Gioco augurale in uso nei banchetti presso i Greci e gli Etruschi (probabilmente di origine sicula), da cui si traevano presagi, specialmente di amore. Consisteva nel lanciare il vino contenuto in una coppa in modo da colpire un bersaglio, rappresentato da piccoli vasi galleggianti in un catino pieno d’acqua, o da un dischetto di rame posto in bilico all’estremità di un’asta metallica. Descritto da Alceo, Anacreonte e Antifone, oggetto di varie rappresentazioni vascolari, il gioco continuò ancora fino al 3° sec. a.C. poi cadde in disuso.