Porzione fissa dell’intestino tenue lunga circa 25 cm, a forma di C, che abbraccia nella sua concavità la testa del pancreas. Si estende dal piloro alla flessura duodenodigiunale (o angolo di Treitz), l’angolo formato a sinistra della seconda vertebra lombare dall’intestino tenue, che si assume come limite tra il d. e il digiuno. Nel d. sboccano il coledoco e il dotto pancreatico a livello della papilla di Vater ed è in rapporto con le formazioni anatomiche vicine (fegato, cistifellea, vasi epiploici, colon traverso ecc.). La fisiopatologia duodenale è collegata a quella del pancreas, del fegato e delle vie biliari. La mucosa duodenale elabora la secretina (➔) e la serotonina (➔) ed è la sede dell’assorbimento del ferro e del calcio.
L’affezione del d. più frequente è rappresentata dalla malattia ulcerosa. Con questa spesso viene confusa, per la sintomatologia talvolta simile, la duodenite, malattia infiammatoria, acuta o cronica, causata da germi patogeni, parassiti, ipersecrezione acida dello stomaco, disturbi neurovegetativi ecc. Meno frequenti sono i diverticoli duodenali, anch’essi con sintomatologia clinica talvolta analoga a quella dell’ulcera, dalla quale si differenziano, radiologicamente, per la presenza di un colletto che si contrae in contrapposto alla fissità dei bordi dell’escavazione ulcerosa. La cura consiste nella resezione gastroduodenale o nella sola gastroenterostomia. Fra le neoplasie, le più frequenti e temibili sono i carcinomi della papilla di Vater, la cui sintomatologia è costituita quasi essenzialmente dall’ittero di tipo meccanico. Risultati incoraggianti, in tali casi, si sono avuti con l’asportazione del d. e della porzione più prossima della testa del pancreas ( duodeno-pancreatectomia).
Le affezioni del d. d’interesse chirurgico sono varie. Le lesioni traumatiche, rare rispetto a quelle degli altri segmenti intestinali, richiedono un’attenta e precoce revisione delle condizioni dell’organo entro le prime 3-4 ore. I corpi estranei, di facile rilievo all’indagine radiologica diretta o con il pasto di bario, vengono rimossi mediante incisione chirurgica ( duodenotomia). Le occlusioni acute e le stenosi croniche richiedono trattamento adeguato alla rispettiva causa. La duodenostomia, comunicazione tra il d. e l’esterno attraverso la parete addominale, ha finalità palliativa, in caso di ostacolo al transito del cibo nello stomaco (tumori). La duodenenterostomia è un’anastomosi chirurgica tra il d. e un tratto più distale dell’intestino tenue: la duodenodigiunostomia tra il d. e il digiuno e la duodenoileostomia tra tra il d. e l’ileo.