Caucasia
Regione posta tra il Mar Nero e il Mare d’Azov a O e il Mar Caspio a E, costituisce un ampio istmo mediante il quale l’Europa è congiunta all’Asia: è tagliata in due dal sistema montuoso del Caucaso. Nota fin dal 7° sec. a.C. per la colonizzazione dei milesi, in età antica la regione si presentava divisa in più entità geopolitiche. Al tempo dei romani la zona meridionale fu assorbita nell’impero, il resto fu dominio dei parti, poi dei sasanidi. La Transcaucasia vide fiorire, sin dal 4° sec., il cristianesimo, che si radicò in Georgia e in Armenia: la prima accolse la dottrina ortodossa, la seconda quella monofisita. L’Armenia fu poi assoggettata dai bizantini, la Georgia dai sasanidi. Nel 7° sec. la C. del Sud subì l’invasione araba e godette di un lungo periodo di prosperità per lo sviluppo del commercio. Nel 13° sec. la rinascita politica e culturale della Georgia fu interrotta dall’invasione mongola (1240). Frantumatosi poi l’impero tataro, tutta la regione fu suddivisa tra i regni mongolici dell’Orda d’oro e di Persia e venne ricostituita in unità politico-territoriale solo nel 15° secolo. Nel 16° sec. la Transcaucasia settentrionale passò ai persiani (1538), quella occidentale ai turchi, mentre nel Caucaso settentrionale si affermava la Russia zarista (1554). La penetrazione russa nell’interno ebbe inizio nel 18° sec. e fu seguita dalla guerra contro i turchi (1806-12) e i persiani (1805-13), che vide i russi vincitori. Nelle montagne, invece, si affermò la resistenza delle popolazioni caucasiche, animata e sorretta dal movimento religioso-nazionale del miuridismo e, solo dopo una lotta di più decenni, gli eserciti zaristi poterono sottometterle definitivamente (1864). L’intera regione formò, fino alla caduta dello zarismo, un’unica unità amministrativa sotto l’autorità di un solo governatore. La Repubblica federata socialista sovietica di Transcaucasia entrò a far parte dell’URSS nel 1922; nel 1936 fu sciolta e sostituita dalle tre repubbliche di Azerbaigian, Armenia e Georgia.