(gr. Χρυσηίς, lat. Chrysäis -ëdis) Figlia del sacerdote Crise (detta anche da mitografi tardi Astinome); caduta in mano dei Greci per opera di Achille, toccò in sorte ad Agamennone. Questi, costretto a restituirla al padre a causa della pestilenza provocata da Apollo in campo greco, volle in compenso Briseide, schiava di Achille, suscitandone l'ira.
La Criseide de Il filostrato, poema di G. Boccaccio, e del Troilus and Criseyde, poema di G. Chaucer, che da esso deriva, è tutt'altro personaggio, appartenente all'elaborazione medievale del mito eroico. Figlia dell'indovino Calcante, che segue i Greci per volere di Apollo ma è troiano di origine, ella vive a Troia dove ricambia l'amore di Troilo, il più giovane figlio di Priamo. Ma Calcante riesce a farla trasferire nel campo greco, e ivi ella dimentica Troilo e cede all'amore di Diomede. Il racconto è già nel Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure (sec. 12°), dove peraltro la protagonista ha nome Briseida, e tale nome conserva in successive rielaborazioni del poema (come la Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne), ha il nome di Criseida in Boccaccio, dove il suo amore con Troilo è favorito dallo zio di lei Pandaro, e quello di Cressida in Shakespeare (Troilus and Cressida).