Corneto
Antica città che, col nome di Tarquinia, fu fiorente in età etrusca (Tàrchuna, Tarchna) e romana (Tarquinii), ma subì un rapido declino nel periodo del Basso Impero; al principio del Medioevo cessò di esistere con lo spostamento dell'abitato su di un vicino colle. Il nuovo centro, che assunse il nome di C., divenne presto un importante comune guelfo; resistette a un assedio di Federico II e fu fiero oppositore di Arrigo VII. La città riprese nel 1922 il nome di Tarquinia.
D. la cita in If XIII 9, insieme a Cecina, come limite meridionale di un ampio tratto della maremma tosco-laziale, tanto selvaggia e cupa ai suoi tempi da essere assunta come termine di paragone per illustrare la selva dei suicidi: Non han sì aspri sterpi né sì folti / quelle fiere selvagge che 'n odio hanno / tra Cecina e Corneto i luoghi cólti. Il Witte e il Revelli (v. CECINA) identificano tali limiti con i fiumi Cecina e Marta; è quest'ultimo il fiume che scorre presso Corneto. La questione non riveste comunque molta importanza.
C. è citata anche in If XII 137 come patria di Rinier da Corneto (v.), brigante che terrorizzava ai tempi di D. la Maremma.
Il Revelli (Italia 158) e il Bassermann (Orme 323 ss.) sostengono che D. fu in Maremma, ma non hanno dati certi per provarlo.