Giulio Rospigliosi (Pistoia 1600 - Roma 9 dic. 1669); professore di filosofia a Pisa, fu poi a Roma tra i familiari dei Barberini e diede al loro teatro un notevole contributo (Sant'Alessio, 1632; Chi soffre speri, 1639; Dal male al bene, ispirato a Calderón, 1653). Nunzio in Spagna (1644-53), riuscì a farvi pubblicare la bolla di Urbano VIII contro Giansenio; segretario di stato di Alessandro VII che lo creò cardinale (1657), ottenne la tiara il 20 giugno 1667 grazie anche al favore della Francia, dalla quale ottenne aiuto anche per la guerra sostenuta dai Veneziani contro i Turchi a Candia, che tuttavia cadde (1669). Il problema fondamentale del suo pontificato fu quello giansenista che, in seguito alle trattative svolte in Francia da inviati pontifici e grazie a un breve papale (2 febbr. 1669) diretto ai vescovi ancora restii a sottoscrivere il formulario antigiansenista di Alessandro VII, trovò una soluzione provvisoria nella cosiddetta pace clementina. Saggia fu la sua amministrazione finanziaria: abolì la tassa sul macinato, favorì l'industria della lana e permise la libera circolazione dei grani.