Scrittore e diplomatico romeno (Focşani 1858 - Agapia 1922), segretario di legazione a Roma (1888-1906), tranne due anni in cui fu a Bruxelles e ad Atene. Tornato a Bucarest, fu eletto membro dell'Accademia; ministro degli Esteri (1920) e presidente della Camera. Esordì con poesie, novelle e romanzi d'ispirazione romantica. Orientatosi verso il neoclassicismo negli anni della lunga permanenza a Roma, scrisse liriche, sensibilmente influenzate da Carducci (Imnuri păgâne "Inni pagani", 1897; Pe Marea Neagră "Sul Mare Nero", 1919). La sua fama è legata soprattutto al ciclo narrativo dei Comănesti, di cui il primo volume (Viaţa la ţara "La vita in campagna", 1894) rinnovò la letteratura romena, sottraendola al provincialismo ottocentesco. Accanto agli altri libri del ciclo (Tănase Scatiu, 1896; In război "In guerra", 1897; Indreptări "Orientamenti", 1902; Anna, 1911), si ricordano il romanzo filosofico Lydda. Scrisori romane ("Lydda. Lettere romane", 1911) e la raccolta di racconti O muză ("Una musa", 1922), vivace evocazione della nobiltà e dell'aristocrazia napoletana e romana.