Organo cavo (detto anche vescichetta biliare o colecisti) di forma ovolare, del volume di circa 40 cm3, annesso alle vie biliari extraepatiche. Situata sulla faccia inferiore del fegato, ha parete muscolomembranosa. Nella c. la bile si raccoglie come in un serbatoio e subisce un processo di concentrazione con aumento della densità e del pigmento. Quando gli alimenti giungono nel primo tratto del duodeno la c. si vuota del suo contenuto sotto lo stimolo ormonale della colecistochinina. Alcune sostanze provocano la contrazione della c. e lo svuotamento del suo contenuto biliare e sono perciò dette colecistocinetiche: sono tali alcune sostanze organiche degli alimenti (peptoni, grassi, lipidi e fosfolipidi), alcune sostanze terapeutiche (solfato di magnesio, acido oleico, acetilcolina, pilocarpina, ormone ipofisario). Lo svuotamento è favorito anche da stimoli fisici, psichici e nervosi.
Le malattie della c. sono costituite dalle colecistiti, da calcoli (colelitiasi), dai tumori, dalla tubercolosi, dalla sifilide e dai parassiti. La colecistite è un’infiammazione a carattere acuto o cronico; può assumere forma catarrale, suppurativa, flemmonosa e si può propagare ai tessuti circostanti ( pericolecistite) in forma di peritonite circoscritta o provocare, nelle forme ulcero-perforanti, la grave peritonite biliare o purulenta generalizzata. I sintomi consistono nelle coliche epatiche o in disturbi digestivi e dolorosi. Spesso si associa epatomegalia. Altra forma morbosa della c. è la colecisti di porcellana, caratterizzata da deposizione di sali di calcio nelle pareti, visibile a una radiografia diretta senza mezzo di contrasto. La colecistostasi è l’ostacolato deflusso della bile dalla c. per atonia o per ostacolo da anomalie di forma e posizione dell’organo, calcoli, infiammazione delle vie biliari, compressioni estrinseche ecc. Può dar luogo a sintomi che simulano la calcolosi biliare e favorire l’idrope e l’empiema della cistifellea.
La colecistectomia, ideata da A. Zambeccari (che la eseguì sul cane nel 1630), e praticata la prima volta nell’uomo da K. Langenbuch nel 1882, costituisce la cura chirurgica radicale di molte malattie della c. (tumori benigni e maligni, cistifellea cosiddetta ‘a fragola’). La colecistostomia è l’anastomosi chirurgica tra c. e un segmento dell’apparato digerente. Trova indicazione nella calcolosi biliare e nell’ostruzione delle vie biliari basse per tumori del pancreas, duodeno, coledoco ecc.
La colecistografia, indagine radiologica per lo studio delle vie biliari extraepatiche e in specie della c., consiste nel rendere opaca ai raggi Röntgen la bile contenuta nella c. in modo da poter apprezzare i caratteri della cavità e di mettere in evidenza eventuali alterazioni delle pareti e del suo contenuto (soprattutto calcoli).