CENTURIPE (A. T., 27-28-29)
Città della provincia di Enna, posta su di un'altura a 733 m. s. m. La città attuale è di moderna origine e sorse sul luogo dell'antica Centuripe. Il suo primitivo nome fu alterato in Centorbi, e solo nel 1863 riebbe quello di Centuripe. Costituisce oggi un grosso centro agricolo di 13.883 ab., mentre il suo comune (kmq. 172,99) ne conta 15.960, di cui 118 sparsi per le campagne e 1467 e 492 rispettivamente aggrappati nei due centri minori di Carcaci e Muglia. Il territorio, coltivato specialmente a cereali, ha alcune zolfare.
La città antica. - L'antica Centuripe (Κεντόριπα, Κεντόριψ, Κεντούριπαι; λατ. Centurĭpae) sorgeva sui colli tra la valle del Dittaino (Chrysas), del Salso (Kyamosoros) e del Simeto, in una località quindi di grande importanza strategica. Ben presto ellenizzata, sino alla prima metà del sec. IV a. C., Centuripe ebbe governo autonomo. All'epoca di Dionisio e di Agatocle dovette trovarsi in una condizione di semi-indipendenza rispetto ai tiranni siracusani. Dall'età di Gerone II comincia per essa un periodo di splendore, che non terminò neppure quando, nel 263, la città si sottomise ai Romani, ai quali rimase costantemente amica, in qualità di civitas sine foedere ac libera. Della floridezza di Centuripe nell'età ellenistica-romana testimoniano, oltre che i frequenti accenni di Cicerone nelle Verrine, numerose ed estese necropoli, le svariatissime terrecotte, che le fanno meritare il nome di Tanagra della Sicilia, i magnifici vasi con rilievi e dipinti a tempera, una vera specialità del luogo. Divenuta probabilmente municipium romanum per l'aiuto prestato ad Ottaviano nella guerra contro Sesto Pompeo, Centuripe venne restaurata da Augusto e seguitò anche durante l'impero, e specialmente nel sec. II d. C., ad arricchirsi di edifici pubblici. Dopo un oscuro periodo di decadenza essa fu totalmente distrutta nel 1232, quando, in seguito a una ribellione, Federico II ne trapiantò gli abitanti ad Augusta.
Bibl.: G. Libertini, Centuripe, Catania 1926.