dolore
Il campanello d'allarme dell'organismo
Il dolore è una sensazione sgradevole a livello fisico ed emozionale. È generalmente associato a un danno che si sta per verificare o si è verificato nell'organismo. Oppure nasce da eventi, come un lutto o una separazione, che provocano emozioni spiacevoli e tristi. Provare dolore fisico non è piacevole ma è quasi sempre utile, perché rappresenta un campanello d'allarme che ci avverte di qualcosa che non va nel nostro corpo
Nessuno vorrebbe provare dolore, ma è quasi sempre utile. Il dolore fisico serve a segnalare un possibile danno del nostro organismo (v. .). Infatti, quasi tutte le malattie si associano alla percezione di un dolore in qualche parte del nostro corpo. Questo ci consente di prendere provvedimenti. Diverse situazioni possono essere dannose per il nostro corpo e vengono segnalate attraverso il dolore: troppo caldo o troppo freddo, ferite, mancanza di sangue in un organo del corpo (per esempio nel cuore, come succede nell'infarto), oppure ancora infiammazioni scatenate da infezioni e molte altre ancora. In tutti questi casi un segnale viene trasportato attraverso fibre nervose dalla sede della lesione fino al cervello (v. .). Qui viene percepito e interpretato come dolore.
Esistono però malattie che impediscono di provare dolore perché danneggiano i nervi che trasportano la sensazione dolorosa dal luogo dove si è verificato il danno fino al cervello. Altre malattie danneggiano direttamente le aree del cervello che ci rendono consapevoli del dolore. Ovviamente tutto ciò può far sì che un danno non venga rilevato in tempo e diventi più grave di quanto non sarebbe stato se il dolore ci avesse avvertiti.
È anche vero che non sempre il dolore è 'utile'. Alcune malattie dei nervi o del cervello possono dare sensazioni dolorose senza una causa reale. Questi dolori 'inutili' possono essere scatenati da semplici stimoli normalmente non dolorosi (il contatto con un indumento o la masticazione) oppure possono nascere in maniera completamente spontanea. Spesso sono molto intensi e difficili da far passare. Fra tutti i dolori inutili, il mal di testa è il più conosciuto ed è forse l'esempio più chiaro di un dolore spesso non associato a una malattia ma che costituisce, esso stesso, la malattia. In particolari situazioni il dolore può essere avvertito con minore intensità. A tutti è capitato di riuscire a resistere a un dolore molto intenso durante una gara o una partita. Lo stesso dolore alla fine della partita o in circostanze meno coinvolgenti diventa invece insopportabile.
Esiste anche un dolore provocato dalle emozioni, senza che sia accaduto nulla nel nostro corpo. Nel caso di un evento triste come un lutto, una separazione, un insuccesso a scuola o sul lavoro si provano sensazioni di dolore. Il dispiacere può provocare malumore, infelicità, amarezza, angoscia. Questi stati d'animo sono parte della normale esperienza di vita di tutte le persone e sono in genere proporzionati alla gravità di ciò che li ha provocati. Alcune volte però il sentimento di dolore può essere eccessivo o durare troppo a lungo. In questi casi può trattarsi di una vera e propria malattia: la depressione.
Anche se il dolore è spesso utile, questo non vuol dire che si debba essere obbligati a soffrire. Una volta capito il problema, è compito del medico cercare il più possibile di alleviare le sofferenze al malato con medicine adatte. Ancora oggi non si fa abbastanza in questo senso, soprattutto nel caso di malattie gravi. Molti considerano il dolore come una conseguenza inevitabile della malattia, da sopportare con rassegnazione. All'estremo opposto di questo atteggiamento c'è chi ritiene che, di fronte alle sofferenze intollerabili presenti in certe malattie inguaribili, sia legittima la pratica dell'eutanasia. È questo uno dei più importanti dibattiti attuali su argomenti bioetici.