Sottodivisione delle Spermatofite, comprendente le piante che hanno gli ovuli racchiusi nell’ovario (in contrapposizione alle Gimnosperme, che hanno gli ovuli allo scoperto). Le A. rappresentano lo stadio più elevato nell’evoluzione delle piante; al contrario delle Gimnosperme, tutte legnose, con legno omoxilo (costituito da sole tracheidi) e fiori a impollinazione anemofila, moltissime A. sono piante erbacee, annue o perenni, spesso perpetuantisi per mezzo di parti sotterranee (rizomi, tuberi, bulbi); nel legno hanno vasi (trachee) e fibre; i fiori sono generalmente ermafroditi e il trasporto del polline è per lo più operato da animali (insetti ecc.). Il fiore tipico delle A. è pentaciclico, cioè ha gli elementi fiorali disposti in cinque verticilli, due dei quali formano il perianzio, due l’androceo e uno il gineceo.
La classificazione delle A. ha subito continue revisioni da parte dei sistematici, sin dall’enunciazione del primo schema chiaramente evoluzionistico proposto da A. Engler alla fine dell’Ottocento. Questo schema, tuttora utilizzato per comodità, propone dei raggruppamenti facilmente individuabili su base morfologica, suddividendo le A. nelle due classi delle Monocotiledoni (➔) e Dicotiledoni (➔). Le Dicotiledoni sarebbero suddivise nelle sottoclassi Metaclamidee (o Simpetale) e Archiclamidee e queste ultime, a loro volta, in Monoclamidee (prive di perianzio o con perianzio costituito da un solo verticillo) e Dialipetale (dotate di perianzio con due verticilli costituiti da elementi liberi). Il sistema di Engler si basa però sul concetto errato che le forme più complesse siano quelle più evolute, e che queste deriverebbero da quelle più semplici, ovvero più primitive. Per questo motivo e per la conoscenza sempre più particolareggiata di caratteri quali, per es., quelli ultrastrutturali o quelli riguardanti le sequenze di DNA e degli amminoacidi nelle proteine, molti studiosi hanno proposto diverse classificazioni, non facilmente utilizzabili ma rivolte a chiarire i rapporti filogenetici tra le piante. La tradizionale divisione in Monocotiledoni e Dicotiledoni viene da molti rifiutata e alcune analisi cladistiche (➔ APG), su base sia morfologica sia molecolare, hanno evidenziato che solo le Monocotiledoni potrebbero essere assunte come categoria sistematica. Infatti le Monocotiledoni presentano caratteri derivati (o sinapomorfi) riguardanti il tipo di crescita, di radice, di sistema vascolare e di embrione, dai quali è possibile dedurre il monofiletismo del gruppo. Al contrario, le Dicotiledoni mostrano caratteri ancestrali e non sono monofiletiche, ovvero non costituiscono un gruppo naturale (➔ cladismo). All’interno delle Dicotiledoni, però, è stato individuato il gruppo sicuramente monofiletico delle Eucotiledoni o Tricolpate (➔). Pertanto un’aggiornata classificazione delle piante che si avvalga di tali studi filogenetici dovrebbe considerare le Tricolpate come una nuova categoria sistematica, mentre tutte le famiglie di piante non Monocotiledoni e non Tricolpate costituirebbero le A. primitive, da alcuni autori poste nella sottoclasse Magnolide, da altri considerate in due complessi separati, rispettivamente quello delle Paleoerbe non Monocotiledoni e quello delle Magnolidi (v. fig.).