discriminazione
Processo cognitivo opposto alla generalizzazione (➔), con cui è possibile distinguere stimoli simili che possiedono però caratteristiche diverse e reagire a essi in modo differenziale. Nella psicologia dell’apprendimento, la d. consiste nell’acquisizione di informazioni attraverso il rinforzo o l’estinzione selettiva; si ottengono così risposte specifiche a differenze specifiche nei materiali stimolo, come quando, per es., un ratto impara a premere una leva solo in risposta all’accensione di una luce rossa, ma non di una verde. In psicologia sociale, il concetto di d. denota quei comportamenti di rifiuto o di accettazione di una persona o di un altro gruppo sociale in base a precise caratteristiche razziali, sociali o personali; lo psicologo henri tajfel, nei suoi studi sulla psicologia del pregiudizio, ha dimostrato che sia nella classificazione per categorie che nella d. sociale, è attivo lo stesso processo cognitivo di analisi selettiva delle differenze tra oggetti apparentemente uguali.