Scrittore francese (Parigi 1628 - ivi 1703), fratello di Claude, Nicolas e Pierre. Ebbe un'importante posizione ufficiale, come «commis de la surintendance des bâtiments» (1664), per la quale agì da intermediario fra Colbert e gli artisti della corte di Luigi XIV. Accademico di Francia dal 1671, P. è noto per le sue fiabe in versi e in prosa, celebri in tutto il mondo.
Fu dapprima impiegato presso il fratello Pierre, che era ricevitore generale delle finanze e che gli permise alcuni anni di vita comoda, durante la quale egli coltivò gli studi e le amicizie. Protetto da Colbert, il potente ministro di Luigi XIV, P. fu suo intimo ed efficace collaboratore per quasi un ventennio; e per il suo diretto intervento entrò nella piccola accademia creata per il lustro del re (1663), fu ammesso poi all'Académie française (1671) e poté fare accogliere nella nuova Académie des sciences il fratello Claude, con il quale divise il gusto per le arti figurative e in special modo per l'architettura. Dopo la morte di Colbert, si dedicò più alacremente all'attività letteraria.
Dopo alcuni tentativi lirici assai mediocri, P. rifece con stile parodistico, insieme con i suoi fratelli, il libro VI dell'Eneide, secondo quel diffuso gusto per il travestimento burlesco che risaliva all'ultimo Cinquecento. L'interesse dell'opera consisteva nell'atteggiamento negativo e demolitore di P. di fronte al mondo classico. Dopo avere scritto poesie galanti, diede inizio a quella accesa polemica letteraria che va sotto il nome di Querelle des anciens et des modernes leggendo all'Académie il poemetto Le siècle de Louis le Grand (1687), in cui egli parteggiava risolutamente per i moderni. Alle tesi di Boileau in favore degli antichi P. rispose con il famoso Parallèle des anciens et des modernes (4 voll., 1688-97) e con Les hommes illustres qui ont paru en France pendant ce siècle, avec leur portrait au naturel (4 voll., 1696-1700). L'opera sua più duratura però è da cercare in tutt'altro campo, cioè nelle celebri fiabe in versi e in prosa: La belle au bois dormant, Le petit chaperon rouge, Le chat botté, Cendrillon, Le petit poucet, Peau d'asne, ecc. (notissime in italiano come La bella addormentata nel bosco, Cappuccetto rosso, Il gatto con gli stivali, Cenerentola, Pollicino, Pelle d'asino), raccolte sotto il titolo Histoires ou contes du temps passé, avec des moralitez (1697), ma più note col titolo di Contes de ma mère l'Oye. Esempio di stile conciso e classico, il loro fascino consiste nella naturalezza con cui P. racconta le storie più inverosimili riavvicinandosi alla semplicità delle favole mitologiche greche. I suoi Mémoires furono pubblicati nel 1759.