ROCCI, Ciriaco
– Nacque a Roma nel 1581. Il padre, Bernardino, mercante originario di Cremona, era ascritto alla nobiltà locale; rimasto vedovo, si trasferì a Roma e nel 1579 sposò Clarice Arrigoni, sorella del cardinale Pompeo. Ciriaco studiò presso il Collegio Clementino, retto dai padri somaschi, dove era alunno nel 1596. Nel 1609 ottenne il titolo di maestro in diritto. Suo fratello Antonio nel 1629 era conservatore di Roma.
Iniziò la carriera in Curia nel 1608 come referendario di Grazia e di giustizia. Il 2 aprile 1609 acquistò l’ufficio di abbreviatore di Parco maggiore, che tenne fino al maggio del 1624. Divenne quindi ponente della congregazione del Buon Governo e della Sacra Consulta. Il 20 dicembre 1620 fu nominato vicelegato di Viterbo, alle dipendenze del cardinale Odoardo Farnese, rimanendo in carica per un biennio. Il 29 aprile 1624 divenne per quattro anni vicelegato di Ferrara, collaboratore del cardinale Francesco Cennini.
Il 13 maggio 1628 fu inviato nunzio agli svizzeri, succedendo ad Alessandro Scappi. Il 27 seguente ottenne la dispensa per ricevere gli ordini sacri dal cardinale Giulio Sacchetti, legato di Ferrara dal 1627, e il 29 maggio fu nominato arcivescovo titolare di Patrasso. Alla fine di luglio del 1628 passò da Milano e arrivò a Lucerna il 19 agosto. La situazione militare nell’Italia padana, preludio all’occupazione di Mantova, con i relativi riflessi sugli svizzeri e i grigioni, fu oggetto della sua corrispondenza con Roma. Sostenne il vescovo di Sion nel conservare l’immunità ecclesiastica e la signoria civile e si occupò del progetto di erigere una congregazione che raggruppasse i monasteri benedettini della Svizzera e della Svevia. Nell’aprile del 1630 diede inizio a una visita che toccò diversi monasteri benedettini presenti nella sua giurisdizione.
Urbano VIII gli confermò il suo favore e lo creò cardinale il 19 novembre 1629, riservando in pectore la pubblicazione. Poco dopo Rocci, mediante i buoni uffici di suo fratello Antonio, si mosse per ottenere la nunziatura di Parigi; nel mese di aprile del 1630 fu invece inviato nunzio alla corte imperiale. Il breve delle facoltà generali, con data 4 maggio 1630, e i brevi credenziali datati 18 maggio gli furono spediti a Vienna, dove si recò senza tornare in Italia. Attese il suo successore Ranuccio Scotti, che giunse a Lucerna il 1° luglio, e partì il 7. Il 31 luglio arrivò a Regensburg (Ratisbona), dove era riunita la Dieta dei principi elettori dell’Impero; vi lasciò i bagagli e alcuni collaboratori e proseguì alla volta di Vienna, dove all’inizio di agosto incontrò il suo predecessore Giovanni Battista Pallotta.
Il 13 agosto 1630 Rocci era nuovamente a Regensburg e due giorni dopo fu ricevuto in udienza dall’imperatore Ferdinando II. In accordo con l’ambasciatore francese Charles Brûlart de Léon si occupò della questione mantovana, mantenendo una posizione contraria agli interessi spagnoli, nonostante la raccomandazione ricevuta da Roma di rimanere equidistante; restò invece neutrale circa l’elezione del re dei Romani.
Il 14 novembre 1630 lasciò Regensburg; arrivò a Vienna il 28 e occupò per primo la residenza donata alla S. Sede da Michael Adolf conte di Althan, rimasta a lungo sede della nunziatura. Al centro della sua attività fu il conflitto in atto nell’Italia settentrionale, che non aveva trovato soluzione alla Dieta del 1630. Il suo compito fu complicato dalle difficili relazioni tra Roma e Vienna, dettate dalla politica di Urbano VIII tendente a limitare l’influenza dei due rami della Casa d’Austria sul territorio della penisola italiana e dalla sua insensibilità alle richieste di aiuto che l’imperatore gli rivolse quando ebbe luogo l’invasione delle truppe svedesi. Un’ulteriore occasione di conflitti fu il titolo di prefetto di Roma conferito dal papa al nipote Taddeo Barberini dopo la morte di Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino (1631).
La pubblicazione della creazione cardinalizia (28 novembre 1633) annunciò la fine del suo mandato. Le trattative per la scelta del successore durarono a lungo: Malatesta Baglioni fu nominato nel marzo del 1634 e arrivò a destinazione solo nel mese di novembre. Rocci si trattenne ancora a Vienna, nel vano tentativo di trovare una soluzione alla controversia circa la prefettura di Roma. Partì infine il 9 aprile 1635 e, passando per Padova e Ferrara, giunse a Roma il 31 maggio. Il 5 giugno ricevette il cappello cardinalizio e il 13 agosto il titolo di S. Salvatore in Lauro, del cui convento annesso era protettore dall’anno precedente. Il 22 agosto 1635 divenne protettore dei canonici regolari di S. Giorgio in Alga.
Il 20 aprile 1637 fu nominato legato di Ferrara, ma vi arrivò solo il 19 novembre, a causa della morte di suo fratello Antonio, che lo aveva designato tutore dei propri figli. Rimase in carica fino al 20 novembre 1640, occupandosi delle consuete problematiche: gli sconfinamenti dei veneziani, la regolazione dei corsi d’acqua, in particolare del fiume Reno, e infine una devastante piena del Po nel settembre del 1640.
All’apertura del conclave del 1644 figurava tra i papabili, pur essendo egli stesso conscio di non avere serie prospettive. In quanto cardinale fu membro di varie congregazioni: Palatinato, Buon Governo, Concistoriale, Esame dei vescovi, Riti, e inoltre fu camerlengo del S. Collegio dall’8 gennaio 1646 al 7 gennaio 1647.
Morì a Roma il 25 settembre 1651, colpito da un attacco apoplettico. Due giorni dopo fu sepolto nella chiesa di S. Maria di Monserrato, nella cappella di famiglia.
Fonti e Bibl.: Archivio segreto Vaticano, Secretaria Brevium, Registra, 737, c. 126rv (27 maggio 1628), 825, c. 90rv (22 agosto 1635); Segreteria di Stato, Svizzera, 17, 18, 18A, 19, 20, 235; Germania, 131A; Biblioteca apostolica Vaticana, Barb. lat. 7129; Nuntiaturen des Malatesta Baglioni, des C. R. und des Mario Filonardi. Sendung des P. Alessandro d’Ales (1634-1635), a cura di R. Becker, Tübingen 2004; Nuntiaturen des Giovanni Battista Pallotto und des C. R. (1630-1631), a cura di R. Becker, Tübingen 2009; Nuntiatur des C. R. Ausserordentliche Nuntiatur des Girolamo Grimaldi (1631-1633), a cura di R. Becker, Berlin-Boston 2013.
L. von Pastor, Storia dei papi dalla fine del Medio Evo, XIII, Roma 1931, ad ind.; Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, IV, a cura di P. Gauchat, Monasterii 1935, pp. 23, 49, 59, 276; J. Metzler, Religiöse Interessen in den Westalpen: Schweiz, Savoyen-Piemont, in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum. 350 anni a servizio delle Missioni: 1622-1972, a cura di J. Metzler, I, 2, Rom-Freiburg-Wien 1971, pp. 69, 80; C. Weber, Die ältesten päpstlichen Staatshandbücher. Elenchus Congregationum, Tribunalium et Collegiorum Urbis 1629-1714, Rom-Freiburg-Wien 1991, p. 146; Legati e governatori dello Stato Pontificio (1550-1809), a cura di C. Weber, Roma 1994, pp. 250, 251, 431, 871 s.; U. Fink, Die Luzerner Nuntiatur 1586-1873. Zur Behördengeschichte und Quellenkunde der päpstlichen Diplomatie in der Schweiz, Luzern-Stuttgart 1997, p. 179; D. Squicciarini, Nunzi apostolici a Vienna, Città del Vaticano 1998, pp. 120 s.; Die päpstlichen Referendare 1566-1809. Chronologie und Prosopographie, a cura di C. Weber, III, Stuttgart 2004, p. 854; F. Nicolai, Un esempio di ‘nuova nobiltà’ nella Roma del ’600: i Rocci di Cremona, in Vecchia e nuova aristocrazia a Roma e nel Lazio in età moderna, a cura di D. Gallavotti Cavallero, Roma 2006, pp. 132-173; R. Becker, Die Wiener Nuntiatur um 1630. Spannungen in den Beziehungen zwischen Kardinal Klesl und Nuntius Pallotto, in Kirchengeschichte. Alte und neue Wege. Festschrift für Christoph Weber, a cura di G. Fleckenstein - M. Klöcker - N. Schloßmacher, Frankfurt a. M. 2008, pp. 215-245; T. Mrkonjić, Archivio della nunziatura apostolica in Vienna, I, «Cancelleria e Segreteria» nn. 1-904 - aa. 1607-1939 (1940). Inventario, Città del Vaticano 2008, pp. XLIII, 6 ss., 44; Papato e Impero nel pontificato di Urbano VIII (1623-1644), a cura di I. Fosi - A. Koller, Città del Vaticano 2013, ad ind.; S. Brancatelli, Scripta eorum quae tam extra quam intra conclave contigerunt. La letteratura seicentesca sui conclavi negli archivi e biblioteche storiche di Roma, tesi di dottorato, Pontificia Università Gregoriana, Roma 2015, ad indicem.