Taisho, democrazia
Fase della storia politica giapponese che va dal 1912 al 1926, periodo in cui regnò sul Paese l’imperatore Yoshihito noto anche come Taisho. Il significato dell’espressione deriva dal fatto che la Costituzione giapponese del 1889 precostituiva un sistema ispirato al modello della «monarchia limitata», nel quale la scelta dei ministri non avveniva attraverso la Dieta (camera bassa elettiva), che pure aveva rilevanti poteri soprattutto in materia di bilancio e di approvazione delle leggi. Con la nascita e lo sviluppo dei primi partiti politici, però, si affermò la tendenza a trasformare il regime in senso parlamentare, spostandone la centralità appunto sulla Dieta e verso forme di governo responsabili di fronte alle assemblee legislative. La democrazia T. rappresenta il periodo in cui questo processo raggiunse il massimo del successo e il sistema politico assunse caratteristiche più pienamente parlamentari. Molti autori ne vedono il punto di partenza nel cd. cambiamento politico T. (Taisho seihen), quando l’opposizione dei partiti, della marina imperiale e dell’opinione pubblica, sollevatasi attraverso la stampa e nelle piazze, impedì il tentativo di costituire un governo «trascendente», guidato dal generale Taro Katsura, fondato solo sulla nomina dell’imperatore, secondo la lettera della Costituzione. All’inizio del 1913 Taro Katsura fu costretto quindi a dimettersi. Il parlamentarismo si affermò definitivamente negli anni 1924-25, con la regola dell’alternanza come forza di governo dei partiti di maggioranza alla Dieta. Morto l’imperatore T., nel dic. 1926 gli successe al trono Hirohito, che diede inizio a una fase segnata dal militarismo. L’esperimento politico-costituzionale della democrazia T. terminò definitivamente nel 1932, con la fine del governo Inukai. Secondo un’altra corrente storiografica la democrazia T. avrebbe avuto contenuto più limitato nel tempo, indicando la fase «democratica» che si avviò in Giappone negli anni Venti, successiva a quella più strettamente «liberale» iniziata nel 1913. Caratteristiche ne sarebbero state la diffusione nella cultura del radicalismo intellettuale liberale o marxista e la nascita di iniziative e organizzazioni che si attivarono contro disuguaglianze e discriminazioni ancora forti nella società, talvolta malgrado le leggi. Tra queste spiccarono la Suiheisha (Società del livellamento), che combatteva il fenomeno dei ghetti (burakumin), dove vivevano frange di popolazione trattate come fuori-casta, il movimento per il suffragio universale femminile (lega dal 1924), le unioni dei lavoratori agricoli e affittuari, che nel 1922 diedero origine a un federazione nazionale, la nascita di sindacati di tipo moderno, il più potente dei quali fu la Sodomei, intorno alla quale si raccolse nel 1931 il Nihon rodo kurabu (Circolo dei lavoratori giapponesi). Altre organizzazioni sindacali assunsero colorito nazionalista o furono sciolte dai governi, perché accusate di prossimità al bolscevismo.