Aldeide tricloroacetica, Cl3CCHO. Si prepara facendo agire il cloro sull’alcol prima a freddo poi a caldo. Liquido oleoso, incolore, di odore soffocante, che polimerizza facilmente in una massa amorfa ( meta-c.) da cui si rigenera per riscaldamento. Reagisce con acido nitrico formando l’acido tricloroacetico e con alcali dando cloroformio; addiziona acqua, alcol e ammoniaca con formazione di composti molto stabili: fra questi più importante è il c. idrato, Cl3CCH(OH)2, un composto cristallino, di colore bianco, solubile in acqua; riscaldato con acido solforico si trasforma, per distillazione, in c. anidro. Usato, soprattutto in passato, come ipnotico ad azione depressiva sui centri nervosi (corteccia, bulbo e midollo spinale).
L’avvelenamento cronico da c. ( cloralismo) può verificarsi per l’uso terapeutico protratto di esso e si manifesta con disturbi gastroenterici, deperimento, cachessia, eruzioni cutanee polimorfe, psicosi allucinatorie e confusionali.