Sistema di rami che portano fiori. Nelle Angiosperme, le gemme a fiore sono per lo più ascellari e di rado il fusto o i rami principali della pianta terminano con un fiore; in genere si distinguono una regione vegetativa, con foglie, adibite alla nutrizione, e una regione riproduttiva, portante fiori e con le foglie ridotte o trasformate in brattee. A seconda del tipo di ramificazione le i. si suddividono in racemose (o botritiche, indefinite, monopodiali, centripete, acropete) e cimose (o definite, simpodiali, centrifughe, basipete).
Nelle i. racemose (fig. A) il numero degli assi laterali è indeterminato, vi predomina un solo asse (perciò sono dette monopodiali) e i fiori sono sempre in numero minore degli assi. Se ne distinguono quattro tipi: il racemo, o grappolo, il cui asse primario ha internodi distinti e i cui fiori, provvisti di un peduncolo, sono inseriti isolatamente; dal racemo derivano gli altri tipi: se si immaginano raccorciati i peduncoli, si ha la spiga, se gli internodi, si ha l’ombrella, se gli uni e gli altri, si ha il capolino; e, quando l’asse appiattito del capolino è fortemente incavato, il siconio. Modificazioni del racemo sono il corimbo, per la spiga l’amento, quando l’asse è allungato e i fiori sono sessili, e lo spadice se l’asse è ingrossato.
Nelle i. cimose (fig. B) tutti gli assi, almeno teoricamente, arrestano precocemente il loro sviluppo con la produzione di un fiore, così vi sono tanti fiori quanti sono gli assi; il numero degli assi successivi è determinato e si ha un complesso di assi (simpodio) gradatamente subordinati. Nelle i. cimose si distinguono tre tipi principali: pleiocasio, dicasio e monocasio; nel pleiocasio l’asse primario, che termina con un fiore, è superato da tre o più assi secondari, i quali a loro volta arrestano precocemente il loro sviluppo con un fiore e recano al di sotto di questo più rami; quando gli assi secondari sono uguali e verticillati o quasi, il pleiocasio è detto cima ombrelliforme, se sono disuguali e non verticillati, è detto antela; al pleiocasio vanno ascritte anche i. caratterizzate dal fiore terminale, quali il racemo, l’ombrella e il capolino pleiocasici. Nel dicasio o cima bipara il numero degli assi secondari è ridotto a due, nel monocasio o cima unipara un solo ramo si sviluppa successivamente al disotto del fiore; a seconda della posizione dei fiori rispetto agli assi successivi e della loro inserzione, anteriore o posteriore, sull’asse generatore, si distinguono 4 sottotipi: bostrice, circinno, ripidio e drepanio.
L’interpretazione di un’i. può non essere evidente o in seguito all’aborto di qualche asse o perché vi si inseriscono fiori o i. parziali accessorie, che si formano al di sopra, al di sotto o di lato degli assi laterali, o per l’assenza delle brattee ecc. L’i. è un carattere costante per le singole specie ed è quindi importante nella sistematica. In alcuni casi l’i. costituisce un’unità ecologica, per es. i capolini di molte Asteracee (fig. C), come le margherite, simulano un fiore: i fiori esterni, ligulati, colorati diversamente e spesso sterili, somigliano ai petali di un fiore e, come questi, hanno funzione di richiamo, mentre i piccolissimi fiori del disco servono alla riproduzione; la funzione adescativa è assunta in certi casi dalle brattee, come in Cornus florida, nel quale le 4 brattee bianche e molto grandi rispetto ai fiori sono molto più vistose di questi. La grandezza delle i. è molto varia, da quella di pochi millimetri di certe artemisie a quelle di Fourcroya longaeva, agavacea del Messico, il cui stipite alto parecchi metri termina con una pannocchia lunga più di 10 m, con circa 1,5 milioni di fiori.