Veicolo a 4 ruote tirato da uno o più cavalli, di fogge varie ma per lo più con mantice, per trasporto di persone.
Le prime c. per il trasporto di persone si differenziarono dai carri per il trasporto delle merci forse solo per qualche sedile e una copertura: tali erano il carpentum e il pilentum dei Romani che, riccamente decorati, venivano anche usati nelle cerimonie religiose e parate. Altri tipi erano la carruca, con copertura amovibile e ruote sterzanti, attrezzata con giacigli per i lunghi viaggi (carruca dormitoria), l’essedum, il cisium, la raeda. Dopo l’età altomedievale, quando i veicoli servivano solo al trasporto pesante, apparvero (fine 13° sec.), a uso esclusivo della nobiltà, carri eleganti con la cassa poggiata direttamente sugli assi, e successivamente (metà 15° sec.) cocchi con la cassa sospesa al telaio con cinghie, molto diffusi presso le corti italiane; lo sfarzo degli ornamenti raggiunse il suo culmine in età barocca. Nel 17° sec. iniziò l’epoca delle ‘vetture di piazza’ con la comparsa a Parigi delle prime c. pubbliche (fiacres), mentre il miglioramento della tecnica costruttiva, con l’ideazione di molle che consentivano una sospensione elastica, e l’ampliamento della rete stradale portavano alla diffusione di c. da viaggio per la comunicazione tra le varie città (diligenze). Si disegnarono nel tempo vari modelli di c.: completamente aperti (landau), scoperchiabili (cabriolet), chiusi a quattro posti con finestrini a vetri (berlina; v. fig.), leggeri a due ruote (tilbury); il massimo dell’eleganza decorativa e leggerezza fu raggiunto alle corti di Luigi XV e XVI dal coupé. Alla fine del 18° sec. la circolazione delle c. nei centri urbani era così densa che si dovettero regolamentare le corse. Nel 1826 a Parigi si inaugurarono gli omnibus per il trasporto pubblico, a Londra i cab. Con l’avvento dei veicoli a trazione meccanica la c. perse d’importanza fino a scomparire del tutto.