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JACOBI, Carl Gustav Jacob

di Giovanni Lampariello - Enciclopedia Italiana (1933)
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JACOBI, Carl Gustav Jacob

Giovanni Lampariello

Matematico, nato a Potsdam il 10 dicembre 1805, morto a Berlino il 18 febbraio 1851. Studiò giovanissimo le opere di Lagrange ed Eulero, tentando la risoluzione dell'equazione (algebrica) di 5° grado e nel 1825 ottenne a Berlino il grado di dottore in filosofia. Fu professore all'università di Königsberg fino al 1842, allorché, per ragioni di salute, dovette abbandonare l'insegnamento e trasferirsi a Berlino.

Il J. è tra i più grandi matematici del sec. XIX per la genialità delle scoperte e per la straordinaria influenza che esercitò sui suoi contemporanei. Il suo insegnamento procedeva chiaro, per quanto il suo ingegno non fosse fatto per ripetere quel che altri aveva detto; le sue lezioni, quasi sempre di carattere elevato, spaziavano soltanto in quei campi della scienza nei quali egli stesso era stato creatore.

Le più importanti ricerche del J. riguardano l'inversione degl'integrali ellittici e le funzioni theta che portano il suo nome; il J. divide col celebre matematico norvegese N.-H. Abel (v.) la gloria di aver fondato la teoria delle funzioni ellittiche. Egli raccolse questi risultati nei Fundamenta nova theoriae functionum ellipticarum. Meditando queste pagine, brillanti di geniali creazioni, si resta, come disse il Terquem, convinti che "le matematiche non sono una scienza, ma una rivelazione permanente, un riflesso di quella intelligenza divina che J. contempla nella sua ineffabile purezza". Non meno fondamentali sono i risultati ottenuti dal J. nella teoria delle equazioni alle derivate parziali e delle equazioni differenziali della meccanica celeste. Ricordiamo il famoso teorema riguardante l'integrazione di un sistema di equazioni canoniche

in cui le ph qh sono 2n funzioni incognite della variabile t e H (funzione caratteristica o di Hamilton) dipende, in generale, dalle p, q e t. Se le ph si considerano quali derivate parziali di un'incognita funzione V delle q e di t, la conoscenza di un integrale completo dell'equazione alle derivate parziali del 1° ordine

permette di costruire, con operazioni in termini finiti, l'integrale generale del dato sistema differenziale. Più precisamente, se π1, π2,..., πn sono le n costanti arbitrarie essenziali che si presentano in V (una [n + 1]ma costante è additiva, poiché l'equazione non implica la V), l'integrale generale si ottiene risolvendo rispetto alle p, q le relazioni

qualora si considerino quali costanti arbitrarie anche le xh. L'importanza di questo teorema è dovuta soprattutto al fatto che se si considerano queste equazioni come quelle di una trasfomiazione tra le due coppie di nple di variabili (ph, qh), (πh, κh), tale trasformazione risulta canonica. Un caso particolare di esso fu riconosciuto da Hamilton nelle equazioni differenziali dell'ottica.

Al J. si deve una diversa forma (non involgente il tempo) del celebre principio di Hamilton; tale risultato ha dato luogo a importanti ricerche sulle geodetiche ed è la base di uno dei più bei capitoli di geometria superiore. Celebre è la memoria di J. Sur l'elimination des nøuds dans le problème des trois corps, nella quale si trova il maggiore contributo al famoso problema dopo quelli conseguiti per opera di Clairaut, D'Alembert, Lagrange.

Nella teoria delle figure di equilibrio di una massa fluida uniformemente rotante attorno a un asse fisso, le cui particelle si attraggono secondo la legge newtoniana, il MacLaurin aveva scoperto gli ellissoidi di rotazione come soddisfacenti al problema. Il J. dimostrò l'inaspettato teorema che anche gli ellissoidi ad assi disuguali possono essere figure di equilibrio.

Le ricerche di J. riguardanti la meccanica sono state raccolte dopo la sua morte dal Clebsch nelle Vorlesungen über Dynamik, che costituiscono il maggiore progresso realizzato in questa importante disciplina dopo la Mécanique analytique del Lagrange.

Altre ricerche riguardano la teoria dei numeri e il calcolo delle variazioni; nella prima il J. consegue fondamentali risultati, ritrovando teoremi già scoperti dal Gauss sul problema della divisione della circonferenza; nella seconda il J. dà una condizione per la variazione seconda, atta ad assicurare l'esistenza dell'estremo.

Importanti, per quanto di minore elevatezza, sono i contributi di J. al calcolo differenziale per le funzioni di più variabili, fra i quali primeggia la nozione di determinante jacobiano o funzionale, che è formato con le n2 derivate parziali del 1° ordine di n date funzioni di altrettante variabili indipendenti.

Le opere di J. sono raccolte in otto volumi: C. G. J. Jacobl's Gesammelte Werhe, Berlino 1881-1891.

Bibl.: Per ampî particolari sulla vita di J. cfr. l'elogio letto all'Accademia delle scienze di Berlino il 1° luglio 1852 da Lejeune Dirichlet, amico di J., e l'interessante biografia di L. Königsberg, Lipsia 1904.

Vedi anche
Niels Henrik Abel Matematico norvegese (Findö 1802 - Froland 1829), la cui opera è stata determinante nello sviluppo della matematica moderna. Fu sostanzialmente un autodidatta; nel 1825-26, grazie a una pensione governativa, soggiornò a Berlino e a Parigi; tornato in patria, ebbe un modesto incarico d'insegnamento. Si ... Charles Hermite Hermite ‹ermìt›, Charles. - Matematico francese (Dieuze, Lorena, 1822 - Parigi 1901), uno dei più grandi analisti della seconda metà del sec. 19º. Ancora studente (1843-44), comunicò a C. G. J. Jacobi i risultati delle sue ricerche sulle funzioni abeliane e sulla trasformazione delle funzioni ellittiche. ... Sir William Rowan Hamilton Fisico matematico (Dublino 1805 - ivi 1865), prof. di astronomia al Trinity College di Dublino, astronomo reale d'Irlanda. Presidente (1837) della Royal Irish academy. Tra i risultati di maggior rilievo delle sue ricerche sono il principio e le equazioni che portano il suo nome. A Hamilton, Sir William ... Joseph Liouville Liouville ‹liuvìl›, Joseph. - Matematico (Saint-Omer, Pas-de-Calais, 1809 - Parigi 1882). Fu uno dei maggiori analisti francesi del sec. 19º, ma anche un ottimo algebrista, geometra e fisico-matematico, con profondi interessi interdisciplinari. Fu il primo a dimostrare l'esistenza dei numeri trascendenti. ...
Tag
  • ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI BERLINO
  • EQUAZIONE ALLE DERIVATE PARZIALI
  • CALCOLO DELLE VARIAZIONI
  • EQUAZIONI DIFFERENZIALI
  • DETERMINANTE JACOBIANO
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    Enciclopedia della Matematica (2013)
    Jacobi Carl Gustav Jacob (Potsdam, Brandeburgo, 1804 - Berlino 1851) matematico tedesco. Dopo essersi laureato a Berlino, insegnò matematica a Berlino e all’università di Königsberg, dove strinse amicizia con F.W. Bessel. Fu uno dei principali collaboratori del «Giornale di Crelle» e membro delle Accademie ...
  • Jacobi, Karl Gustav Jacob
    Enciclopedia on line
    Matematico (Potsdam 1805 - Berlino 1851). Uno tra i protagonisti degli studi matematici del 19° secolo, fornì imprescindibili contributi allo studio delle funzioni ellittiche; il suo nome è ricordato per i metodi di integrazione delle funzioni definite da sistemi di n equazioni, che hanno avuto notevoli ...
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carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
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san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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