Berlioz, Hector
Un musicista romantico dal temperamento teatrale e visionario
Berlioz, compositore francese dell'Ottocento, nelle sue opere ha tentato una sintesi tra espressione sinfonica e teatrale. La sua ricerca, romanticamente inquieta, lo portò a concepire moderne invenzioni sonore e orchestrali
Hector Berlioz nacque in Francia, a Côte-St.-André, un piccolo paese del Delfinato, nel 1803. Fu il padre, un medico, a introdurre il figlio alla letteratura e alla musica. Il piccolo Hector si immerse nel mondo fiabesco di Jean de La Fontaine e in quello avventuroso dell'Eneide di Virgilio. Sempre in casa iniziò lo studio della musica, suonando il flauto diritto e la chitarra. Nel 1821 si trasferì a Parigi per intraprendere gli studi di medicina, che però abbandonò per dedicarsi alla musica. Nel 1826 entrò nel Conservatorio di Parigi dove fu allievo di Anton Reicha e Jean-François Lesueur. Quest'ultimo, con il suo stile eroico-grandioso (scrisse, tra l'altro, inni e canti per la Rivoluzione francese), ebbe una certa influenza su Berlioz. Nel 1830 il musicista vinse il Prix de Rome, un premio che garantiva al vincitore un soggiorno di studio di due anni a Roma a Villa Medici, presso l'Accademia di Francia.
Il gusto artistico di Berlioz fu profondamente influenzato dalla letteratura romantica contemporanea. Si appassionò alla lettura di Byron, Chateaubriand, Goethe, Hugo, Thomas Moore, Walter Scott. Amò moltissimo Shakespeare, il grande drammaturgo inglese ammirato da tutto il movimento romantico. Proprio durante una rappresentazione teatrale shakespeariana conobbe l'attrice Harriet Smithson, che più tardi sposò. Il tormentato sentimento che unì i due fornì lo spunto autobiografico al suo lavoro sinfonico più noto: la Sinfonia fantastica (1830), sottotitolata Episodio della vita di un artista. Alla musica egli associò un programma letterario: ciascuno dei cinque movimenti della sinfonia racconta infatti un differente momento delle fantastiche vicende di un giovane musicista e della donna da lui amata: Sogni-passioni; Un ballo; Scena campestre; Marcia verso il patibolo; Sogno di una notte del sabba.
La Sinfonia fantastica di Berlioz presenta una nuova concezione della forma sinfonica. Si tratta della prima grande sinfonia autenticamente 'a programma' (basata cioè su un programma extramusicale) dell'Ottocento. Essa tocca temi letterari tipicamente romantici (il conflitto dei sentimenti, il sogno, la natura, l'elemento diabolico) e tenta di costruire una rappresentazione teatrale con il linguaggio musicale e gli strumenti dell'orchestra. Questa intenzione determina numerose innovazioni musicali, come l'uso di un tema (l'"idea fissa", come la chiamava Berlioz) che simboleggia la donna amata e che compare variato in tutta la sinfonia, e la scrittura orchestrale ricca di nuove sonorità.
La tendenza alla teatralità, e quindi a una sintesi tra sinfonismo e teatro, trova conferma in opere successive alla Sinfonia fantastica. Ne è un esempio l'Aroldo in Italia (1834), che l'autore definì "sinfonia in quattro parti con una viola principale"; l'opera, commissionata dal grande violinista e virtuoso Niccolò Paganini, è ispirata al racconto del viaggio in Italia contenuto nel Pellegrinaggio del giovane Aroldo di Lord Byron. Ad altri due testi molto amati durante tutto il Romanticismo, Romeo e Giulietta di Shakespeare e Faust di Goethe, si collegano la sinfonia drammatica Romeo e Giulietta (1839), per soli, coro e orchestra, e la "leggenda drammatica" La dannazione di Faust, sempre per soli, coro e orchestra (1845-46).
Il gusto per il grandioso, così tipico del compositore, è ben esemplificato anche dalla Grande messa dei morti per tenore, coro e orchestra (1837), un gigantesco Requiem che impegna un'orchestra dall'organico eccezionalmente vasto.
Berlioz affrontò anche il teatro musicale, lasciando un'opera mastodontica, I troiani (composta e poi rivista tra il 1856 e il 1860), su libretto tratto dall'Eneide di Virgilio, che rappresenta la sintesi della sua originalissima ricerca musicale, insofferente nei confronti delle convenzioni.
Il compositore morì a Parigi nel 1869.