dugonghi e lamantini
Sirene del mare e dei fiumi
Non si tratta di foche e nemmeno di balene o delfini, tuttavia dugonghi e lamantini sono anch'essi Mammiferi adattati alla vita nel mare. Non sono certo belli d'aspetto e non possiedono una voce affascinante, ma gli zoologi hanno pensato che l'antico mito delle sirene fosse fondato proprio su questi animali, in virtù di alcune caratteristiche anatomiche e comportamentali
L'adattamento alla vita acquatica è stato realizzato in tre ordini di Mammiferi: i Cetacei (balene e delfini), i Carnivori Pinnipedi (foche, otarie, trichechi ed elefanti di mare) e i Sirenidi (dugonghi e lamantini). Questi ultimi rappresentano una fase evolutiva intermedia fra gli altri due: i loro adattamenti sono meno spinti di quelli dei Cetacei ma più avanzati di quelli dei Pinnipedi.
Come i Cetacei hanno perso gli arti posteriori e trasformato la coda in un poderoso organo appiattito per il nuoto. La presenza dei soli arti anteriori impedisce ai Sirenidi di camminare sulla terraferma come i Pinnipedi; tuttavia, la loro robusta struttura evita a questi animali di arenarsi sulle spiagge, cosa che succede spesso ai Cetacei. Vivono esclusivamente nelle acque marine costiere o nei grandi fiumi e si nutrono di piante acquatiche o di alghe. La forma del muso ricorda un poco quella degli ippopotami, con bocca larga e labbra assai sviluppate. Caratteristiche sono le due mammelle della femmina, poste in posizione pettorale: quando la femmina emerge tenendo fra le braccia il piccolo che sta allattando, ricorda molto una figura materna umana. Dal punto di vista evolutivo, i Sirenidi sono vicini ai Proboscidati (gli elefanti). Le dimensioni delle specie viventi possono superare i 4 m di lunghezza e i 680 kg di peso.
La famiglia dei Dugongidi ha solo specie marine. Il dugongo (Dugong dugong), unico rappresentante vivente della famiglia, è diffuso dal Mar Rosso all'Oceano Indiano. Fino a tutto il 18° secolo nel Mare di Bering esisteva anche un'altra specie, la ritina di Steller (Rhytina gigas), che raggiungeva 8 m di lunghezza e 4 t di peso. Questa specie è stata sterminata dai navigatori che si rifornivano di carne uccidendo un elevato numero di esemplari. Caratteristiche dei Dugongidi sono la pinna caudale bilobata, gli arti anteriori trasformati in pinne vere e proprie, senza alcuna traccia di unghie, e la dentatura più ridotta dei lamantini, con molari presenti solo nell'età giovanile. I dugonghi maschi, però, possiedono incisivi superiori abbastanza lunghi che utilizzano per combattere tra loro.
La pinna della coda (o caudale) arrotondata e le tracce di unghie sugli arti distinguono i lamantini, detti anche manati. Negli adulti, gli incisivi cadono e la dentatura rimane formata soltanto dai molari. Appartengono alla famiglia Trichechidi, termine che può generare confusione perché in italiano il tricheco è un grosso Pinnipede munito di zanne. Ne esistono tre specie: il manato senza unghie (Trichechus inunguis) nel bacino del Rio delle Amazzoni; il lamantino comune (Trichechus manatus) nelle acque costiere dei Caraibi e in alcuni fiumi dell'America Settentrionale; il lamantino africano (Thrichechus senegalensis) lungo le coste del Golfo di Guinea e nei grandi fiumi dell'Africa occidentale. Questi animali sono assai utili alla navigazione fluviale poiché controllano l'eccessivo sviluppo della vegetazione acquatica rendendo possibile la circolazione di canoe e battelli.
Nella mitologia greca e romana, le sirene erano donne fino alla cintola e per il resto uccelli, che incantavano i marinai con i loro canti. Così erano fatte le sirene che Ulisse incontrò nell'Odissea. Probabilmente, questo mito ha origine da certi uccelli Procellariformi, come le berte, che di notte emettono canti quasi umani. Nel Medioevo, invece, furono immaginate per metà donne e per metà pesci, dando origine a una lunga tradizione artistica e letteraria. Un esempio di queste leggende è la statua della Sirenetta nel porto di Copenaghen ispirata alla fiaba di Hans C. Andersen (1835). Anche il nome scientifico Sirenidi si ispira a questi miti.