Uomo politico e scrittore ateniese, nato al Falero intorno al 350 a. C. Studiò alla scuola peripatetica di Teofrasto: scrisse sui poemi omerici, raccolse "massime utili" (χρεῖαι), di cui erano parte cospicua gli "apoftegmi dei sette sapienti" e si occupò anche di retorica: le sue opere sono però tutte perdute. Nella vita politica appartenne alla fazione oligarchica e perciò fu posto al governo d'Atene da Cassandro nel 317 a. C. Dominò la città con poteri dittatoriali per 10 anni, dedicandosi soprattutto al riordinamento economico di essa. Fece un censimento (il primo a noi noto dell'antichità greca), trasferì la coregia al bilancio dello stato, emanò leggi suntuarie e per la sorveglianza dei costumi. Della sua decennale politica lasciò ricordo in un'opera storica, perduta, Sul decennio. Nel 307 a. C., all'arrivo al Pireo della flotta di Demetrio Poliorcete, D. non sentendosi sicuro dei suoi concittadini si rifugiò prima a Tebe poi in Egitto, dove fu vicino a Tolomeo I, cui ispirò l'idea di costituire la biblioteca di Alessandria. Tolomeo II, invece, gli fu ostile e lo fece internare.