direttore d'orchestra
Il maestro di musica con la bacchetta
Il direttore d'orchestra è colui che dirige con gesti codificati un gruppo di strumentisti, ed eventualmente anche di coristi o di cantanti solisti, perché risulti migliore l'armonia dell'esecuzione di un brano musicale nel suo insieme
L'uso di una gestualità manuale convenzionale risale al Medioevo, al praecentor, cioè al direttore di coro del canto gregoriano, il quale attraverso movimenti della mano indicava l'andamento della melodia. Nel corso del tempo la progressiva precisione della notazione musicale ha dato vita a gesti direttoriali che indicavano la velocità del brano, il tipo di emissione vocale o strumentale desiderata, il fraseggio e altro. Questo processo ha contribuito a collegare, con crescente aderenza, l'esecuzione delle opere al testo musicale scritto, nonché ad arricchire l'espressività delle composizioni.
Con il passare del tempo, ciò ha determinato il delinearsi di due fondamentali funzioni nella direzione d'orchestra: quella del concertatore, responsabile della corretta preparazione tecnico-musicale di un'esecuzione, e quella del direttore, responsabile delle scelte interpretative, legate alla sfera dell'espressione e del contenuto ideale della musica. Non a caso la seconda funzione, ritenuta superiore, compare e si afferma solo nel primo Ottocento con il Romanticismo.
Il direttore d'orchestra in senso moderno, come interprete musicale, nasce dunque nell'Ottocento: secondo Hector Berlioz, compositore francese che va annoverato tra i primi direttori d'orchestra moderni, al direttore è richiesta una conoscenza approfondita sia dell'estensione degli strumenti e della partitura d'orchestra, sia del carattere e dell'atmosfera espressiva dell'opera da eseguire, solo in questo modo riuscendo a determinare quello che lui stesso chiama "sentimento ritmico".
In epoca barocca, la guida degli ensembles era affidata a un membro dell'orchestra, in genere al primo violino o al maestro al clavicembalo. Il tempo della composizione veniva scandito con un bastone battuto sul podio o con il battito del piede. L'uso della bacchetta si impone solo nell'Ottocento, quando tendono a differenziarsi il controllo del tempo dell'orchestra con la mano destra e, con la sinistra, la trasmissione delle dinamiche, del fraseggio, del cosiddetto andamento agogico (crescendo e diminuendo, accelerando e allargando e così via). Questa suddivisione è tuttavia sovente disattesa nella prassi esecutiva e comunque arricchita di una gestualità che comporta segnali intuitivi, movimenti plastici di tutto il corpo ed espressioni del viso in grado di suggerire dettagli interpretativi.
Va notato inoltre che il direttore d'orchestra come figura professionale fa la sua comparsa nel primo Ottocento nel mutato contesto della società borghese e industriale. In quest'ultimo emerge infatti un nuovo ruolo dell'artista basato sulla divisione specialistica del lavoro. Come conseguenza di questa evoluzione i compositori tendono a rinunciare alla direzione delle loro opere lasciando al direttore d'orchestra la responsabilità dell'esecuzione. Si pubblicano così i primi trattati sull'argomento quali L'arte del direttore d'orchestra di Berlioz (1844) o lo scritto Della direzione d'orchestra di Richard Wagner (1869).
Nel 20° secolo l'avvento della musica riprodotta per mezzo del disco favorisce la crescente importanza del direttore d'orchestra come unico e fondamentale interprete delle opere.
Il mercato discografico reclama e impone divi della bacchetta dalla grande forza comunicativa. Il culto del direttore d'orchestra diventa talmente preponderante nel Novecento da riverberarsi sulle orchestre che cercano di assicurarsi le stelle direttoriali più note.
Arturo Toscanini (1867-1957)
Bruno Walter (1876-1962)
Otto Klemperer (1885-1973)
Wilhelm Furtwängler (1886-1954)
Victor De Sabata (1892-1967)
Herbert von Karajan (1908-1989)
Sergiu Celibidache (1912-1996)
Georg Solti (1912-1997)
Carlo Maria Giulini (1914-2005)
Leonard Bernstein (1918-1990)
Carlos Kleiber (1930-2004)
Lorin Maazel (1930)
Claudio Abbado (1933)
Zubin Mehta (1936)
Riccardo Muti (1941).