demografia
La scienza che studia la popolazione
Battezzata con questo nome nella seconda metà dell'Ottocento, la demografia è la scienza che studia le popolazioni umane analizzando la loro struttura, per esempio le dimensioni e la composizione per sesso e per età, e i processi che ne determinano l'evoluzione, come la natalità, la mortalità e le migrazioni. Di questi fenomeni la demografia, con l'ausilio di altre scienze, cerca anche di mettere in luce le cause e gli effetti sociali, politici ed economici
Il termine demografia, derivato dal greco, significa letteralmente "descrizione della popolazione", e compare per la prima volta nel 1855, in un libro dello statistico francese Achille Guillard. Le basi scientifiche, però, sono più antiche. Padre di questa disciplina è considerato John Graunt, un commerciante inglese vissuto nella seconda metà del 17° secolo, che studiò le statistiche sulle nascite e le morti a Londra. Anche l'astronomo Edmond Halley, più o meno nello stesso periodo, realizzò studi sulla mortalità e un secolo dopo il teologo tedesco Johann Peter Süssmilch, nel suo libro L'ordinamento divino nelle trasformazioni dell'umanità dalla nascita alla morte […], cercò di organizzare le conoscenze dell'epoca sui fenomeni demografici. La formazione culturale di questi studiosi è, dunque, diversa ma comuni sono l'obiettivo e gli strumenti: analizzare i meccanismi che determinano l'evoluzione di una popolazione utilizzando le scienze quantitative: la matematica, la statistica e il calcolo delle probabilità. Occorrerà, però, ancora molto tempo prima che vengano compresi in modo preciso questi meccanismi e che siano individuate metodologie efficaci per analizzarli: prima che nasca, cioè, la demografia moderna.
La popolazione mondiale, secondo le stime delle Nazioni Unite, ha superato nell'ottobre del 1999 la soglia dei 6 miliardi. Se si considera che sono occorsi millenni perché gli abitanti della Terra raggiungessero il primo miliardo (all'inizio del 19° secolo) e che sono bastati appena 12 anni per passare da 5 a 6 miliardi, ben si comprende quanto sia preoccupante questa velocità di crescita. La popolazione mondiale, poi, è un insieme molto eterogeneo di sotto-popolazioni che evolvono in modo assai diverso: i paesi poveri crescono a ritmi spesso insostenibili per le loro economie e quelli ricchi debbono fare i conti con la bassa natalità, che provoca l'invecchiamento della popolazione.
Oggi la demografia ha a disposizione i concetti e le tecniche adeguati per studiare i processi che producono l'evoluzione delle popolazioni ‒ cioè la natalità, la mortalità e i movimenti migratori ‒ e le loro interdipendenze. Questi processi costituiscono la cosiddetta dinamica demografica, e possono combinarsi in vario modo; di conseguenza, le popolazioni subiscono nel tempo modifiche diverse sia per quanto riguarda la loro dimensione sia per alcune loro caratteristiche, definite strutturali: composizione per età, per sesso e per stato civile. I meccanismi che danno luogo all'evoluzione di una popolazione si comprendono bene se si considera, inoltre, il legame che esiste tra dinamica demografica e struttura per sesso ed età: la prima modifica la seconda, ma ne è a sua volta influenzata. In una popolazione con molti giovani, infatti, ci saranno più nascite e meno morti rispetto a quanto accade in una popolazione più 'vecchia'.
Per queste analisi occorre disporre dei dati necessari, cioè di fonti demografiche affidabili. La dimensione delle popolazioni e gli aspetti strutturali, che rappresentano una specie di fotografia scattata in un dato momento, sono rilevabili dai censimenti della popolazione, oggi realizzati periodicamente in tutti gli Stati del mondo. I flussi di eventi che costituiscono la dinamica si ricavano, nei paesi che dispongono di un'organizzazione statistica avanzata, dallo spoglio dei registri di stato civile e dei registri anagrafici.
La demografia moderna non si limita a descrivere gli eventi demografici, ma vuole anche comprenderne le cause e le conseguenze economiche, sociali, culturali, politiche; ciò comporta stretti legami con altre discipline, come l'economia, la storia, la geografia, la sociologia, la biologia e la genetica.