Ornamento in forma di catena o costituito da elementi infilati o connessi l’uno all’altro, o anche da un laminato tubolare. Nelle forme più semplici e primitive la c. era formata da conchiglie, vertebre e denti di animali, da grani di pasta vitrea, maiolica, pietre dure. Con lo sviluppo dell’oreficeria assunse complessità di forma e decorazione. Frequente nel corredo delle tombe egizie, greche, etrusche, romane e barbariche, nelle tipologie più ricorrenti la c. si presenta in forma di catena, di cerchio, di torques, di lunula. Tipiche dell’Europa settentrionale erano le c. con cerniera a foggia di corona con orlo superiore dentato, e quelle a soggolo, formate da una larga lamina ondulata, simulanti i cerchi o i fili di cotone di un tipo alto e stretto, diffuso nell’antico Egitto e a Cipro. Nell’età ellenistica e romana le c. erano formate da medaglioni, monete, pietre preziose, pendagli e ciondoli. Nell’area bizantina si impose dal 9° sec. lo smalto ad alveoli nei ciondoli. Caratteristica dell’oreficeria gotica era la c. composta da elementi, come rami intrecciati, nodi d’amore ecc., che assunsero particolare significato negli ordini cavallereschi. L’oreficeria del Rinascimento adoperò un repertorio formale classico e nel Settecento talora la c. fu sostituita da un nastro cui erano legati pendenti. Innovativa nelle forme è la c. liberty; altri tipi di c. possono essere considerati veri e propri esemplari di arte contemporanea.