Denominazione dei cumuli o cordoni di sabbie che si formano prevalentemente lungo le coste ( d. costiere o litoranee) e nelle zone desertiche ( d. desertiche), per azione di trasporto e successivo deposito esercitata dal vento, che ne determina anche la disposizione, in relazione alla sua direzione, intensità e durata, nonché alla quantità di sabbia disponibile (fig. 1). Le dimensioni sono varie, con altezze da qualche metro a qualche decina di metri e lunghezze da pochi metri a diversi kilometri.
Generalmente le d. sono associate a formare dei campi di d.; in tale ambito, si distinguono le d. longitudinali, disposte secondo la direzione del vento, e le d. trasversali, disposte perpendicolarmente ad essa (esempio tipico sono le d. costiere). Nei grandi deserti sabbiosi (erg) le d. sono di conformazione complessa (con disposizione ortogonale e di forma stellare o piramidale), causata dai venti che soffiano da direzioni diverse. Nel loro progredire (fig. 2) le d. sabbiose seppelliscono vasti tratti di terreno, anche coltivato; talora la vegetazione naturale riesce a impiantarvisi e le d. a poco a poco vengono fissate o consolidate; il consolidamento è attuato anche dall’uomo, sia sulle d. litoranee sia su quelle desertiche, utilizzando la capacità di rapida propagazione, la resistenza ai venti, alla salsedine e alla siccità di alcune piante perenni (ammofila, porcellana di mare, pini, tamarischi, fico d’India ecc.). Localmente prendono nomi diversi: tomboli, cotoni, lame (coste della pianura pisana), tumoleti (Lazio), montoni, monti, mottoni (Veneto) ecc.