Cristoforo, antipapa
Nato a Roma, figlio di Leone, era cardinale prete del titolo di S. Lorenzo in Damaso. Divenne papa usurpando la cattedra di Leone V, che lo aveva ordinato sacerdote, nel settembre del 903. Nulla di preciso si sa del suo atteggiamento politico. Vista la sua probabile appartenenza al partito formosiano, in cui militava anche il suo predecessore, per spiegare la sua elezione è stata ipotizzata una scissione fra i formosiani, oppure un'ostilità del clero romano nei confronti di Leone V, originario di Ardea. Del pontificato di C. è rimasto un solo atto, relativo alla conferma di beni e privilegi del monastero di Corbie. La fine del suo pontificato va collocata nel gennaio del 904, quando Sergio III, con l'aiuto di sostenitori franchi e romani, riuscì a catturare C. e a imprigionarlo, prima di entrare in Roma. Le fonti forniscono notizie discordanti riguardo alla sua fine: secondo alcune fu costretto a farsi monaco, secondo altre, invece, fu imprigionato e dopo qualche tempo fatto uccidere in carcere, insieme a Leone V, da Sergio III. Mallio riferisce che C. fu sepolto "in ecclesia beati Petri" e ne riporta l'epitaffio (Inscriptiones Christianae urbis Romae septimo saeculo antiquiores, a cura di G.B. de Rossi, II, Romae 1888, nr. 86, p. 217) di cui, secondo E. Sarti, non copiò che il primo verso. T. Alfarano ne colloca la tomba nel quadriportico antistante la Sacrestia Vecchia.
fonti e bibliografia
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