Nome comune del genere Ficus, appartenente alla famiglia delle Moracee, e in particolare dell’albero Ficus carica (v. .) e dei suoi frutti. Il genere Ficus comprende 700 specie quasi tutte tropicali: sono alberi o arbusti a legno tenero e foglie con grandi stipole connate; i fiori, diclini, rivestono le pareti interne di un grande ricettacolo carnoso, globoso o piriforme, munito di un’apertura apicale, guarnita di brattee squamiformi; per lo più i fiori staminiferi si trovano nella parte superiore del ricettacolo: questa speciale infiorescenza è detta siconio (D in fig.). Il perigonio è bi-esapartito, gli stami sono 1-2, il pistillo ha un solo ovulo. A maturità il ricettacolo si fa carnoso, molle, simulando un frutto; i veri frutti sono piccole noci o acheni all’interno dei siconi. In tutte le parti della pianta si trovano tubi laticiferi il cui contenuto, bianco, coagula all’aria.
Molte specie sviluppano abbondanti radici aeree: in alcune queste nascono alla base del tronco e formano lunghi e tortuosi contrafforti (radici tabulari); spesso invece nascono dai rami, scendono, libere, verticalmente e si affondano nel terreno, formando col tempo delle colonne che sostengono la chioma molto ampia (radici colonnari), tanto che da una sola pianta si può formare come un boschetto, d’estensione notevole. Vi sono poi specie epifite, altre rampicanti per mezzo di radici avventizie; alcune sono eterofille, come Ficus pumila, che con la parte inferiore del fusto e dei rami principali striscia o si attacca a rocce e muri mediante abbondanti e piccole radici, mentre i rami superiori, con foglie diverse da quelle degli inferiori, si ergono diritti e sono privi di radici. Molte specie di Ficus sono coltivate per il bellissimo fogliame persistente, nelle serre e, nell’Europa meridionale, anche all’aperto (Ficus magnolioides, Ficus rubiginosa ecc.). Per rivestire muri, soprattutto nelle serre o nei giardini attorno ai grandi laghi insubrici, si utilizza Ficus pumila, del Giappone e Cina, sempreverde.
Il f. (Ficus carica) è un albero di media grandezza, con corteccia liscia, cenerina, rami un po’ tortuosi, foglie ampie, palmatolobate, con 3-5 lobi più o meno profondi, scabre. È coltivato nel Mediterraneo in molte varietà le quali si distinguono per la forma, grandezza, colore ed epoca di maturazione dei frutti e sono note con denominazioni specifiche ( f. brogiotto, f. dottato ecc.). Analogamente a quanto avviene nel caprifico anche il f. coltivato può avere forme unifere, bifere o trifere. Le buone varietà coltivate si ritengono originarie dell’Asia occidentale, da cui sono state importate nel Mediterraneo. Spesso il f. viene diffuso dagli uccelli e inselvatichisce; si coltiva anche in altri paesi temperato-caldi, come la California, dove è stato importato dall’Europa all’inizio del 20° secolo.
Il f. si mangia fresco o allo stato secco; l’essiccamento si compie al sole o al forno o in essiccatoi ad aria calda. I f. freschi contengono, fra l’altro, zucchero (in media 15% tra zucchero invertito e saccarosio) e quantità trascurabili di protidi e di grassi; nei f. secchi il contenuto zuccherino va dal 20 al 50%.