(gr. ᾿Ηλέκτρα [propr. "la splendente"], lat. Electra) In origine divinità pregreca della luce, poi detta figlia di Oceano, moglie di Taumante e madre di Iride e delle Arpie, o una delle Pleiadi, figlia di Atlante e di Pleione e madre, da Zeus, di Iasio e di Dardano; passò nelle leggende poetiche, ma non in Omero, come figlia di Agamennone. I tragici greci (Eschilo nelle Coefore, Sofocle ed Euripide nell'Elettra) divulgarono la leggenda che ne fa una specie di Erinni del padre Agamennone contro la madre Clitemestra e contro Egisto. Col fratello Oreste, E. partecipa infatti all'uccisione di entrambi; finisce poi sposa di Pilade, l'amico di Oreste.
In età moderna il mito di E. è stato ripreso in numerose opere di teatro: dalla Èlectre di P.-J. de Crébillon (1708) alle due tragedie di V. Alfieri, l'Agamennone e l'Oreste; dal dramma omonimo di B. Pérez Galdós (1901) all'Elektra di H. von Hofmannsthal (1905), musicata da R. Strauss (1909), al dramma Il lutto si addice ad Elettra di E. O'Neill (1931). Ad E., in quanto una delle Pleiadi, si intitola anche il secondo libro delle Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi di G. D'Annunzio (1904).