CONGREGAZIONE (XI, p. 143)
Le congregazioni religiose cattoliche hanno continuato a svilupparsi nel terzo e quarto decennio del secolo: nel 1938 quelle approvate dalla Santa Sede erano 95 maschili con 110.385 membri e 732 femminili con 586.641 membri; vanno aggiunte ad esse le congregazioni di diritto diocesano - tra cui molte di nuova formazione, dedite per lo più a opere di assistenza tipicamente moderna, come la stampa, i pensionati per studenti, impiegati e operai, le scuole speciali e professionali, ecc. - di cui non si hanno statistiche ufficiali. Hanno però subìto una paralisi nel funzionamento e nella crescita in Germania e nei paesi da questa occupati, a causa della politica nazionalsocialista; nonché, nel dopoguerra, nei paesi dell'Europa orientale e balcanica, sotto l'influsso dell'ideologia e della politica russo-comunista. La guerra stessa ha causato la distruzione di molte case religiose, la dispersione dei loro membri chiamati alle armi o confinati, restrizioni ai rapporti con le case generalizie e alla formazione dei novizî.
Istituti secolari. - Accanto alle congregazioni religiose vere e proprie si sono venuti formando i gruppi che si propongono di mettere in pratica nel secolo i consigli evangelici e di consacrarsi in mezzo al mondo ad opere di apostolato, senza però l'obbligo generale di vita comune nel senso canonico, pur avendo una loro organizzazione interna ed extradiocesana, che impegna i membri in una dedizione completa al fine prefisso colla professione integrale dei consigli evangelici, senza i voti formali. Questi gruppi, in virtù della costituzione apostolica Provida mater ecclesia (2 febbraio 1947) sono stati ufficialmente riconosciuti come uno stato di vita ascetica ed apostolica, dunque quale una terza categoria accanto ai vecchi ordini religiosi coi voti solenni e alle congregazioni religiose sorte dal sec. XVI coi voti semplici. Hanno il nome di "Istituti secolari"; si adattano loro le disposizioni del cod. di diritto canonico.
Secondo la costituzione citata i loro membri debbono impegnarsi coi tre voti di celibato, obbedienza e povertà (ovvero "colla promessa in forza della quale non abbiano libero uso dei beni temporali"), alla pratica dei consigli evangelici e a vincolarsi ai loro istituti con un impegno "stabile, mutuo e pieno per cui il sodale si dia tutto all'istituto e l'istituto abbia cura e risponda di lui". Gli istituti secolari, pur senza imporre la vita in comune, debbono aver residenze stabili, quali sedi per i superiori, per la formazione degli adepti, per gli esercizî spirituali e per accogliere gl'invalidi; possono essere di diritto pontificio o di diritto diocesano; in questo caso l'ordinario deve consultare la Congregazione dei religiosi prima di approvarli.
Una gran parte di questi istituti è sorta nell'ambito dell'Azione cattolica o sotto l'influsso di ordini religiosi, per rispondere all'esigenza di combinare la perfezione ascetico-mistica personale con l'azione religiosa più intensa ed efficacemente organizzata nei posti-chiave dell'economia, della cultura, dell'assistenza sociale, della scuola, della politica, della vita sindacale, senza l'impaccio d'un abito comune e differenziante, senza l'obbligo d'una vita comune che faccia pensare al religioso e pregiudichi l'azione. L'esistenza e la regola di questi gruppi sono molto spesso circondate da segreto, come segreta è in genere l'appartenenza dei singoli ad essi. È perciò praticamente impossibile avere dati statistici; si sa soltanto che ne esistono di maschili, di femminili, di misti e, secondo l'opinione di circoli ecclesiastici, essi sono numerosi ed efficienti, trovando particolare favore tra organizzatori, operai e insegnanti di ogni grado.
Bibl.: S. Congregazione dei religiosi, Statistica degli Ordini e delle Congregazioni maschili e femminili di diritto pontificio, 2ª ed., Vaticano 1942; la costituzione Provida mater, in Osservatore Romano, 14 marzo 1947.