Cocco Bill
L'eroe degli 'spaghetti western'
Cocco Bill, un pistolero tutto italiano alla conquista del selvaggio West, è il più famoso rappresentante del folle mondo a vignette di Benito Franco Jacovitti, soprannominato Lisca di pesce per il disegnino con cui firmava le sue tavole. Per oltre un quarantennio, il disegnatore di Cocco Bill ha prodotto migliaia e migliaia di storie caratterizzate da un umorismo ai limiti dell'assurdo
Le vignette di Jacovitti sono gremite di personaggi apparentati da un grande naso a forma di oliva; vi sono disseminati salami, dita che fuoriescono dal terreno, vermi, insetti e animali di specie indefinibili, oltre a demenziali battute 'fuori testo'. Ai nasoni di Jacovitti si sono ispirati all'inizio della loro carriera tantissimi autori di storie umoristiche, e anche chi non ha mai realizzato fumetti comici deve qualcosa a Lisca di pesce, perché le sue opere, tradotte in vari paesi, hanno contribuito a diffondere il fumetto italiano nel mondo.
I nomi degli infiniti personaggi di Jacovitti suscitano, già da soli, il sorriso. Ci sono Pippo, Pertica e Palla, Cip l'arcipoliziotto, il diabolico Zagar, il pirata Gamba di quaglia, Oreste il guastafeste, Gionni Galassia, Zorry Kid, Elviro il vampiro, l'investigatore Tom Ficcanaso, i diavoli Papé, Satan e Aleppe, il marziano Microcicco Spaccavento, il pellerossa Occhio di pollo, Giacinto il corsaro dipinto, il bandito Pasqualone, il gangster Jack Mandolino. E, naturalmente, c'è l'infallibile pistolero Cocco Bill, che è forse il personaggio simbolo della produzione del grande autore molisano ‒ ma romano d'adozione ‒ le cui avventure continuano essere popolari anche nei disegni animati.
Si può tranquillamente affermare che Cocco Bill è il rappresentante più nostrano del cosiddetto western all'italiana: infatti non soltanto è stato creato nel nostro paese, come i film di Sergio Leone e dei suoi molti colleghi, ma la sua italianità ‒ o forse sarebbe meglio dire la sua romanità ‒ sprizza da tutti i pori, a partire dal nome di battesimo, Cocco. Non beve whisky, ma camomilla; i suoi avversari non sono gli Apaches o i Cherokees ma i più casalinghi Apaciones e i Ciriuacchi, che parlano una lingua simile al napoletano; nei saloon che frequenta si trovano molto spesso fiaschi di vino di Frascati.
Le prime storie di Cocco Bill furono pubblicate nel 1957 in un supplemento per ragazzi allegato ogni giovedì al quotidiano Il giorno; le sue avventure univano una solida trama avventurosa a una comicità surreale. Cocco Bill è uno dei non molti protagonisti di fumetti entrati in quello che viene definito 'l'immaginario collettivo': anche chi non ha letto mai le sue storie ne conosce quantomeno l'esistenza. Un onore che spetta a pochi personaggi, tra cui le memorabili maschere della commedia dell'arte.
Quando si parla di fumetti western viene subito da pensare a Tex o ad altri personaggi realistici, insuperabili a cavallo e con la pistola. Eppure il genere è nato in forma umoristica nel 1900: quando il mito della 'Frontiera selvaggia' stava ormai scemando e il leggendario Buffalo Bill girava il mondo con un circo equestre, cominciarono a essere pubblicate serie come Lariat Pete che parodiavano le gesta dei cow boy.
La schiera dei 'pistoleri per ridere' è piuttosto folta: uno dei suoi rappresentanti più famosi è Lucky Luke, "l'uomo che spara più veloce della sua ombra", creato dal belga Morris (pseudonimo di Maurice de Bévère) nel 1946. Le sue storie ‒ scritte da René Goscinny, inventore del famoso Asterix ‒ sono piccoli capolavori di umorismo, avventura e vicende reali: spesso, infatti, vi compaiono personaggi veramente esistiti, come i fratelli Dalton, Buffalo Bill e il giudice Roy Bean.
In Italia è famoso Pedrito El Drito, creato da Antonio Terenghi nel 1952: è il disgraziatissimo sceriffo di una cittadina chiamata Tapioka City, alle prese con spietati Pellirosse, feroci banditi, e, soprattutto, con la tremenda moglie Paquita, che lo massacra a colpi di mattarello ogniqualvolta lo scopre a brindare con gli amici del saloon. Il successo di Pedrito è stato tale che, per alcune generazioni di lettori, il suo nome è divenuto sinonimo di qualcuno che si ritiene un dritto, ma in realtà è soltanto uno sciocco.