BANAK, Chiesa di
BANAK, Chiesa di (georgiano Bana)
Ubicata nella vallata del Tartoum presso il fiume Phanascert (affluente destro del Tchorok), nella regione armeno-georgiana del Tayk (georgiano Tao) in Turchia nordorientale, la chiesa di B. è un vasto edificio posto su un'altura che domina il territorio circostante.Mancando fonti documentarie antiche sul sito e sulla chiesa, di cui si ignorano dedicazione e funzioni, nonché il rapporto con un eventuale abitato, solo l'analisi delle strutture può fornire elementi utili alla collocazione storica, stilistica e cronologica del monumento. Si tratta di un tetraconco con deambulatorio inscritto in un corpo circolare animato all'esterno da arcate cieche, in ognuna delle quali si apre una finestra. Il tetraconco interno è formato da esedre colonnate (alternate a piccoli ambienti absidati), di cui rimane in piedi solo l'esedra orientale, con archi a ferro di cavallo. L'edificio aveva sicuramente gallerie ed era probabilmente coperto da un tetto ligneo piramidale poggiante su un tamburo, stando all'ipotesi di ricostruzione dell'alzato, affine a quello della chiesa di Zvart'noc' eretta presso Wagharschapat sotto il katholikós Nerses III l'Edificatore (641-661 ca.).Fonti tarde e poco attendibili riferiscono che la chiesa di B. fu costruita dal sovrano bagratide dell'Iberia Adarnasé IV (888-923), che vi si fece seppellire. Su questa base è stata proposta una datazione del monumento agli inizi del sec. 10° (Edwards, 1985; Teteriatnikov, 1988), pensando a una tarda derivazione da Zvart'noc'. Tuttavia le analogie tra B. e Zvart'noc', strettissime per ciò che concerne planimetria, alzato, caratteri costruttivi e decorazione, consentono in realtà una datazione al sec. 7° anche per la chiesa di B. (Marut' yan, 1963; Tschoubinasvili, 1968; Kleinbauer, 1972; Béridzé, 1981); del resto, il particolare dell'arcata a ferro di cavallo non trova più riscontri in area georgiana nel 9° e 10° secolo. Sono in questo senso indicativi i bassorilievi con motivi fitomorfi di matrice sasanide che si conservano parzialmente sul muro circolare esterno, sopra le arcate, esattamente come a Zvart'noc'. Al contrario, nessun rapporto si può istituire con la decorazione plastica del sec. 10° sia dal punto di vista del repertorio sia su un piano più squisitamente stilistico.Un discorso a parte meritano i sei capitelli dell'esedra superstite, ionici nella parte superiore, a canestro in quella inferiore; l'anomalo ed empirico raccordo fra le due distinte parti consente di stabilire che si tratta, per quanto riguarda specificamente il canestro, di un inserto posteriore, da attribuire verosimilmente a una delle numerose fasi costruttive dell'edificio (Falla Castelfranchi, 1983). Inoltre l'analisi dei capitelli ionici originari, più arcaici rispetto a quelli di Zvart'noc' e, in genere, dei capitelli ionici armeni del sec. 7°, farebbe supporre una maggiore antichità di quelli di B. e quindi dell'edificio stesso rispetto a Zvart'noc'. I dati che emergono dall'analisi della scultura di B. vengono poi a saldarsi con i problemi relativi alla cronologia interna dei tetraconchi armeni, legati tutti, a quanto sembra, alla committenza di Nerses III, nativo di Ischan nel Tayk, dove fece costruire un edificio, con pianta probabilmente tetraconca, e dove si ritirò in esilio fra il 651/652-658, subito dopo aver iniziato la chiesa di Zvart'noc', compiuta solo dopo il suo rientro (Histoire d'Eraclius, 1904, pp. 111, 136ss., 146-147).
Bibl.:
Fonti. - Histoire d'Eraclius par l'évêque Sebeos, a cura di F. Macler, Paris 1904.
Letteratura critica. - T. Marut'yan, Zvart'noc' ev zvart'noc'a tip Tačarner [Zvart'noc' e chiese nello stile di Zvart'noc'], Erevan 1963, pp. 94-102, figg. 20-21; G. Tschoubinasvili, Forschungen zur armenische Architektur, Bedi Karthlisa 25, 1968, pp. 147-184; W.E. Kleinbauer, Zvart'nots and the Origin of Christian Architecture in Armenia, ArtB 54, 1972, pp. 245-262: 251-253 (con bibl.); V. Béridzé, Mesto pamjatnikov Tao-Klardžeti v istorii Gruzinskoj arxitektury [Monumenti di Tao-Klardži nell'architettura georgiana], Tbilisi 1981, pp. 136-138, 282-283, figg. 16-21; M. Falla Castelfranchi, Les chapiteaux de Bana. Esquisse pour une datation ante Zvart'noc' du tétraconque (comunicazione inedita), "III Symposium international sur l'art georgien, Tbilisi 1983"; R.W. Edwards, Medieval Architecture in the Oltu-Penek Valley: A Preliminary Report on the Marchanlands of Northeast Turkey, DOP 39, 1985, pp. 15-37: 27-32, figg. 38-56; T. Marut' yan, Banak. Six Projects for its Reconstruction, in Armenian Studies in memoriam Haig Berberian, Lisboa 1986, pp. 517-546; N. Thierry, Peintures historiques d'Ošk'i (T'ao), Revue des Etudes géorgiennes et caucasiennes 2, 1986, pp. 135-153, figg. 7-8; R. Mepisašvili, Artistic Aspects of the VI-VII Century Georgian Architecture. The Church of Bana, Georgica 2, 1988, pp. 109-118; N. Teteriatnikov, Upper-Story Chapels near the Sanctuary in Churches of the Christian East, DOP 42, 1988, pp. 65-72.M. Falla Castelfranchi