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conoscenza

Dizionario di Economia e Finanza (2012)
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conoscenza


Comprensione, elaborazione e assimilazione di nozioni. Si differenzia dalla semplice informazione poiché implica un processo attivo di rielaborazione e apprendimento.

Conoscenza come bene pubblico

In ambito economico, l’aspetto rilevante della c. è la sua natura di bene pubblico, che comporta il verificarsi di fallimenti di mercato, sotto forma di esternalità positive. Un celebre esempio di tale fenomeno è il paradosso di K.J. Arrow (➔), secondo cui l’informazione non è appropriabile e quindi, una volta rivelata, perde il suo valore. Queste specificità della c. e dell’informazione forniscono il presupposto per l’esistenza di discipline quali l’economia dell’informazione (➔) e l’economia della c., che si occupano di studiare le implicazioni economiche della c. e delle informazioni, con particolare attenzione a natura, creazione, diffusione, trasformazione, trasferimento e utilizzo in varie forme.

Conoscenza codificata e conoscenza tacita

Alcune caratteristiche influenzano il trasferimento, la diffusione e l’utilizzo della c., che non è un bene omogeneo. Una distinzione fondamentale è quella tra c. codificata e c. tacita. Esempi della prima sono un teorema scientifico o una formula chimica, cioè casi in cui la c. può essere rappresentata e quindi trasferita tra individui (o imprese). Il trasferimento può avvenire attraverso un supporto fisico quale un libro, un manuale tecnico, un sito web, oralmente oppure tramite una conversazione, un corso o una lezione (la tradizione orale è fondamentale non solo nel passato − si pensi a Socrate o alla Bibbia − ma anche nel presente, per es. nelle scuole talmudiche). Dal punto di vista economico, la presenza di c. codificabile e facilmente trasferibile (caso in cui è rilevante il paradosso di Arrow appena menzionato) rende difficile appropriarsi della c. generata e quindi determina scarsi incentivi agli investimenti volti alla creazione di nuova c., quali gli investimenti di ricerca e sviluppo. Il caso opposto è la c. tacita, cioè quella che difficilmente (o solo in modo molto costoso) può essere esplicitata. Per es., sciare o andare in bicicletta sono attività che non possono essere esaurientemente divulgate e, di conseguenza, non possono essere apprese semplicemente leggendo un libro. Questo tipo di c. è quindi un sapere intrinseco agli individui (o alle imprese) e, dal punto di vista economico, rappresenta una fonte di vantaggio per coloro che la possiedono, poiché soltanto essi possono utilizzarla.

La classificazione della conoscenza per contenuti

La letteratura sulla gestione della c. la classifica anche a seconda dei contenuti. Per es., il know-what è molto vicino al concetto di informazione composta da fatti e nozioni. Questo tipo di c. è quindi altamente codificabile e facilmente diffondibile. Il know-why è più profondo e guarda all’individuazione delle cause di certi fenomeni, come, per es., le leggi e i principi della fisica. È caratterizzato da un elevato grado di specializzazione ed è molto importante per l’avanzamento tecnologico. Un terzo tipo è il know-how (anche detto c. procedurale), che include competenze e capacità pratiche. È importante notare che questo ‘saper fare’ non si riferisce solo a capacità manuali, ma anche intellettive e gestionali. Questo tipo di c. è intrinseca all’individuo, quindi non è codificabile e trasferibile solo attraverso la mobilità e la rilocazione del personale. Infine, viene anche considerato il know-who, che include la capacità di sapere ‘chi sa cosa’ e ‘chi sa come fare cosa’. Questa c. si costruisce attraverso l’interazione sociale, è quindi interna agli individui e alle organizzazioni e pertanto chiaramente tacita.

Conoscenza e apprendimento

L’apprendimento (➔) è la capacità di creare, acquisire e accumulare conoscenza. In economia, concetti quali c. e apprendimento sono utilizzati per rappresentare l’impresa e spiegarne la performance (sia positiva, sia negativa). Un’impresa, quindi, è considerata un’organizzazione caratterizzata da uno specifico insieme di c. che le permette di operare. Tale insieme dipende dall’esperienza degli individui che la compongono (e a loro volta dalle loro competenze e c.), dal contesto in cui operano e dalle proprietà del processo di apprendimento. Ogni impresa possiede, quindi, una base di c. unica e difficilmente replicabile, che determina la sua produttività e redditività.

Vedi anche
esperienza filosofia In generale, conoscenza diretta, personalmente acquisita, di una sfera particolare della realtà. ● J. Locke e l’empirismo distinguono l’ esperienza esterna, o percezione dei fatti a noi esterni (sensazioni), e l’ esperienza interna, o percezione dei moti interni alla coscienza (riflessione). ... fatto In filosofia, per ricostruire l’analisi della nozione di fatto nella storia del pensiero filosofico, si deve risalire al 17° sec., alla distinzione tra ‘verità di ragione’ e ‘verità di fatto’. T. Hobbes distingue due specie di conoscenza, la conoscenza di fatto e la conoscenza della conseguenza di un’affermazione ... concetto filosofia Pensiero, in quanto concepito dalla mente, più in particolare idea, nozione esprimente i caratteri essenziali e costanti di una data realtà che si forma afferrando insieme (lat. concipĕre = cum-capĕre, comprehendĕre) i vari aspetti di un determinato oggetto che alla mente preme aver presenti ... apprendimento Nella ricerca sia psicologica sia etologica, acquisizione persistente di modificazioni del comportamento, dal semplice condizionamento di riflessi primari fino a forme complesse di organizzazione delle informazioni, determinate dall’esperienza del soggetto, piuttosto che da un controllo genetico. Un ...
Indice
  • 1 Conoscenza come bene pubblico
  • 2 Conoscenza codificata e conoscenza tacita
  • 3 La classificazione della conoscenza per contenuti
  • 4 Conoscenza e apprendimento
Altri risultati per conoscenza
  • conoscenza
    Dizionario di filosofia (2009)
    Qualsiasi indagine sulla c. deve preliminarmente accertare (1) come conosciamo e (2) cosa possiamo conoscere. Rispetto al primo punto, le risposte tradizionalmente offerte dalla filosofia sono che conosciamo o con i sensi o con l’intelletto o con entrambi o con una forma di intuizione mistica che non ...
  • sapére
    Enciclopedia on line
    sapére L'insieme delle conoscenze che si sono acquisite con lo studio o attraverso l'esperienza, o che comunque si possiedono.
  • conoscenza
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Stefano De Luca Esperienza e ragione per ottenere un sapere certo Esiste una conoscenza valida? E se sì, entro quali limiti? E come giungiamo a essa? A queste domande ha sempre cercato di rispondere la gnoseologia (studio della conoscenza), che ha conosciuto la sua epoca d'oro nel periodo che va da ...
  • Conoscenza
    Universo del Corpo (1999)
    Carlo Sini Il termine indica l'atto del conoscere e, in particolare, il possesso o la presenza nella mente di un sapere già acquisito; è dal latino tardo cognoscentia, derivato di cognoscere, "acquisire con l'intelletto, conoscere, sapere". A differenza di 'teoria', indica una forma di sapere non distaccato, ...
Vocabolario
lavoratore della conoscenza
lavoratore della conoscenza loc. s.le m. Chi mette a profitto conoscenze teoriche e specialistiche, spesso con contratti di collaborazione, specialmente nel mercato editoriale, dell’economia e delle tecnologie dell’informazione. ◆ [Aldo]...
conoscènza
conoscenza conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una cosa: sono lieto di fare la vostra c.;...
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