; nel 1731 fu eretta a capitale dell’omonima capitania generale. Prima città a insorgere contro la madrepatria nel 1810, fu occupata definitivamente da S. Bolívar nel giugno 1821 e divenne capitale del Venezuela indipendente.
La città si è estesa prevalentemente in senso O-E, seguendo l’andamento della valle, con nuovi quartieri residenziali e vaste baraccopoli (ranchos) sviluppati anche sui rilievi circostanti. I maggiori ampliamenti topografici si sono verificati in direzione orientale (quartieri di Los Chorros, Los Caminos) saldandosi al nucleo centrale. La città, che dal 1929 ha legato il suo nome all’attività di significativi esponenti dell’architettura funzionalista, in primo luogo C. R. Villanueva, ha aspetto decisamente moderno, grazie a grandi complessi come il Centro Bolívar, la Città universitaria, i grattacieli del Centro Polar, il Teatro del Este, i musei (notevole quello di arte contemporanea, 1974, con la nuova ala del 1982) e i quartieri residenziali come El Silencio, 23 de Enero, El Paraíso e Cerro Piloto.