Signore di Verona (n. 1291 - m. Treviso 1329). Figlio di Alberto I, associato nel 1308 alla signoria dal fratello Alboino, con questo fu nominato vicario imperiale di Verona da Enrico VII nel 1311; con la morte del fratello rimase unico signore (28 ott. 1311). Per la conquista di Vicenza, tolta ai Padovani, fu impegnato in due guerre vittoriose (1312-14 e 1317-18), che costrinsero il comune di Padova a ricorrere alla signoria di Iacopo da Carrara (1318) e quindi a quelle straniere di Enrico conte di Gorizia (1319-21) e di Ulrico di Valse duca di Carinzia (1321-28). Pur battuto a Bassanello (1320) dal conte di Gorizia, continuò nella sua vigorosa azione espansiva, togliendo nel 1321 ai da Camino Feltre e Belluno, obbligando Padova nel settembre 1328 a sottomettersi, e ottenendo da Lodovico il Bavaro il vicariato di Mantova. L'anno dopo entrava in Treviso. Il suo valore guerriero l'aveva fatto nominare nel 1318 capitano generale della Lega ghibellina; per la sua lotta incessante contro i guelfi, era stato nel 1320 scomunicato da Giovanni XXII. La magnificenza della sua signoria fu lodata da Dante (Par. XVII); ma lo stato, per la sua morte prematura e per la mancanza di validi eredi diretti (il figlio Giliberto morì nel 1335), fu da lui lasciato ai nipoti Alberto II e Mastino II in condizioni precarie d'assestamento.